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Analisi ragionata (e concreta) del mercato del Napoli: chi serve e chi può davvero arrivare

Analisi ragionata (e concreta) del mercato del Napoli: chi serve e chi può davvero arrivare

Il caso-Higuain, scoppiato dalle e nelle parole dell’ormai mitico fratello/agente Nicolas, sta facendo distrarre un po’ tutti da quelle che sono le reali necessità di mercato del Napoli. Che, per carità, deve comunque sapere (o magari determinare) che fine farà il suo miglior calciatore prima di mettere a punto una linea, di inquadrare una condotta. Ma che, allo stesso modo, ha il dovere di guardare anche “ai fatti propri”. Ovvero, a quello che serve a Sarri per poter preparare una stagione con dentro una Champions e magari una lotta-scudetto che in questo momento, solo a nominarla, farebbe ridere i polli. Non si sa quali sarebbero i criteri per cui il tifoso di una squadra arrivata seconda dovrebbe ridere pensando di poter arrivare di nuovo secondi, considerando l’immobilismo di chi è arrivato terzo e quinto e il reimpasto societario ancora in essere di chi è arrivato quarto.

Detto questo, chiariamo quali sono gli obiettivi di mercato del Napoli. O, almeno, quali sono gli obiettivi di mercato del Napoli veicolati dai media. Ci sono tre grandi macrocategorie: le panzane assolute (vedi Witsel), le panzane possibili e possibiliste (Herrera) e i profili realmente da Napoli (Zielinski e Vecino). Il Napoli deve ragionare in questo modo, non ha le possibilità economiche per potersi permettere un mercato completo e prendersi anche Witsel. Anche perché, nel frattempo, ci sono da stipulare i rinnovi con i migliori calciatori dell’organico: Higuain (si spera), ma anche Hamsik, Callejon e Koulibaly. Prima di andare avanti e di analizzare la situazione ruolo per ruolo, una digressione sul francosenegalese, ormai fratello di sangue (in chiave mercato) di Higuain. La sparata dell’agente, i grandi club pronti a investire su di lui. E poi il silenzio. Con un rinnovo magari già pronto, solo da firmare, e un appuntamento all’anno prossimo per capire se basterà davvero un altro ritocco dell’ingaggio per trattenerlo qui. Al momento, anche viste le clausole e l’assoluta mancanza di necessità, da parte del Napoli, di vendere i suoi giocatori, lo scenario più realistico pure per il caso-Higuain. Quindi, scriviamo questo pezzo ipotizzando che tutti rinnovino, con tanto di spesa reale anche per questi adeguamenti. Che sono il male del calcio, ma a cui dobbiamo piegarci se vogliamo andare avanti.

Portiere

Il Napoli ha assoluto bisogno di un vice-Reina. La soluzione più plausibile, anche in riferimento alla famosa e annosa questione della lista-Figc, è rappresentata dal ritorno alla base di Gigi Sepe, scottato nell’orgoglio dopo la parentesi nera di Firenze e quindi psicologicamente più conscio di non poter ancora aspirare a una maglia da titolare in un club importante. Certo, in questo caso sarà fondamentale la disponibilità del calciatore ad un ruolo di vice e “alunno” che non sembra andargli molto a genio. Ma che, un po’ come successo al primo Rafael (quello vero, non la controfigura del secondo anno) permetterebbe al Napoli di avere un portiere affidabile per coprire le spalle all’ex Liverpool. Di alternative non se ne parla molto, e questo dovrebbe rappresentare un titolo di merito: nel calciomercato, spesso, le cose che non si sanno alla fine si fanno. L’acquisto di uno come Sportiello, per tenerlo un anno in panchina o quasi, non ha molto senso, soprattutto quando hai altre zone del campo da coprire. Il Napolista, per questioni tecniche e di opportunità, vota quindi per Sepe: low cost, tendenzialmente affidabile, conosce già Sarri e può rappresentare un capitale per domani. In termini tecnici (se si dimostra pronto, perché non potrebbe ereditarla proprio lui, la maglia di Pepe?) o magari anche in termini economici, con una valorizzazione delle sue doti e quindi del suo cartellino da scambiare poi sul mercato in caso di arrivo di Sportiello et simila. La soluzione migliore, pur temporanea, per tutti.

