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Napoli in fermo-immagini: da Vinicio al ricordo delle Olimpiadi veliche del 1960

Napoli in fermo-immagini: da Vinicio al ricordo delle Olimpiadi veliche del 1960

Cronaca veloce di un pomeriggio di un giorno qualunque – mettiamo lunedì 13 ottobre – vissuto dal cronista che rincorre gli avvenimenti o, più correttamente, è rincorso dagli stessi. Procediamo con ordine.

Primo fermo-immagini al Molosiglio, sede della Canottieri Napoli. Ambiente scosso e turbato dalle dimissioni del presidente Sabbatino che i soci vorrebbero venissero ritirate, ma lui, giustamente, chiede una verifica completa. La platea sociale è divisa ma lo sport non deve soffrire perché i Circoli – istituzioni benemerite in una città più sensibile al tifo che alla sana abitudine di curare il fisico – hanno questa mission e, in subordine, quella mondana. Siamo venuti alla Canottieri Napoli per rendere omaggio a Carlo Iuliano addetto stampa del Napoli di Maradona ed amico personale del pibe, ma sulla fascinosa terrazza riscaldata dal sole facciamo tre incontri non da poco: Corrado Ferlaino, Luciano Moggi (il gatto e la volpe della favola calcistica più “cruenta” di quella descritta dal fumetto) e Luis Vinicius De Menezes, l’indimenticabile ‘o lione del calcio azzurro d’antan. Sono un tantino invecchiati ma tengono botta, soprattutto Luis che gli ottanta li ha superati, diritto come un fusto e con un timbro di voce che farebbe ingelosire un baritono: stima molto Sarri, per innata abitudine al fair play non si lascia mai scappare che copia il modello di calcio da lui brevettato per trasformare il Napoli di Braglia-mitraglia e di altri onesti carneadi in uno squadrone che faceva gol e spettacolo e sfiorò lo scudetto. E’ bello sentir parlare ‘o lione, è la voce di un calcio che non c’è più ma che, imperando Tavecchio, Lotito, Blatter e Platini, non finiremo mai di rimpiangere: crede, Vinicio, che gli azzurri contenderanno alla Roma lo scudetto e che a Sarri riuscirà quello che lui mancò per un pelo. Moggi, invece, è per la Roma, Ferlaino non è d’accordo ma, dopo mille contorsioni, non riesce a fingere: “L’attacco del Napoli è più forte, vinciamo noi”. Amen.

Secondo fermo-immagine all’ora di cena. Siamo stati invitati da Nino Castaldo per festeggiare – a casa sua e con le abbondanti libagioni preparate, con straordinaria fantasia ma anche con profondo rispetto delle nostre tradizioni gastronomiche da mamma Adele che conosce anche la ricetta più antica della nonna: il ruoto di patate al forno con cipolle e pomodori – Matteo e i suoi compagni del quattro senza campioni del mondo dopo un’astinenza durata trenta anni. Il panorama è superbo: prima zoomata su piazza Municipio e sulle strutture del porto di Neapolis che ritardano i lavori del metro; poi l’orizzonte si allarga e si domina tutto il golfo. Nino, il papà di Matteo, e Carletto Rolandi, il nonno quasi novantenne che ha alle spalle nove olimpiadi da velista e non smette di stupire, non stanno nei panni,ma ancora più contenti sono Peppe Abbagnale e Davide Tizzano, presidente e vice della federazione nazionale, Mimmo Perna e Carmine Capuozzo, l’amico di sempre, ex vogatore plurimedagliato anche lui. Si parla di Rio2016, di speranze nuove e di certezze (poche) vecchie e Napoli è al centro dei discorsi: nel 1960 stupì il mondo organizzando le più spettacolari olimpiadi veliche, ora potrebbe fare ancora di più e Tizzano, che uno ne fa e cento ne pensa, elenca una serie di eventi che potrebbero rilanciare il turismo insieme al canottaggio e alla vela. Se qualcuno è disposto ad ascoltarlo nei palazzi che contano battesse subito un colpo.

Siamo piacevolmente frastornati, ma il terzo fermo-immagini ci riporta alla realtà. È come svegliarsi dal sonno. Abbandoniamo a malincuore il balcone sospeso sugli splendori e le miserie della città addormentata e, appena in strada, veniamo simpaticamente bloccati dal sindaco De Magistris che si aggira, a poche decine di metri da palazzo San Giacomo, in cerca di cibo. “Non ho mangiato e forse non riuscirò neanche a cenare”, dice il sindaco che sfoggia una linea invidiabile, ma anche chi è magro ha fame. Nella piazza le luci dei ristoranti sono accese ma le cucine sono irrimediabilmente spente, ma qualcosa, ne siamo certi, riuscirà a rimediarla. Napoli non nega un boccone a chi lo cerca, neanche al sindaco che sembra voler tornare in strada per ripetere l’exploit delle settimane di felicissima sospensione. In questo modo, penserà, avrò modo di intercettare anche Bassolino e di scambiare quattro chiacchiere con lo sfidante (?): se il ring è allestito all’aperto lui è più a suo agio, combatte con più grinta e fa valere le sue indubbie doti di “grande provocatore”. Sarà vero? Non abbiamo risposte e Ferlaino, il grande mediatore, sta dormendo.  
Carlo Franco

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