E’ andata male. Non malissimo, ma male sì. Il Napoli esce sconfitto dallo Stadium dopo aver dimostrato di essere pari alla Juventus per 87 minuti. Ha deciso un episodio, anche abbastanza fortuito. Un tiro da fuori di Zaza, deviato, ha ingannato Reina, posto fine alla serie di 8 vittorie del Napoli e allungato quella della Juve, arrivata addirittura a 15 partite di fila.
Nei precedenti 86 minuti l’incontro era stato a dir poco bloccato. Pochissime azioni pericolose da una parte e dall’altra, con una leggera supremazia dei bianconeri.
Gli azzurri, salvo pochi momenti, non hanno giocato come sanno e come ci hanno abituato. Forse questa è la vera nota dolente. Un punto di distacco a 13 giornate dalla fine non è nulla, ma il Napoli dovrebbe aver imparato quello che Sarri ripeteva già dopo la partita con la Lazio: questa non è una squadra che può gestire il risultato. E’ una squadra che funziona quando pressa e attacca, altrimenti è una squadra normale. E le squadre normali a Torino contro la Juve, di solito, perdono.
Il momento in cui ho avuto la sensazione che stavamo per perdere è stato una manciata di minuti prima del gol. Jorginho avanzava palla al piede nella nostra trequarti, invitando invano con le braccia Allan ad avanzare, quando Zaza sopraggiungeva da dietro, rubando palla, senza che nessuno urlasse “uomo”. Ecco, il Napoli che ha aggredito il campionato e gli avversari sino ad oggi, si faceva rubare palla in quel modo. Di lì al gol è stato un attimo. Questa sconfitta non vuol dire nulla e il Napoli ha ancora tutte le possibilità di giocarsi lo scudetto? Boh. Forse. Molto dipenderà dalla capacità di reagire subito alla sconfitta, tornando ad essere il Napoli che ha incantato sinora.
Veniamo alla maglia sudata di Juve Napoli
Al terzo posto: Kalidou Koulibaly
Arriva il miglior attacco della serie A, con in più un Quadrado in forma smagliante, ma K2 non si fa intimidire. Prestazione maiuscola la sua, sotto tutti i punti di vista. Lotta su ogni pallone che arriva nel suo raggio d’azione, ferma e riferma gli avversari, tanto che addirittura saranno addirittura 10 le palle recuperate. Ogni tanto esce dalla difesa a testa alta e dimostra di non aver paura di lasciare sguarnito il reparto. Ineccepibile.
Al secondo posto: Elseid Hysaj
Sulla sua fascia c’era Pogba, con tanto di pettinatura pokemon per catturare gli avversari. Beh, gli è andata male. Hysaj non gli lascia nulla, anzi, ogni tanto lo dribbla e si lancia generosamente in avanti. In una giornata in cui c’era bisogno di personalità l’albanese dimostra di averne da vendere.
Mr. Maglia sudata per Juventus-Napoli: Allan Marques Loureiro
Non è quello che ha corso di più, non è quello che ha recuperato più palle, né quello con il maggior numero di passaggi riusciti, ma compare in tutte le classifiche e, soprattutto, per tutta la partita ha dimostrato di crederci. Forse gli ultimi quindici minuti, quando era visibilmente stanco, avrebbe preferito essere sostituito. Rimane una prestazione gigantesca la sua, che va premiata.
La maglia asciutta per Juventus Napoli viene assegnata a: Marek Hamsik
E’ il capitano, quello con più presenza, quello che la maglia azzurra ce l’ha cucita sulla pelle. E questa non era una partita qualunque. Non gioca male Hamsik, ma da lui non ci aspettiamo il compitino, ci aspettiamo che dia la carica, che azzardi un dribbling per dimostrare ai compagni che non c’è da aver paura. Invece no. Chissà l’Avvocato che definì 20 anni fa Baggio un coniglio bagnato che nomignolo avrebbe dato allo slovacco. Di certo l’Hamsik che piace a noi è quello che recupera in tackle contro la Fiorentina e urla al pubblico che lui c’è. Di questo Juve Napoli, purtroppo, non ci resta in mente nemmeno un’immagine del capitano.
Fabio Avallone ilnapolista © riproduzione riservata