Terzino destro

Qui si deve iniziare dalla scrematura di cui sopra tra panzane grosse, panzane attendibili e colpi reali e verosimili. Meunier e Fabinho rientrano nelle prime due categorie: per prezzo, ventilati interessamenti altrui (si dice di Psg per il primo e Manchester United per il secondo) e riconosciuta difficoltà del Napoli a chiudere questo tipo di affari. Ecco che, allora, il Napolista sostiene la candidatura interna di Silvan Widmer, esterno a tutta fascia (e a tutto gas) dell’Udinese. Il meglio che c’è per rapporto qualità-prezzo, per ambivalenza nel ruolo (indifferentemente terzino basso ed esterno alto, pur con vocazione protezionistica, nel tridente di Sarri) e per facilità d’accesso: l’Udinese è una bottega in cui il Napoli non prende il numerino, aiutato da un rapporto storicamente florido di affari. Non sempre eccellenti (Inler a 16-18 milioni resta ancora oggi un mistero della fede), ma potenzialmente mai da buttare. E basta vedere l’Allan di oggi, per capire di cosa parliamo. Widmer non ha un prezzo esorbitante, ed almeno inizialmente non pretenderebbe quel posto da titolare che a Hysaj, francamente, non può e non deve essere tolto. Anche per questo, le idee Maunier e Fabinho – calciatori di livello internazionale – sono difficilmente percorribili a meno di un addio (ad oggi improbabile, pur al netto della solita grana-rinnovo) dell’albanese. Widmer is the way, almeno per noi.

Centrocampisti

Il punto fondamentale del mercato azzurro. Qui ci si gioca tutte le carte, e qui è importante guardare bene alle macrocategorie di cui sopra. Perché Witsel è un affare che ha senso economico solo in caso di partenza di Higuain, con Napoli straricco e costretto a puntellare la squadra con campioni veri, e per questioni tecniche e per questioni ambientali. Abbiamo deciso di non partire dalla cessione di Higuain, anzi dal mantenimento in rosa di tutti i calciatori in odore di rinnovo. Quindi, Gonzalo ancora a Napoli e l’amico belga chissà dove. Poi c’è Herrera, che si trova a metà tra la bufala e la realtà. Se ne sta parlando troppo perché non ci sia qualcosina, ma è davvero difficile pensare che una bottega come quella di Pinto da Costa non trovi acquirenti per un calciatore come il messicano, o che non li trovi al prezzo con cui desidera venderlo. A queste cifre, l’affare non si fa. Il Napolista sarebbe felicissimo di essere smentito, anche perché Herrera è il profilo internazionale che manca al centrocampo del Napoli e magari servirebbe anche a calmare i malumori della piazza e di tutti quelli che di nome fanno Nicolas e di cognome portano Higuain. Però è difficile, molto difficile immaginare una conclusione positiva con questo tipo di importi. Così come è difficile farlo per Candreva, un investimento troppo importante per un solo calciatore tra l’altro più vicino ai 30 che ai 29. Si parla di Inter, e sarebbe un peccato farselo sfuggire. Ma si sa, a parità di competizioni e stipendio, i calciatori italiani scelgono sempre altri lidi rispetto a quello napoletano. E, giustamente, il Napoli non può e non deve svenarsi solo su un calciatore così. Anche se, pure il Napolista, un pensierino ce l’ha fatto e ce lo farebbe ancora.

Più verosimile (ri)pensare a due profili italiani o comunque interni, Vecino e Zielinski. Per il primo, oggi, riapertura ancora timida, ma che è possibile leggere oggi su Firenzeviola.it. Chi vivrà, vedrà. Per il secondo, invece, il discorso è ancora in divenire. Siccome a Udine è ancora la società a decidere del futuro dei suoi dipendenti, o almeno è libera di rifiutare offerte inferiori a quelle dei concorrenti, è stata rispedita al mittente la proposta del Liverpool. Il Napoli, forte dell’accordo raggiunto (si dice) con i friulani, potrebbe clamorosamente rientrare in corsa. Non siamo su Witsel ed Herrera, ma parliamo comunque di un profilo di valore, dal costo non eccessivo (cartellino e ingaggi) e comunque futuribile. Insomma, il perfetto acquisto da Napoli. Anche se a qualcuno non piacerà, ma la dimensione di mercato del Napoli è questa. Jorginho e Allan sono arrivati così, e se acquisti Higuain, Callejon e Albiol è perché hai venduto Cavani. Qualcuno, anzi un po’ tutti, sembrano aver dimenticato questo piccolo particolare.

Attacco

Noi abbiamo scritto in funzione che Higuain resti e che il Napoli spenda per il suo rinnovo. Insieme a quello di Hamsik, Koulibaly e gli altri. Sarebbero i veri (ri)acquisti della squadra azzurra, ed è davvero brutto che debba andare per forza così. Anche per questo, no alla rivoluzione. Anche per Gabbiadini, che resterebbe nel ruolo di prima alternativa come centravanti e come possibile variante tattica, con Zielinski schierato nel ruolo di trequartista dietro la coppia Gonzalo-Manolo. L’unica operazione che ci sentiremmo di (ri)considerare, in questo caso, è quella della recompra di Duvan Zapata. Che non costerebbe tantissimo riportare a casa, che conosce l’ambiente e potrebbe avere perciò impatto immediato e non diluito nel tempo dell’adattamento. Che potrebbe rappresentare la terza alternativa, per caratteristiche, nell’attacco del Napoli. Perché le rivoluzioni, a volte, si fanno partendo dal basso. Da quello che si ha già. E leggendo le cose secondo i propri parametri, le proprie possibilità. Molte volte, alcuni dimenticano questi importanti particolari.

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