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Da grande voglio vincere lo scudetto o almeno provarci, quindi benedetto turnover

Da grande voglio vincere lo scudetto o almeno provarci, quindi benedetto turnover
Il mio Villarreal – Napoli 1-0
 
– Tu da grande cosa vorresti fare?
Questa è la domanda la cui risposta dovrebbe riassumere e spiegare tutto.
– Non ho un’idea precisa sul turnover. Mi piace quando si vince, lo detesto quando si perde. In generale, non amo i titolarissimi e men che meno le rotazioni totali in cui si stravolgono le certezze. O peggio ancora, quando non si dà un’idea precisa e i giocatori spaesati non sanno dopo 6 mesi chi sono i compagni e in quale squadra giocano. Tipo Mancini all’Inter.
Ma dipende dalle situazioni. E dagli/lo obiettivi/o.
– Ogni qualvolta si gioca durante la settimana, da anni, il nostro mantra è il turnover: quanti ne cambierà? Chi cambierà? Come li cambierà?
– L’idea dell’allenatore, della squadra e della società è chiara. A prescindere dalle dichiarazioni, il campo toglie qualsiasi dubbio. Tutto è volto ad unico pensiero.
– La Coppa Italia si è defilata per questo motivo. In quel caso avrei preferito per lo meno Higuain in campo, giusto per disintegrare le residue convinzioni dell’Inter. Anche se poi si è rivelato superfluo perché si sono suicidati e continuano a farlo in perfetto stile Rudi con la Roma.
– Da tifoso che sogna in grande, mi piacerebbe una squadra che abbia la mentalità di andare a vincere all’ultimo sangue su tutti i campi e di cercare di arrivare in fondo a tutte le competizioni. 
Poi mi chiedo con razionalità: obiettivamente siamo questo? Abbiamo una rosa che può permetterselo? In Europa ci riescono costantemente solo i mostri: il Barcellona, il Real, il Bayern.
Il recente passato ci ha già svegliato svariate volte e ci ha dimostrato che due teste non riusciamo ad occuparle.
– Da tifoso che percepisce la possibilità reale di conquistare il tanto agognato tricolore, che da queste parti non si intravede da più 25 anni, in una sfida che sembra protrarsi in maniera estremamente equilibrata, punto a punto, comprendo e condivido più che in altre stagioni le scelte del tanto odiato turnover totale del giovedì.
– Se ieri avessimo avuto 5/6 punti di vantaggio sulla Juve, certamente in Spagna avrei rischiato qualche uomo in più e avrei potuto pensare da grande, ma così non è, e tutte le scelte sono dettate dalla priorità assoluta che oggi non si chiama Villerreal, ma ha la maglia rossonera.
– Partendo da questa consapevolezza, le partite di Europa League, specie quelle del girone, le guardo con un minimo di distacco e le considero risorse che hanno la funzione di testare coloro che giocano meno e far riposare chi invece gioca senza sosta. Poi si vedrà se questa ottica potrà mutare.
– Il Villarreal è un’ottima squadra. In casa soprattutto. È quarta in campionato dietro ai due colossi e all’Atletico che nel corso degli anni ha dimostrato di essere uno dei migliori club d’Europa. E ieri ha giocato con i titolari. 
– Ho letto di cali di tensione, di un Napoli spompato ed ormai alla frutta. Se così fosse, avremmo dovuto rivedere i fantasmi di Rossi e Nilmar, l’indimenticabile panza di Horvat del Viktoria Plzen e soprattutto contro questo Villarreal avremmo dovuto prenderne almeno tre.
Così non è stato.
– Il Napoli a mio parere ha disputato la partita che doveva fare. Nonostante il turnover massiccio, non si è snaturato e basandosi su una difesa solida, ha comunque cercato di proporre gioco. Non sempre ci è riuscito e probabilmente qualche uomo ha giocato al di sotto dei suoi standard, ma mai è stato passivo o rinunciatario.
– A parte il raptus di Reina con quel rinvio sbilenco a cui comunque ha risposto con una parata salvatutti e la punizione decisiva, il Napoli ha concesso nulla agli avversari.
– Di contro, in più di un’occasione, gli azzurri non sono stati precisi in contropiede specie nell’ultima rifinitura. A volte banale. E lì bisognava essere più cattivi.
– Calle non è riuscito a segnare da ottima posizione e nel conto manca un rigore clamoroso per fallo di mano di un difensore in piena area.
– Nell’occasione, l’arbitro e l’assistente hanno preferito travestirsi da Mazzoleni e Tagliavento e sorvolare.
– Il direttore di gara, a prescindere dalla miopia sul penalty, è stato impresentabile. Non arbitrerebbe nemmeno in Italia.
– La prestazione della squadra c’è stata, mentre per i singoli i giudizi sono altalenanti.
– Valdifiori avrebbe dovuto palesare che può giocare anche partite più difficili e con avversari di un altro rilievo. Quando gli è stato concesso qualche metro, ha dimostrato di avere buona visione e buoni tempi per mandare in profondità i compagni. Non appena gli spazi e i tempi hanno iniziato a restringersi ha perso lucidità e controllo e solo la mediocrità dell’arbitro gli ha consentito di finire la gara senza una espulsione che ha più volte rischiato. Tra lui e Jorginho restano 3 marce di differenza.
– Gabbiadini continua il suo calvario da centravanti puro. Ruolo che a mio avviso non gli si addice non amando il contatto fisico e non amando dare le spalle alla porta. Si sbatte, si impegna, spesso vuole strafare, ma non incide in questo modulo in cui il suo piede fatato e il suo tiro magistrale sono penalizzati.
– Mertens mi ha ricordato una partita di Altobelli in nazionale nella quale fu chiamato per un tempo intero Jacobelli da Nando Martellini. Caressa ha bissato con Martens, come il ciclista. Il belga, come Gabbiadini, troppo spesso si è incartato forse per dimostrare di essere un titolare meritevole. Ci ha sicuramente abituato ad altre prestazioni, ma è stato colui che ha tentato di dare grattacapi alla difesa spagnola. Resto molto fiducioso per il prosieguo della sua stagione.
– La difesa, in toto, titolari e riserve, ha concesso qualcosa di molto simile al nulla. 
– Hamsik non ha brillato, pur avendo toccato caterve di palloni. Con Valdifiori non c’è feeling e quasi sempre ha fallito il passaggio risolutore che per uno come lui sarebbe ordinaria amministrazione.
È forse il suo momento di flessione. Ma in una stagione strepitosa, la migliore della sua carriera, sarebbe impensabile che non accadesse. Prima di iniziare a pensare ai soliti pomodori, mi guarderei allo specchio.
– Lopez non mi è dispiaciuto, seppur pensi che il centrocampo orienti la performance collettiva, e Calle ha fatto la sua solita partita in attacco-difesa-difesa-attacco.
– Higuain quando è entrato non si è visto e Insigne si è notato per una punizione dal limite terminata alta e per una scaramuccia con Soldado che avrebbe meritato un pacchero oltre al cartellino giallo: il famoso schiaffo del Soldado.
– La sconfitta comunque è stata immeritata e i punti di riflessione non sono dettati dal risultato. Se sono fiducioso per la gara di ritorno lo dirò lunedì notte, quando magari Caressa e Bergomi saranno a Londra per secciare la Fiorentina e la priorità assoluta si sarà compiuta. Senza turnover.
– Tu da grande cosa vorresti fare?
Vincere il tricolore o almeno provarci sino all’ultimo giorno.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
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