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Higuain alla Juventus: il solo tradito è Maurizio Sarri

L’unico che ha tutto il diritto di indignarsi per la scelta del Pipita è il tecnico: ha costruito il miglior Higuain di sempre, al di là del rapporto umano.

Higuain alla Juventus: il solo tradito è Maurizio Sarri
Sarri e Higuain in una foto di Matteo Ciambelli

Quando ieri è arrivata la notizia ufficiale del passaggio di Higuain alla Juventus, avevamo già realizzato. Dopo, siamo  entrati nella fase della metabolizzazione. Quando inizi che hai già realizzato, anche questo momento bello complicato diventa più facile.

Poi, a un certo punto, ci è venuta in mente l’immagine di Bergamo. L’abbraccio tra Sarri e Higuain. Subito dopo, la connessione cerebrale con l’album fotografico “Gonzalo e Maurizio in love edizione 2016”. Un altro abbraccio sotto la pioggia dopo Napoli-Frosinone, le dichiarazioni al miele. Insomma, tanta roba bella. Che ci ha fatto realizzare un’altra cosa: il vero, unico tradito di tutta la vicenda è proprio lui. È Maurizio Sarri.

Il ragionamento parte dalle immagini del rapporto umano, che sono quelle più forti a livello emotivo. Ma in realtà ha una base fondamentalmente e primariamente tecnica. Pensiamo a Gonzalo Higuain a Napoli, alla sua prima versione. I gol, certo, ma anche la sensazione di dover giocare in un contesto che in qualche modo lo rendeva sì protagonista, ma solo alla fine della filiera del gioco. Higuain coinvolto nella costruzione della manovra, perché sono le sue caratteristiche. Anche con Sarri capitava. Ma anche terminale “non unico”, attaccante di riferimento che però poteva ance essere subordinato al gioco. Per carità, visioni di calcio diverse. 104 gol Benitez, 106 Sarri. Della fase offensiva, nessuno può e poteva lamentarsi.

Nell’ultima stagione, però, abbiamo visto un Higuain diverso. Un Higuain felice perché centrale, sempre, in tutte le fasi di gioco. Ma pure un Higuain terminale nel senso pieno del termine, uomo della conclusione in porta. Lui, soprattutto lui. Il resto è in subordine. Ha fatto 36 gol, non poteva esserci scelta migliore. Per lui, per Sarri. E questa scelta l’ha fatta proprio lui, Maurizio da Figline Valdarno. Che, dati alla mano, ha costruito il miglior Higuain di sempre. Sempre titolare come mai prima d’ora, se non per brevi periodi al Madrid e nel Napoli (con il Real, tra Liga e Champions,  162 partite da titolare su 238). Anzi, per amor di precisione: nel Napoli di Benitez, qualche volta giocarono Zapata o Gabbiadini dal primo minuto. Higuain in panchina è stata un’eventualità impensabile solo nell’ultimo anno, con Sarri in panca.

Da questo, da qui, è poi partita la rivalutazione tecnica di Higuain. Che è sempre stato un grande campione, figuriamoci, ma che ha avuto pure a disposizione la struttura e il gioco perfetti per creare il miglior rapporto triangolare tra gol segnati, rendimento personale e di squadra. L’abbiamo visto pure nei giorni di Dimaro, potete (ri)leggerlo nei nostri report: quando Sarri ha lavorato senza Higuain, prima per necessità logistiche e poi per presa coscienza del tradimento, l’ha fatto in un modo diverso. Aprendo l’area a tanti se non tutti, a differenza di quanto successo fino a maggio scorso. Riguardatevi le partite: un numero ics di cross con un solo uomo al centro, spesso bravissimo a fare uno contro tutti e a fare gol. Ma spesso impossibilitato dalla situazione, dalla superiorità numerica netta dei difensori avversari. Quell’uomo era Higuain.

Abbiamo sviscerato il lato tecnico: Higuain ha mostrato ingratitudine verso l’uomo che ha mostrato al mondo cosa potessero essere Higuain e una squadra che gioca per lui. Questo è chiaro. Da qui, fatalmente e facilmente, il versante umano del tradimento. Gonzalo, che non è uno stupido, ha capito durante l’anno che la bellezza del nuovo sé stesso in campo era merito soprattutto del suo tecnico. L’ha riconosciuto con le sue manifestazioni d’affetto sincero, attraverso quella tensione che poteva esplodere nella gioia di un abbraccio dopo il gol o nelle sfuriate con i compagni perché avevano sporcato con un errore il quadro perfetto che Sarri, con ogni azione, aveva disegnato per Higuain. Nella stessa reazione smodata e incontrollata di Udine, c’era la frustrazione per una cosa bella, bellissima, che stava sfuggendo via nonostante il massimo dello sforzo. In tutto questo Higuain, c’era un rapporto con il tecnico che chi “sa” qualcosa in più definisce amichevole, quasi paterno. Da tecnico a calciatore, ma anche da aiutante a persona bisognosa d’aiuto per esprimersi al meglio. L’aiuto, in questo caso, sono stati una guida emotiva e tecnica ritagliate su di lui.

Ecco perché il vero “tradito”è solo Sarri. Non il club, figuriamoci. L’ha detto Totti, esiste solo un Maradona. Non il pubblico, per lo stesso motivo di cui sopra (anche se i canti sotto la curva, magari…). Non la maglia, non facciamoci abbagliare da discorsi da tifosi. Higuain non ha mai fatto il tifo per il Napoli, ma solo per sé stesso. Nessuno è stato tradito da Higuain, che fino a prova contraria fa il calciatore professionista.  Solo lui, Maurizio Sarri, deve sentirsi oltraggiato dalla scelta di Higuain. Che sarà anche un professionista, ma resta pur sempre un uomo. In quanto tale, la riconoscenza dovrebbe essere contemplata. In quanto tale. Appunto.

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