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Borges avrebbe chiesto di vedere il gol di Insigne

Borges avrebbe chiesto di vedere il gol di Insigne

Cose che somigliano a segnali

1) Napoli-Fiorentina deve essere finita da qualche minuto, ricevo da un amico juventino un messaggio su Facebook: “ho visto il secondo tempo del Napoli, davvero notevole”.

2) Un’ora dopo, il mio amico Martino, tifoso viola e grande intenditore di pallone, mi manda un whatsapp: “Primo tempo equilibrato”, dice. “Nel secondo tempo ci è calato il centrocampo e avete smaramaldeggiato”.

3) Ore 22 e 30, esco con i cani, a Venezia sta diluviando. In giro ci siamo solo io, i cani e l’ombrello. Venezia sa essere silenziosa come pochi posti al mondo, si sente solo la pioggia. Eppure, per qualche istante il rumore della pioggia viene sovrastato dalle note di ‘O sole mio, penso che sia una mia suggestione, invece le note arrivano da una delle solite feste da ricchi che si svolgono nei palazzi affacciati sul Canal Grande. Dopo molti anni ho trovato nella canzone, e in quei momenti, un significato, un segnale positivo. Qualcuno potrebbe sostenere che io abbia pensato al Napoli. Che lo sostenga pure, non lo contraddirò.

4) Ieri pomeriggio stavo leggendo un libro di Michele Mari e del fotografo Francesco Pernigo: Asterusher. Autobiografia per feticci, (Corraini, 2015); all’interno fotografie degli oggetti feticcio dello scrittore milanese, accompagnate da didascalie scritte apposta o tratte da suoi libri precedenti, Stupore! Mari, che è milanista (se non ricordo male), tiene, in bagno, un poster di Maradona, col tatuaggio del Che in bella vista. Mari scrive: «Da piccolo avevo in camera il poster di Che Guevara: oggi quel ritratto campeggia sulla spalla di un incongruo e sublime Maradona, che mi tiene d’occhio da un angolo del bagno». Ho controllato a fine partita, leggevo quella pagina mentre Higuain raddoppiava.

Rimango un attimo su Michele Mari. In uno dei suoi libri più belli: Fantasmagonia (Einaudi, 2012), c’è una storia in cui Omero e Borges assistono, entrambi ciechi, alla finale dei mondiali di calcio tra Grecia e Argentina, quando sarà fischiato un calcio di rigore e tal Marianetti sistemerà la palla sul dischetto, entrambi gli scrittori diranno: «Non voglio vedere». L’immaginazione va oltre la cecità, al ricordo di passate sofferenze e consuetudini. La fantasia, soprattutto. Ieri ho pensato che, soprattutto, Borges (e chissà Omero) non avrebbe voluto voltarsi dall’altra parte, anzi, avrebbe chiesto di voler vedere, per non perdersi il gol di Insigne, per esempio. Borges e Mari c’entrano ancora perché nel libro che leggevo ieri, sopra la foto di un pugnale c’è questa frase: “A detta del venditore, il pugnale ottocentesco, proveniente dal Medio Atlante, avrebbe rapito più di una vita umana. Avesse letto Borges, il mercante avrebbe aggiunto che la lama è stata ricavata dal ferro di un chiodo della Croce, abbastanza grosso perché se ne ricavasse anche, attraverso numerosi passaggi formali, la pallottola che uccise Kennedy.” Se i giornalisti sportivi pensassero, ogni tanto, a quello che ha scritto Borges, probabilmente, troverebbero logico applicare la frase di Michele Mari ad alcuni aspetti, se non tutti, del gioco del calcio. Pensando a Borges e alla partita di ieri cosa possiamo dire? Intanto che le strabilianti prestazioni di Insigne e Hamsik sono merito della condizione psico-fisica dei due calciatori, ma anche degli schemi di Sarri, ma anche di qualcosa di mistico e inafferrabile, ma anche di quello che hanno imparato negli anni precedenti, ma indiscutibilmente del loro talento, ma anche della buona sorte che, come tutti sanno, come la letteratura ricorda, non deve mai mancare. Il calcio è, poi finzione, eppure diventa reale più di ogni altra cosa, quando la previsione, lo schema, la tattica, il movimento, la finta (!), lo scatto, smettono di essere parole scollegate tra loro e si realizzano in bellissime frasi di senso compiuto. La verità di ieri è il gol di Higuain. Come Borges, forse, direbbe. Come Mari inventare saprebbe.

Gli appunti del drone Giggino

Tutta questa gente mi fa mancare l’aria, però quanta felicità, se il drone vostro respirasse il suo fiato sarebbe azzurro. Mi sono attrezzato, ho una nuova frequenza, non perdo mai il segnale, nemmeno con il gel di Callejon. Lui, forse, col gran lavoro che sta facendo perde un po’ di lucidità sotto porta, ma per ora va bene così. Maronn’, la Fiorentina gioca bene, il primo tempo mi è piaciuto, anche se nulla è accaduto, il drone barman mi ha passato un po’ di caffè Borghetti, alle volte sembro proprio un tifoso, ma io sono qui per lavorare. Comincia il secondo tempo e pallina pazza (che ormai distinguo benissimo) segna di nuovo, spettacolo. La difesa regge anche oggi, a centrocampo registro dati impressionanti, Sarri sarrà (scusate) soddisfatto. Azz’ hanno pareggiato, bel gol. Niente di grave, il tempo di spostarmi a centrocampo e Higuain ha già segnato, non ci prendono più, la vinciamo. Mi mangio una frolla, intanto. Fischio finale. Mr., te la fumi una?

Notizie dall’Inghilterra

La Waller beer è la più venduta della settimana, pazzesco. Il Leicester, con Inler in panchina, fa 2 a 2 col Southampton e resta in ottima posizione di classifica. Il Watford ne prende tre in casa dall’Arsenal, resta a 10 punti, zona rischio. Behrami e Britos non hanno giocato, siamo molto dispiaciuti, vorremmo che ai ragazzi venisse data una possibilità. Loro, intanto, hanno insegnato ai compagni di squadra il nobile gioco della Stoppa, anche perché il Bridge è una uallera a livello di Inler.

Nota a margine:

–  Il vassoio di cornetti è in viaggio per Castelvolturno

–  In Argentina si festeggiava la festa della mamma, auguri alla mamma di Higuain e sempre un pensiero affettuoso a quella di Maradona.

–  Sabato ho letto su La Repubblica questa frase di Sarri: “Ho sempre sognato di fare un gol al San Paolo, ma non ho mai avuto i piedi giusti”. Ti voglio bene.

–  #IoStoConSarri
Gianni Montieri

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