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A Pescara “Apocalypse Now”. Perché Napoli e il Napoli non sanno più ridere

Sarri come il generale Kurtz, Mertens torvo, Koulibaly a vento. La prossima volta va bene anche una commedia col finale scontato.

A Pescara “Apocalypse Now”. Perché Napoli e il Napoli non sanno più ridere

La partita vista domenica sera è surreale. I calciatori, appena sfiorata l’erba, sudano come dei Martin Sheen in Cambogia. Controllo il meteo. Non si vendesse qualche litro di Montepulciano nei dintorni dello stadio giureresti di vedere i vietcong. Controluce Sarri ricorda il Generale Kurtz. Il Napoli è nero in maglia, undici che risalgono un fiume che pare in piena; risalire quel fiume è come compiere un viaggio indietro nel tempo, ai primordi del mondo. Conrad il suo Cuore di tenebra l’avrà scritto a Pescara. Ci hanno fatto credere avesse ambientato il romanzo in Asia ed invece era lo Stadio Adriatico-Giovanni Cornacchia. L’aria calda, spessa, greve, immota. Non c’era gioia nello splendere del sole. Eh sì. Il capolavoro di Coppola non è altro che la premonizione di questa prima di campionato.

Città e squadra fanno muro contro i luoghi comuni. Tutti ci vogliono disimpegnati e gaudenti. Napoli risponde con città, società e squadra incazzati all’unisono. Il belga segna e si gira torvo verso la panchina, come se gli avessero appena rubato lo stereo in macchina. Koulibaly è il nostro George Phillips, il comandante della barca che, esattamente come nel film, è totalmente scurdata. Alza le mani, le abbassa, gli passano tutti davanti mentre cerca di beccare almeno una rotta.

C’è il problema della incomunicabilità. Nessuno più del Napoli te la sa spiegare. A Napoli non parla nessuno. Squadra e mondo circostante comunicano a colpi di tracco. Anche se Coppola questo particolare lo omette nello script definitivo. Conrad però il finale l’ha ben presente e lo scrive chiaro: “Lo sguardo fisso era abbastanza acuto per penetrare in tutti i cuori che battono nella tenebra. Egli aveva tirato le somme – e aveva giudicato, “Quale orrore!”” È qui di sicuro parlava di Rocchi.

Insomma, Pescara Napoli è solo un Apocalypse Now agostano. Con un po’ di director’s cut. Un po’ pesante di domenica sera. Magari se presidente, tifosi, allenatore, giocatori e stampa si mangiano una risata, ogni tanto, alla prossima vediamo qualcosa di meno impegnativo. Anche una commedia col finale scontato va bene.

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