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Luca da Adelaide: «Il Napoli è l’amore mio. Essere napoletani è un pregio, non esserlo è un difetto»

Luca da Adelaide: «Il Napoli è l’amore mio. Essere napoletani è un pregio, non esserlo è un difetto»

È andato via da Napoli sette anni fa perché l’Italia non offriva nulla ai giovani: quattro anni a Londra per fare un po’ di esperienza professionale in due ristoranti stellati, Gordon Ramsay e Alyn Williams at the Westbury, il tempo di conoscere la sua fidanzata e futura moglie, Roberta, e di imparare l’inglese, e poi ha deciso di cambiare aria e di trasferirsi in Australia. Oggi, a soli 24 anni, Luca Abbatiello è Restaurant Manager del Vardon Restaurant, un ristorante fine-dining nel cuore di Adelaide, nel sud dell’Australia: piatti elaborati, servizio di alta qualità e attenzione maniacale ai dettagli. «Ma tornerei di corsa a Napoli – dice – sarebbe un sogno: la famiglia, gli amici, la pizza, il sole, il mare, il Vesuvio, il caffè e anche l’abbonamento allo stadio. Tutto l’amore che ho è lì, in quella meravigliosa città». Per lui il Napoli è tutto, «l’amore mio, me lo sono tatuato anche sulla pelle. Ho visto tutte le partite del Napoli, a qualsiasi ora del giorno e della notte».  Ma pure Napoli è al primo posto nelle sue priorità, nonostante le migliaia di chilometri che lo separano da casa: «Essere napoletani è un pregio – dice – non esserlo è un difetto».

Da pochi giorni Luca si è trasferito a Maylands dopo aver abitato a lungo a Glenelg «praticamente sul mare, così Napoli mi stava vicino». Racconta di aver scelto Adelaide per la sua dimensione di tranquillità: «È very quiet, come dicono qui, un milione e mezzo di abitanti ma non concentrati, sparsi sul territorio. Cercavo una cosa del genere dopo il correre continuo della vita londinese». Non solo pace, lentezza e spazi liberi, però: il Sud dell’Australia è chiamato “The festival state”, perché ogni mese c’è una festa, musica, divertimento, vita. Una terra scelta alla metà del ‘900 da italiani, greci, olandesi e polacchi, «da tutti quelli che cercavano una nuova vita e che hanno portato ad Adelaide e nel territorio circostante la coltivazione della vite creando distretti dove si produce vino, come il Barossa Valley, noto in tutto il mondo». Gli immigrati, da queste parti, sono ancora numerosissimi: «Campani, calabresi, pugliesi, i classici italo-australiani. Io sono nel gruppo Facebook “Italiani in Adelaide”, dove ci conosciamo, scambiamo idee e ci aiutiamo, e faccio anche parte del Fans Club Napoli Adelaide: è lì che vedo le partite in genere».

Luca racconta che in Australia il calcio negli ultimi 4-5 anni ha acquistato sempre più importanza e tifosi, anche se «la maggior parte degli australiani segue l’Aussie rules, il football australiano. Sono pigri, lenti, calmi! Qui è tutto very slow».

La sua prima volta al San Paolo è stata nel febbraio 1999 per Napoli-Reggiana: «Doppietta di Turrini. Ero con mio papà e fu un’emozione indescrivibile. Non volevo andare via dallo stadio, ricordo che mio padre mi tirò via con la forza».

Spera che finiremo il campionato nella parte altissima della classifica «ma non mi far dire quella parola!», mi prega. Parla di Sarri come di un uomo umile, onesto e colto e aggiunge di essere «uno dei pochi che non è contro Aurelio. È un grande: ha sollevato il Napoli dal niente». Per spiegare il rapporto che secondo lui esiste tra Napoli e il Napoli dice che è tutto scritto nelle parole di “Un giorno all’improvviso”.

Ad Adelaide sono le 6.30 del mattino. Nonostante sia così presto, fuori ci sono già 20 gradi: «Oggi arriveremo a 35», dice, mentre si siede sul divano con la maglietta del Napoli addosso e sulle sue gambe si acciambella il gatto Gonzalo, chiamato così in onore di Higuain e avvolto, per l’occasione, in una sciarpa del Napoli. Luca ha dormito solo un paio d’ore: «Per il Napoli tutto», ribadisce. È solo a casa da solo, un po’ intontito dalla mancanza di sonno: «Alle 9 deve tornare al lavoro», si rammarica. Salti e urla di gioia sui gol di Higuain e Callejon: «Un infarto mi faranno venire, un giorno», commenta. Finisce che è felice come un bambino: «Saluto tutta Napoli con tutto il mio cuore. Mai rinnegherò da dove vengo. E magari ci vediamo a maggio…».
Ilaria Puglia

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