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L’assessora Clemente: «Il restauro del murales di Maradona è come il San Gennaro a Forcella di Jorit»

L’assessora Clemente: «Il restauro del murales di Maradona è come il San Gennaro a Forcella di Jorit»

L’assessora Alessandra Clemente, presente in via Emanuele De Deo per assistere al restauro del murales Maradona, ha commentato così l’intervento di Salvatore Iodice: «Avevo avuto già modo di incontrare Salvatore davanti a Palazzo San Giacomo, poi, come succede con i grandi artisti, è sempre difficile mettersi in contatto con una mail, con la burocrazia, e allora poiché sono rimasta prima una ragazza di questa città che un assessore con un incarico istituzionale, un giorno sono venuta ad incontrarlo nella sua “Miniera” (il laboratorio di Salvatore, ndr) e ho voluto sostenere con grande forza il suo progetto artistico. Già con le murate del Parco Mercola a Ponticelli e nel centro storico con Gennaro di Jorit Agoth a Forcella, avendo la delega alla Creatività ho voluto che iniziassero ad esserci delle macchie di creatività nella nostra città, anche legate alla street art. Il nostro obiettivo è fare di Napoli la città più colorata di Europa e quando Salvatore mi ha chiesto di dare vita a questo recupero di colore, grazie all’aiuto operativo di Sitelium con il suo cestello fornito per l’operazione di recupero del murales, abbiamo dato il via all’operazione per valorizzare questo talento. È un dovere per un’amministrazione pubblica. È bellissimo assistere. Si dota un intero rione di un’opera d’arte, è come parlare di un Picasso del 2020. L’unico fenomeno di turismo virale, a Napoli, è proprio il Gennaro a Forcella di Jorit. Noi qui ne creeremo un altro È questa la Napoli che vogliamo, questa è la visione giusta della città».

La grande protagonista, però, è la finestra abusiva. Cosa ne pensa?
«La nostra città non deve rinnegare le sue pecche. Noi non rinneghiamo quella finestra abusiva. È importante però trasformarla e renderla parte non passiva, quindi non zavorra, ma parte attiva e ali di un processo di sviluppo. Non possiamo cancellare la nostra storia, la tradizione di questa città, l’importante è non mettere le contraddizioni sotto il tappeto, vogliamo lavorarci insieme. Spesso sono dove c’è grigio, dove c’è abusivismo, dove ci sono ragazzi che fanno scelte sbagliate, proprio per dire che l’istituzione c’è. Siamo persone non distanti, sentiamo i problemi, per questo oggi sono qui. È vero che il Comune non ha soldi ma siamo l’istituzione cittadina e la nostra reputazione e la nostra creatività sono uno strumento per fare cose, anche mettere insieme gli investimenti di privati dove c’è bisogno. La bellezza libera l’etica»

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