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Amiamo il Napoli di Sarri perché proviamo gioia

Amiamo il Napoli di Sarri perché proviamo gioia

In una frase dello spettacolo teatrale (ma già romanzo: Guanda 1979; Marcos y Marcos, 2011) “La corsa dei mantelli” di Milo De Angelis sentiamo questa frase: “non chiedere mai nulla che sia meno della gioia”; quanta meraviglia in una sola frase. Giovanni Raboni in una poesia, invece: “Mai davvero felice e mai del tutto / infelice – oh, l’ho capito, e mi regolo, / Ma pensare la gioia, almeno quello: / pensarla! e qualche volta, senza farsi / troppe idee, senza montarsi la testa, / annusarla, sfiorarla con le dita / come se fosse ( non lo è?) l’avanzo / della vita d’un santo, una reliquia…” (da Tutte le poesie, Einaudi 2014). De Angelis e Raboni sono due grandissimi poeti, entrambi milanesi, e entrambi ci dicono del desiderio della gioia. De Angelis la vede come la richiesta delle richieste, il desiderio è quello e basta. Raboni la pone un gradino sotto la felicità, e quindi più facilmente raggiungibile, anche se per rari momenti – chiarisce.

Noi qui ci occupiamo di calcio, di sport. Se pensiamo alla gioia – allora – a cosa pensiamo? La cosa più ovvia, il pensiero semplice è quello della vittoria; ieri, per esempio, il Napoli ha battuto il Verona, con un secco 3 a 0. Noi tifosi abbiamo, giustamente, gioito, il giusto, certo, non più del necessario, ma abbiamo gioito. Vuoi perché si arrivava da una bruttissima sconfitta, vuoi perché battere il Verona è sempre piacevole (sì, è banale, ma vogliono loro che sia così). Così è, anche, se si vince una competizione, che si tratti di una Coppa o di un Campionato, ma davvero la gioia può essere solo questo? Se si vince: gioia / Se non si vince: non gioia. Secondo me no, altrimenti non ci saremmo divertiti così tanto quest’anno. Leggiamo ora una frase del grandissimo Socrates: “La bellezza viene prima di ogni cosa. La vittoria è una cosa secondaria. Quello che conta è la gioia.” (da Socrates, L’irregolare del pallone; Edizioni Clichy, 2016). Secondo Socrates la bellezza e la gioia sono collegate a tal punto da sovrapporsi e diventare una cosa sola. Senza la bellezza non esiste la gioia, la gioia viene se la bellezza accade. È molto semplice ed è tutto qui. Vedete, la questione della gioia collegata alla bellezza spiega molto bene il perché ci piaccia questo sport. Ci innamoriamo di un calciatore, di un gol che ricorderemo per sempre, di un colpo di tacco, di una rovesciata, di un tiro all’incrocio dei pali. Noi ci innamoriamo di qualcuno che si incolla la palla al piede, che salta quattro o cinque avversari e arriva fino in porta; se lo fa dando l’impressione di divertirsi parecchio lo si ama ancora di più. Prendiamo Maradona, lui sì che si divertiva, si diverte certamente anche Messi, ma non sembra; questa è una delle grandi differenze tra i due fenomeni, poi ci sono quelle tecniche che oggi non ci interessano. Ci innamoriamo di una squadra che pratica la bellezza attraverso l’amalgama tra gioco organizzato e talento individuale: per questo amiamo il Napoli di quest’anno, per questo proviamo gioia. Io credo che, considerando tutto, anche quello che non è ancora accaduto, possiamo mettere questa stagione tra le indimenticabili, perché abbiamo provato gioia per la maggior parte del tempo. La stagione della bellezza. Naturalmente, vincere è meraviglioso, ma penso (come Socrates) che la bellezza e la gioia vengano prima, non ho molti dubbi su questo. Anche ieri il Napoli ha praticato bellezza, e a questa bellezza – come ho scritto più volte quest’anno – è condannato. Il Napoli ha perso quando ha giocato male, quando non ha osato, quando non è riuscito ad applicare al campo la bellezza che invece aveva disegnata in testa o sotto le magliette. Tutto qui.

Gli appunti del Drone Giggino

Che dovevo fare? Ho preso Higuain, ho preso Sarri e me li sono portati con me. Non lo avessi mai fatto. Higuain sembrava un pazzo, non ho mai sentito tante maleparole nella mia carriera di drone. Dal lato Sarri sembrava la cortina di fumo, quante ne ha fumate uagliù, una cosa impressionante. A un certo punto i Led hanno cacciato la bandiera bianca. Dopo il gol di Gabbiadini, i due, si sono un po’ tranquillizzati, ma è stato comunque un inferno, comunque ottima partita, ma è meglio se questi stanno sul campo. Mister, per oggi hai fumato abbastanza, puzzo che nemmeno il baccalà fritto della vigilia di Natale.

Notizie dall’Inghilterra

Non posso evitare di parlare di Claudio Ranieri, mi fa molto piacere per lui. Insomma, stamattina, i giornali (Gazzetta compresa), il sito della Serie A, tutti omaggiavano Ranieri. Naturalmente, si alludeva alla questione del suo prematuro accantonamento da parte dei club italiani; come se i giornali sportivi lo avessero difeso. Vabbè, solite cose. Ieri, comunque si è messo a piangere pure Inler, vincere una Premier senza giocare, non è da tutti.

Note a margine:

–   Stasera Zuniga titolare

–   Ho preso un cornetto a Callejon e una torta a Gabbiadini

–   Albiol è richiesto a Hollywood per un film sull’Impero Romano

–   #IoStoConSarri dalla prima

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