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Il ritorno di Zapata è una buona idea per il Napoli

Il ritorno di Zapata è una buona idea per il Napoli

L’Udinese, a 31 gol, è il secondo peggior attacco della Serie A. E nelle ultime cinque partite, ha realizzato 6 reti. Due dati veloci per sottolineare la pessima stagione dei friulani in quanto a produzione offensiva, dopo anni di indigestioni di gol assicurate da Totò Di Natale. La situazione diventa ancora più difficile in relazione al numero dei calciatori mandati a segno: sui 31 gol bianconeri, 10 sono stati realizzati da Cyril Thereau e 7 da Duvan Zapata. L’ultimo dato, quello relativo all’attaccante colombiano, non può e non deve essere trascurato dal Napoli.

Il club azzurro è ancora proprietario del cartellino del colombiano arrivato nell’estate del 2013 dall’Estudiantes per una cifra pure importante: circa 6 milioni di euro. Non fu un acquisto facile: il Sassuolo aveva un contratto già firmato con il calciatore che poi, quando si rese conto di poter arrivare al Napoli, spinse per annullare il precedente accordo. E fece una scelta fortunata un po’ per tutti: come vice-Higuain, Zapata riuscì a imporsi con 15 gol complessivi in due stagioni di Napoli e una media gol per minuto da grande cannoniere, date anche le poche occasioni avute per poter sostituire il Pipita (1884 minuti in campo, quindi un gol ogni 125 minuti). Più qualche giocata niente male anche dal puro punto di vista tecnico, come in occasione della sua prima rete: in Champions contro il Marsiglia.

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Già nel nostro articolo sul fantamercato (qui) scrivemmo di quanto fosse una buona idea riportare Zapata a Napoli, anche a fronte di una probabilissima maggiorazione del prezzo per annullare il prestito biennale in Friuli. La scorsa estate l’attaccante colombiano e le due società hanno inserito nel contratto una clausola che permette al Napoli di riprendersi Zapata dietro il pagamento di una cifra vicina al milione e mezzo di euro. Anche a costo di dover trattare con Pozzo, il Napoli dovrebbe assolutamente cercare di riappropriarsi del suo primo vice-Higuain. Intanto, perché è altamente probabile che uno tra lo stesso Pipita e Gabbiadini debba lasciare Napoli. Questione di incompatibilità, purtroppo: se, come tutti i tifosi napoletani sperano, Higuain dovesse rimanere in azzurro, è francamente impensabile che Gabbiadini resti un altro anno a fare da centravanti di scorta e basta, anche con il miraggio-Champions. Rischierebbe una svalutazione tecnica ed economica che non può permettersi. Anche il discorso tattico è importante: con Zapata al posto di Gabbiadini, pur nel solco di caratteristiche comunque diverse (un altro come Higuain è difficile trovarlo), Sarri troverebbe un’alternativa più fisica al gioco da accentratore dell’attaccante argentino. Colmando una lacuna che a volte si è avvertita quest’anno. Servirebbe in partite un po’ chiuse in cui fare a sportellate è più utile che cercare la profondità. In cui, per esempio, potrebbe servire una roba così:

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Zapata è diventato attaccante di livello, lo dicono anche i numeri di questa stagione un po’ tormentata. I sette gol di cui abbiamo già parlato, in un contesto di anemia offensiva. Senza dimenticare l’infortunio che ne ha condizionato la stagione: uno strappo che lo ha costretto a rinunciare a 11 partite e a una serie di spezzoni per recuperare la condizione. In tutto, 1239 minuti per 22 presenze, non più di 56 minuti a partita. Guardandoli da questa angolazione, i 7 gol (più 3 assist e 9 passaggi chiave) diventano una cifra importante. Così come importante è stato il suo recupero per l’Udinese, che con Zapata dal primo minuto (le ultime quattro partite) ha messo insieme i 10 punti necessari per blindare una salvezza parsa a un certo punto quantomeno complicata. Tra questi 4 match, anche quello da ex col Napoli. In cui, oltre al contributo di fisicità e presenza “pesante” per i difensori del Napoli, c’è stata un’altra sua giocata importante, fondamentale, in positivo per De Canio e in negativo per la corsa-scudetto del Napoli e per Gabriel: il recupero palla sull’errore del portiere brasliano e il successivo cross per la rovesciata di Bruno Fernandes.

Non ci sono controindicazioni, dunque: anche perché Zapata è un classe ’91 (ha compiuto 25 anni il primo aprile), e quindi ha ancora una carriera lunga davanti a sé. Rappresenta un investimento contenuto ma dalla resa quasi sicura, in relazione anche a un inserimento che non ha ragione di esistere date le due stagioni già vissute sotto il Vesuvio. L’unico dubbio riguarda la sua dimensione di “riserva e basta”, esattamente quella che l’ha portato a chiedere e ottenere il trasferimento l’estate scorsa. Qualora il Napoli dovesse realmente reinserirlo in organico, dovrebbe concedergli più spazio rispetto a quanto fatto in passato da Benitez che in due stagioni intere l’ha schierato da titolare per 18 partite in tutte le competizioni. Poche, effettivamente, anche se tantissime rispetto a quelle giocate da Gabbiadini. Higuain è un fantasma che potrebbe scoraggiare Zapata a ritornare “a casa” dopo un anno comunque positivo nonostante un infortunio maledetto. C’è da chiedersi quante reti avrebbe messo a segno senza quel lungo stop, o forse è meglio di no. Già così sarà dura trattare con Pozzo. Almeno, si è fermato a sette gol. Possiamo ancora chiedere uno sconto.

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