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Conte, visto che vai al Chelsea, sii coraggioso e schiera un’Italia che corra

Conte, visto che vai al Chelsea, sii coraggioso e schiera un’Italia che corra

La premessa doverosa è che quasi ogni vigilia tormentata della Nazionale ha poi avuto benefici sui risultati raggiunti dall’Italia. Il quasi è d’obbligo considerate le due ultime figuracce ai Mondiali: ricordiamo che dopo il successo di Berlino 2006 – arrivato in piena Calciopoli – sono giunte due clamorose eliminazioni al primo turno. Una rimediata in Sudafrica da un Marcello Lippi troppo frettolosamente richiamato al posto di un Donadoni che non aveva affatto demeritato, anzi: era stato eliminato agli Europei del 2008 solo ai rigori dalla Spagna che avrebbe vinto tutto per sei anni consecutivi. Donadoni ebbe il gran merito di aprire la Nazionale alla provincia, con gli innesti di Quagliarella e Di Natale. Anche se poi agli Europei ebbe timore, o forse subì pressioni, e Totò giocò meno del previsto. In quella partita decisiva contro la Spagna, subentrò a Cassano al 75esimo e fu anche il più pericoloso con un colpo di testa che solo un grande Casillas levò dalla porta.

La Federazione non vedeva l’ora di richiamare Lippi che in Sudafrica ci mandò a sbattere. Ripropose il blocco di quattro anni prima, pagò l’infortunio di Buffon e uscimmo in un girone che definire mediocre è poco: Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia: rimediammo due pareggi e una sconfitta. Fu poi il turno di Cesare Prandelli che condusse la Nazionale a uno splendido Europeo nel 2012, con Balotelli protagonista. Eliminammo Inghilterra e Germania prima di essere travolti in finale dalla Spagna che nel frattempo aveva vinto anche i Mondiali. Prandelli, però, non riuscì a ripetere l’impresa ai Mondiali in Brasile dove battemmo l’Inghilterra ma perdemmo con Costa Rica e Uruguay e tornammo a casa dopo pochi giorni.

Siamo così giunti ad Antonio Conte. Con un contrattino di due anni, lui che ha già firmato per il Chelsea prima di giocare gli Europei. Nulla di male per noi, anzi potrebbe essere persino un vantaggio. A patto di sfruttarlo. Ecco, ci auguriamo di sbagliare, ma anche Conte sembra che si stia impiccando al cosiddetto gruppo. Che è vecchio, spompato, in evidente difficoltà. Passi per il blocco Juventus in difesa che è la squadra meno battuta del campionato e quindi nulla da eccepire. A centrocampo, complici anche gli infortuni di Montolivo e Thiago Motta, ha chiamato volti nuovi anche se non giocano: Sturaro, Zappacosta, oltre all’inamovibile Florenzi. Ma stiamo ancora col boccheggiante De Rossi, per non parlare di Montolivo e Thiago Motta (entrambi per fortuna infortunati). Quel che appare poco comprensibile è l’attacco dove abbiamo un parco calciatori che non sono veri e propri bomber. Si salvano Pellè (11 gol in Premier) e Insigne (in doppia cifra quest’anno in serie A). Eder si è spento, anche se è bravino, inspiegabile la convocazione di Zaza. 

Una domanda sorge spontanea. Visto che a luglio andrà al Chelsea, perché Conte non ha reciso i vecchi legami e non ha puntato su giovani con voglia di fare? Pavoletti, per esempio, e perché no Lapadula? Insomma, blocco Juventus in difesa e poi gente che ha garra, disposta a sputare l’anima. Abbiamo paura di rivedere l’Italia in debito di ossigeno di Brasile 2014 e Sudafrica 2010. Possibile che nessuno in Federazione abbia spinto per scelte più coraggiose? Come abbiamo detto all’inizio, le vie del pallone sono infinite. Magari Immobile comincerà a segnare a raffica. Ma da Conte ci saremmo aspettati e ancora ci attendiamo più coraggio: metta in campo chi ha voglia di correre. I giovani ci sono, dia loro fiducia. Tanto poi andrà a Londra, non ha niente da perdere. Ci risparmi l’immagine di un’Italia vecchia e zoppicante che sembra così tremendamente la fotografia del nostro Paese.

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