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Sarri, la lirica del lamento può bastare. Scelga con coraggio, la sosterremo

Sarri e il Napoli dovrebbero rivedere Fight Club e ricordare i primi due comandamenti di Tyler Durden.

Sarri, la lirica del lamento può bastare. Scelga con coraggio, la sosterremo
Sarri a Pescara (foto Ciambelli)

Ci sarà un motivo se Tyler Durden ricorda perentorio che i primi due comandamenti del Fight Club ordinano di non parlare del Fight Club. Due, non uno. La ridondanza ha un senso. È opportuno forse che questi comandamenti, utili non solo a Hollywood ma anche in una qualunque gestione di un gruppo di professionisti, si ripassino accuratamente anche a Castel Volturno. Se le sporadiche dichiarazioni alla stampa concesse dal Napoli devono anche contravvenire a queste elementari ed essenziali direttive, forse è meglio ripensare alla loro effettiva utilità.

A Sarri andrebbe ricordato che non c’è bisogno di imbastire un ragionamento a voce alta alla presenza dei giornalisti. Che si accalcano di rado nelle sale stampa nella speranza di assistere ad un seminario di arte podistica o di psicanalisi. Più spesso cercano un solo spunto, piccolo a piacere, per imbastire un romanzo d’appendice. Specie se l’osso da spolpare ha storicamente le spalle assai poco larghe come nel caso del Napoli.

La rosa di quest’anno è unanimemente considerata più profonda e larga dello scorso. I giocatori sono nuovi ma in molti casi pronti al campionato italiano; in altri sono di grande potenzialità sempre unita ad una esperienza di primo livello. Se l’allenatore sente l’impellente bisogno di fare lo spiegone delle puntate precedenti ad ogni uscita per garantirsi un po’ di clemenza sulle scelte e i rischi futuri, ci sentiamo di tranquillizzarlo: mister, noi abbiamo fiducia in lei, nel suo lavoro, scelga senza paura. Al mondo sbaglia solo chi fa. I suoi interlocutori ha la facoltà di selezionarli lei. Non devono per forza di cose essere i mestieranti della polemica spicciola quotidiana e a tutti i costi.

Scelga, e con coraggio. Noi saremo con lei, spalla a spalla. Ma ora piantiamola con le liriche del lamento. Giochiamo.

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