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Non arrocchiamoci nella giusta difesa di Napoli, ricordiamoci di Benedetto Croce

Non arrocchiamoci nella giusta difesa di Napoli, ricordiamoci di Benedetto Croce

Napoli e Benedetto Croce

Nell’arco di una settimana ne son capitate di cose. Abbiamo regalato un punto ad un Milan osceno, che, davanti alla sua area di rigore, non ha parcheggiato il solito pullman, ma vi ha piazzato tutta Milano Due, con annessi e connessi. Siamo usciti dall’Europa League dopo una partita sfortunata al San Paolo, dove il Villareal è riuscito a pareggiare con un cross sbagliato che qualche anno fa avrebbe fatto la felicità di Mai Dire Gol. Ma, a questi fatti che riguardano direttamente il rettangolo verde si è aggiunto qualcos’altro. I pennivendoli, si sa, sono, spesso e volentieri, a caccia di notizie, nel senso che, come diceva il filosofo Jacques Derrida, tendono ad informare i fatti e non sui fatti. Si tratta di un fenomeno quasi inarrestabile, nella misura in cui sta aumentando a dismisura, come è chiaro alle persone un po’ più attente, il numero dei cronisti, opinionisti e presunti tali, che, nell’era dell’informazione internettizzata, vanno alla ricerca dello scoop. E quando non trovano niente di appena commestibile da proporre ad una massa virtuale sempre più famelica, cominciano ad inventare di tutto. Prima, si è cercato di vedere una macchinazione diabolica dietro le parole del presidente De Laurentiis sul presunto chilo e mezzo di troppo di Higuain: i più hanno detto che il numero uno della Ssc Napoli già starebbe creando le condizioni per la vendita del fuoriclasse argentino, mettendolo in cattiva luce davanti al popolo partenopeo. Peccato che coloro i quali hanno costruito i propri articoli su questa non-notizia non sappiano che vi è una clausola molto sostanziosa – circa 94 milioni di euro – e chiunque sia disposto a pagarla può acquistare le prestazioni di uno dei migliori attaccanti al mondo.

Per non parlare poi del solito e, ahimè, squallido teatrino mass-mediatico messo su all’indomani della rapina ad Insigne. Anzi, diciamoci la verità, le grandi intelligenze nazionali hanno cominciato sabato sera quasi in diretta a propinarci una quantità incredibile di stupidaggini e luoghi comuni. Per comprendere la reale qualità dei discorsi improvvisati da finti sociologi che a stento riescono a produrre pensieri senza compiere errori grammaticali alquanto marchiani, basterebbe guardare oggi, a mente fredda, una replica de “La Domenica Sportiva”, nel corso della quale il grande saggio del calcio italiano, quel mister Trapattoni, che ha girato mezzo mondo e dovrebbe essere più aperto della media nazionale ad un’analisi priva del solito dualismo Nord-Civile vs. Sud-Incivile, ha fatto discorsi rispetto ai quali le farneticazioni seriali del leghista Salvini sembrano addirittura ragionate e ben ponderate.

Ma, a dire il vero, c’è un aspetto che mi inquieta di più dello sport nazionale “calpesta il terrone”: la reazione dei napoletani, giornalisti, politici e very normal people. Tutti protesi, purtroppo, nel tentativo, faticoso quanto vano, di difendere la città rispondendo alle accuse ormai diventate classiche – siete arretrati, incivili, camorristi inside e via farneticando – costruendo argomentazioni troppo deboli, improntate ad una sorta di rigurgito ideologico neo-borbonico, che francamente è del tutto fuori luogo. Per carità, si fa bene a sottolineare che anche altrove capitano rapine a danni di calciatori, che Napoli non è il ricettacolo del male italiano, che abbiamo un passato illustre, ricco di glorie politiche, culturali. Ma credo possa essere più efficace quello che consigliava un personaggio del calibro di Benedetto Croce in un suo saggio erudito di grande profondità. Un saggio nel quale il filosofo mette in risalto che da secoli ormai circola per l’Europa e il resto del mondo lo spettro di una Napoli paradisiaca paesaggisticamente ma abitata da creature quasi demoniache. Di fronte a queste critiche alquanto grossolane, secondo Don Benedetto, occorre agire con grande attenzione, evitando di cadere nella trappola mortale di una contrapposizione inutile Nord-Sud e, men che meno, nel piagnisteo reiterato di giorno in giorno; bisogna, al contrario, armarsi di forza e coraggio per far sì che queste storielle vengano ridicolizzate dai fatti e dalla nostra quotidiana realtà. Insomma, nessun vittimismo di sorta, ma azione concreta, pratica, volta a smascherare il cattivo gusto, il razzismo latente, l’ignoranza storica, che si nascondono dietro gli slogan anti-napoletani diffusi attraverso giornali, tv e internet, troppo spesso preoccupati solo di raggiungere un numero sempre crescente di persone, cui presentare un prodotto preconfezionato ormai alquanto stantio.

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