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Rodolfo Walsh direbbe che con Chievo-Napoli è cambiato il modo di poggiare il piede

Rodolfo Walsh direbbe che con Chievo-Napoli è cambiato il modo di poggiare il piede

Bisognerebbe sempre cominciare con una poesia. Pensavo a questa frase qualche giorno fa mentre ragionavo circa un saggio breve su George Saunders che stavo preparando. Pensavo, naturalmente, all’incipit dell’articolo, ma pensavo anche a ogni cosa, in quel preciso momento ho avuto la sensazione che se lasciassimo che ogni nostro gesto o azione fosse preceduto da una poesia le cose si metterebbero bene fin da subito, o almeno non così male. Ecco, stamattina avrei voluto cominciare questo articolo con una poesia e ho passato un po’ di tempo a ragionare sul quale testo avrei potuto scegliere, quale il più adatto a Chievo – Napoli, la partita incubo per me, quella (qualcuno ricorderà dall’anno scorso) che mi procura la stessa ansia di un’eventuale sfida con il Real Madrid, Pellissier nei miei incubi peggiori è forte come Bale, per sfortuna sua lo è soltanto lì, e mentre cercavo la poesia sono incappato, o meglio mi è tornato in mente, un passaggio di un racconto di Rodolfo Walsh, scrittore argentino che ha già partecipato alla rubrica. Il brano tratto da Fotografie (La Nuova Frontiera, 2014), precisamente dal racconto Foto è questo: “Ricordati che la palla si calcia a Buenos Aires, ma il piede si poggia qui”. Ogni volta mi stupisco di quanto il calcio c’entri con la letteratura e viceversa. La frase è usata come metafora, si sta parlando di giochi politici. Un padre sta spiegando al figlio che è vero che i destini si decidono nella capitale ma che per partecipare a quelle decisioni, per far sì che quelle decisioni vengano prese in un certo modo, bisogna che si lavori e bene anche a distanza da Baires. Quelli del racconto sono gli anni difficili della dittatura in Argentina, quella frase ha ancora più peso, sono parole decise e allo stesso tempo di difesa, un padre avverte suo figlio e tenta di proteggere entrambi. Riportiamo quella frase nel rettangolo di gioco. Portiamola a Verona. Quali sono, storicamente, i campi dove il Napoli cede il passo, dove perde punti, sui quali nascono le nostre bestemmie? Quelli come Verona. In partite con il Chievo, l’Empoli, il Bologna (una doppietta di Rolando Bianchi in mezzo al nulla delle sue realizzazioni ancora mi tormenta), e così via. Con la partita di ieri sera qualcosa è cambiato e non solo per il risultato, è cambiato il modo di poggiare il piede, per tornare a Walsh. Se Buenos Aires sono le partite contro le squadre forti, se per Buenos Aires vogliamo intendere un piazzamento nei piani alti della classifica, allora dobbiamo capire (e mi pare che lo stiamo capendo) che il piede va poggiato al Bentegodi, va poggiato dove fin qui il passo lo abbiamo ceduto. La vittoria di ieri è stata importante, ma come da qualche partita avviene l’importanza non è scissa dalla bellezza, godiamo col Napoli di quest’anno di molti momenti di bellezza. Precisione e inventiva sono quasi perfettamente coniugate e ogni tanto il quasi sparisce. Il gol di Higuain ieri sera è – metaforicamente – una poesia. Della poesia possiede il senso del ritmo (vedi il tempismo dell’assist di Ghoulam e quello dell’inserimento e tiro di Higuain), l’accelerazione tipica del testo poetico (vedi in quanti pochi secondi tutto accade), l’armonia (vedi come tutti i movimenti sono come dovrebbero essere), il saper mettere il punto al momento giusto (vedi la capacità di Higuain di concludere l’azione nell’unico e bellissimo modo possibile).

Gli appunti del drone Giggino

Avevo il pomeriggio libero e ho fatto un giro per Verona, dall’alto si capisce, uè ma è proprio una bella città, ma infatti mica ce l’abbiamo con Verona? Ma nemmeno con i veronesi, solo con alcuni, quelli che sono schiavi di alcune fissazioni nei confronti dei napoletani, ma dopo il giro che ho fatto di pomeriggio sopra i bei tetti di Verona ho deciso di non avercela nemmeno con i fissati, sento che sarà una bella partita. La prima cosa che registro, perché il Mister mi aveva avvertito, è che nella metà campo del Chievo si sta più o meno in diciotto per un sacco di tempo. Palo, cazzo. Scusate. Azz’ mordono questi del Chievo, tra noi droni usiamo spesso il termine Cazzimma, parola adatta stasera, anche perché la cazzimma la teniamo pure noi, noi che vogliamo vincere. Higuain, palo, ancora. Prendo fiato. Due cose devo segnalare al mister, la prima me l’ha fatta notare il mio amico DroneGianluca: Albiol e Koulibaly vengono guidati da Reina col joystick, la seconda è che Jorginho sta giocando in maniera perfetta, a fine partita il numero di palloni che avrà toccato sarà altissimo, il numero di palloni che avrà sprecato sarà prossimo allo zero. Nel secondo tempo vengo tramortito dal gol di Higuain, sarò drone ma tengo il cuore azzurro. Oggi sento che tutti abbiamo fatto il nostro mestiere. Mister, ci meritiamo una sigaretta, che dici?

Notizie dall’Inghilterra

Attenzione: Il Watford vince 2 a 0 in casa dello Stoke City, con Britos titolare. Incredibile. Gioiamo insieme. Behrami, in panchina, è entrato a partita in corso, meglio non esagerare con la buona sorte deve aver pensato l’allenatore del Watford. Il Leicester ne vince un’altra, Inler è rimasto in panchina per tutta la durata del match. Ranieri ha deciso: Inler deve occuparsi solo della distribuzione della Waller Beer, alla Premier penseranno gli altri giocatori. Scoop: Avvistato Zuniga a Londra, non ne sappiamo molto ma indagheremo nei prossimi giorni.

Note a margine:

–  Bookcity (a Milano) è cominciata con una vittoria del Napoli (giovedì sera) e con una vittoria del Napoli si è conclusa (domenica sera), come sempre dovrebbe essere per le manifestazioni letterarie.

–  Venerdì è il compleanno di Maradona, facciamogli gli auguri tutti i giorni di questa settimana, capite a me

–  Callejon, ti adoro

–  #IoStoConSarri
Gianni Montieri

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