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Il settimo sigillo del Napoli che archivia la pratica Lazio senza sudare più di tanto

Il settimo sigillo del Napoli che archivia la pratica Lazio senza sudare più di tanto

E sono sette. Sette vittorie consecutive in campionato per il Napoli di Sarri. Non accadeva dalla stagione 1987-88, finita male, con Maradona in campo. Il Napoli di Higuain e Sarri eguaglia quella squadra. Lo fa vincendo a Roma contro la Lazio per 2-0, senza soffrire, e con la stessa maglia rossa indossata ventotto anni fa a Pescara. Il Napoli resta in testa alla classifica per la quinta giornata consecutiva, tiene a due punti la Juventus che supera il Genoa in casa per 1-0. Il Napoli torna anche a non subire gol dopo sei partite.

Il Napoli ha la grande capacità di rendere semplici anche le imprese meno facili. E dà anche l’impressione di saper dosare le energie. Sa quando accelerare e sa con quelle accelerazioni assicurarsi un vantaggio che diventa incolmabile. La squadra di Sarri controlla la partita poi, a metà primo tempo, colpisce due volte. Come un cobra. Prima con Higuain, 23esimo centro in 23 partite, e poi con Callejon con uno splendido pallonetto. Per il resto, il Napoli accompagna la partita al triplice fischio finale di un arbitro, Irrati, che nella ripresa sospende momentaneamente la partita per i cori razzisti nei confronti dei napoletani e i buu nei confronti di Koulibaly: una rarità assoluta nel campionato italiano. Qualche minimo sbandamento nella ripresa, proprio poca roba, con la Lazio che non riesce mai davvero a impegnare Reina. 

Un girone dopo, sembra non essere cambiato granché tra Napoli e Lazio. La squadra di Sarri controlla molto bene la partita e quando accelera si rende sempre pericolosa. I continui tagli di Callejon e Higuain mettono sempre i brividi alla difesa di una Lazio ancora più decimata del Napoli. Per questa Partita, Sarri è costretto a rinunciare agli squalificato Hysaj e Allan, rimpiazzati da Maggio e David Lopez, e sceglie Strinic al posto di Ghoulam. Pioli deve fare a meno di Cataldi, Biglia, Milinkovic-Savic, Radu e nel corso del primo tempo perde anche Candreva (il migliore dei suoi) per infortunio. 

Ma francamente non sappiamo quanto le assenze abbiano avuto il loro peso. Il Napoli gioca da squadra consapevole. Con ritmi ottimi ma non al massimo. Come al solito, il Napoli non è solo cinico in avanti ma è anche feroce nella fase difensiva. Al 5‘, ad esempio, un imperioso Koulibaly prima ferma Candreva al limite dell’area di rigore, poi riparte e percorre metà campo costringendo la Lazio al fallo.

Un minuto dopo, Basta prova a imitare Barreto e serve un delizioso assist ad Higuain con un retropassaggio che lo libera solo davanti a Marchetti: Gonzalo tira sul primo palo da poco dentro l’area, il portiere blocca in due tempi. 

Il Napoli dà l’idea di aspettare il momento giusto. La Lazio si fa viva al 13esimo con Candreva che entra in area e per fortuna il cross sbatte contro la gamba di Parolo. 

Ma, come spesso capita ai nostri avversari, la Lazio fa una gran fatica a costruire mentre il Napoli taglia la difesa avversaria che è un piacere. Su uno di questi tagli, passa. È il 23esimo: Jorginho lancia Callejon spostato sulla sinistra, passaggio arretrato per Higuain che tira e poi segna di carambola col petto sulla respinta di Marchetti. Quattro minuti e la scena si ripete: lancio di Insigne per Callejon, stavolta a destra, taglio e pallonetto su Marchetti in uscita. Incredibile la facilità con cui il Napoli arriva in porta.

C’è tempo per un’ammonizione a Lulic (fallo su Hamsik), l’ingresso di Keita per Candreva. E per una curiosità: al 39esimo, Insigne sbaglia un passaggio.

Nella ripresa accade poco. Al 52’ viene ammonito Hoedt per fallo da dietro nei confronti di Higuain a centrocampo. Poi la Lazio prova ad affacciarsi dalle parti di Reina con un colpo di testa in tuffo di Konko che finisce fuori. È il miglior momento della squadra di Pioli che sfiora il gol con Klose da solo davanti a Reina (pallonetto alto) e Lulic che non riesce a segnare su passaggio arretrato di Felipe Anderson che è bravo ad approfittare di un errore di Koulibaly e a entrare in area.

Poi accade ben poco. Ci sono solo sostituzioni e ammonizioni. E, appunto, l’arbitro Irrati che blocca la partita per cori razzisti nei confronti dei napoletani.

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