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Candreva, il tuttocampista che serve al Napoli

Perché il Napoli potrebbe spendere anche 25 milioni per uno come Antonio Candreva e non acquistare più nessuno (o quasi).

Candreva, il tuttocampista che serve al Napoli
Candreva con la maglia dell’Italia

Sono cresciuto con il Real Madrid dei primi Galacticos. Quelli veri e leggendari, da Figo (anno 2000 il suo passaggio dal Barça) in giù. Quelli che oggi invece c’è solo Cristiano Ronaldo con Bale, perché Benzema è un’altra cosa, e Modric è un calciatore vero, e Casemiro in quel Real Madrid non avrebbe neanche portato le borse sopra il pullman. Sì, ok, il Real di oggi ha vinto Decima Undecima mentre quella politica portò a una spesa folle senza ritorni di risultati. Però vuoi mettere la narrazione? Una semplice domanda per far capire: ricordate tutti, senza controllare Wikipedia, quando il Real Madrid ha acquistato Bale? Qualcuno alza la mano, qualcun’altro no. Gli anni dei Galacticos, invece, li ricordo tutti. Li ricordano tutti. In successione, gli acquisti di ogni anno: Figo 2000, Zidane 2001, Ronaldo 2002, Beckham 20003, Owen 2004, Robinho 2005.

Tutto questo preambolo non c’entra nulla col Napoli e con il senso del pezzo, ma serve a introdurre la mitica massima del Florentino Perez di allora: Zidane y Pavón. Ovvero, un grande calciatore all’anno e integrazioni negli slot da occupare con dei ragazzi del vivaio. Questa fu, ovviamente, una cosa suggestiva che però non si verificò mai. Lo stesso Francisco Pavón, centrale difensivo, fu un calciatore mediocre e che non diede mai un contributo reale al Madrid. E, non c’è bisogno neanche di dirlo, fu l’unico prodotto della cantera inserito davvero nella prima squadra durante la prima presidenza-Perez, a parte altri due fenomeni come Raul Bravo e Javier Portillo.

Quindi, come dire: un solo acquisto l’anno, di grandissimo spessore. Dopo Italia-Belgio di ieri sera, lancio una provocazione. E se anche il Napoli facesse così e si svenasse, letteralmente, per Antonio Candreva? In realtà non c’era bisogno di novanta minuti di questo tipo per capirlo, con Candreva è uno di quei casi in cui il curriculum e i video parlano da soli. Però ieri abbiamo visto un altro Candreva: un giocatore non solo bravissimo, completo e decisivo, ma soprattutto un calciatore dall’altissimo senso tattico e del sacrificio. Diciamo pure: esattamente quello che mancava al primo Candreva, quello della Juventus e del primo periodo alla Lazio. Una mancanza importante per un interno, tanto da suggerire, prima a Reja e poi a Petkovic e Pioli, di inventare un nuovo Candreva: esterno d’attacco e basta, con compiti e propensioni quasi esclusivamente offensive. Un’interpretazione del calciatore che ha sedotto prima Prandelli (due anni fa in Brasile Candreva era l’esterno destro d’attacco titolare) e poi Conte, che però ha provveduto a rivedere e correggere movimenti e situazioni tattiche in base alle sue esigenze. Che sono, inutle sottolinearlo, puramente difensive.

E qui, proprio e soprattutto qui, nasce l’infatuazione di cui questo pezzo vuole farsi umilmente portatore sano. Immaginate il Napoli che acquista Candreva. E che con Candreva mette a posto due ruoli, insieme. Quello di Callejon (vice) e di Hamsik (vice). Che poi, che vice sarebbe? Parleremmo di un titolare certo, non aggiunto. Uno con cui puoi fare veramente turnover, in tutte le posizioni. Largo a destra, come sostituto dello spagnolo e uomo di echilibrio. Anzi, forse Candreva è l’unico esterno del panorama italiano (insieme a Bernardeschi) in grado di replicare, pur con caratteristiche diverse, lo spirito tattico di Callejon. Al posto di Insigne, dall’altra parte, per un’interpretazione più coperta del 4-3-3. In luogo di Hamsik, e qui siamo vicini per qualità di impostazione e sensibilità di gioco. Perfino sopra, se vogliamo, per capacità di calcio. E infine al posto di Allan, per una versione maggiormente offensiva e più scoperta del modulo disegnato quest’anno da Sarri.

Per Candreva approverei anche la logica del Madrid. Lotito vuole 25 milioni? Diamoglieli, facciamolo contento che poverino si diverte solo così. Ma intanto ci prendiamo un calciatore vero, maturo, realizzato, importante. Che ha ancora fame di grande squadra nonostante i 29 anni, che è ancora giovane nonostante i 29 anni. Che ha saputo portare sulle spalle il peso di una pressione incredibile. Lui, romanista dichiarato acquistato dalla Lazio e divenuto in breve, forza delle doti e del calcio, un idolo (o quasi) della Curva Nord. E che, soprattutto, ieri sera è stato il miglior tuttocampista dell’Italia: 3 key passes, l’assist decisivo per il raddoppio di Pellé; ma anche un numero infinito di ripiegamenti difensivi, 2 palle intercettate e recuperate, una fascia letteralmente bruciata sotto i tacchetti. Roba alla Callejon, che forse vale anche i soldini, tanti, che chiede Lotito. Io mi accontenterei di lui, in questo mercato, e che tutti venissero confermati. 

È una provocazione, lo so. Forse esagero, ci vuole anche altro. Però magari una non-cessione generalizzata più Candreva, un terzino destro e l’arrivo già ufficiale di Tonelli è una roba che non si discosta troppo da Zidane y Pavón. E farebbe fare comunque il salto di qualità al Napoli, perché Candreva è fortissimo. Ed è, o comunque sarebbe, quello che serve davvero a questa squadra.

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