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Carpi-Napoli spiegata da Flaiano. In Inghilterra hanno dedicato una birra a Inler

Carpi-Napoli spiegata da Flaiano. In Inghilterra hanno dedicato una birra a Inler

Il mercoledì è, tradizionalmente, il giorno delle Coppe Europee, ma, da prima ancora (per me) è il giorno del cinema. Fino a qualche anno fa ci andavo spesso, era il giorno in cui si pagava meno, ma poi ci andava troppa gente e allora ho cambiato giorno, e, in seguito, i pomeriggi con prezzi scontati si sono allargati anche ad altre giornate, poi le rassegne, poi le anteprime, poi la questione insopportabile ma (almeno a Milano) quasi inevitabile delle prenotazioni; tutte queste cose insieme hanno fatto sì che io al cinema di mercoledì non ci vada da un secolo, i film me li vedo a Venezia nel fine settimana, senza coda. Il mercoledì poi non è nemmeno più giorno di coppe, almeno che uno non si accontenti dello streaming russo, sto imparando la terminologia calcistica in quella lingua. Che fare per non guardare Carpi – Napoli? Non mi resta che leggere, mi capita tra le mani Diario degli errori di Ennio Flaiano (Adelphi, 2010). Intanto i miei amici su Twitter sbadigliano sulla partita, la definiscono soporifera, qualcosa dove nulla accade, come un fermo immagine. Guardate cosa scrive Flaiano a un certo punto circa il cinema: “In più c’è da osservare che è l’unica forma d’arte nelle quali le opere si muovono e lo spettatore resta immobile”. La frase è del 1970, Flaiano non poteva sapere cosa avrebbe combinato l’arte contemporanea con lo spettatore nei decenni successivi. Giustamente non inseriva il calcio tra le forme d’arte, anche se noi sappiamo che qualche volta può esserlo, non lo avrebbe fatto perché lo spettatore di calcio, che stia sul divano o allo stadio, fermo non ci sta. Ipotizziamo che Flaiano avesse scritto quella frase, anziché sul cinema, sul calcio, avrebbe dovuto ricredersi, perché durante Carpi – Napoli molto poco è durato il movimento, l’azione cinematografica è risultata sbiadita e ferma, come un’immagine fissa e vecchia. Siamo al cinema, il proiettore si guasta e si fissa su questo fotogramma: Dieci uomini in maglia bianca dietro la linea del centrocampo, schiacciati verso la propria area, altri uomini vestiti d’azzurro bloccati come in un movimento, un tentativo di avvolgimento non riuscito. Io non l’ho guardata ma Carpi – Napoli non si è giocata, o meglio ha generato un non gioco, qualcosa che non mi piace vedere su un campo da calcio, ma che può capitare. Flaiano direbbe che il Carpi ha fatto il suo, con le squadre forti giocherà così, ma del Napoli cosa direbbe? Intanto aggiungerebbe questa frase: “Può succedere il contrario che l’opera eccetera. E allora si ha la crisi”. Crisi di un’ora e mezza, dovuta alla difficoltà di manovra. Possiamo sopportare un fermo immagine? Certo, sopportiamo brutti film, continuamente. Il Napoli ha un’idea di gioco e lo si vede anche nel non gioco o nel non riuscito gioco. Ringraziamo Ennio Flaiano e aspettiamo la Juve, magari pure che si svegli Valdifiori.

Gli appunti del drone Giggino

A Carpi ci giocava Salvatore Bagni, questo è quello che conta, forza ragazzi. Scusate, ma è il vento che mi spinge all’indietro, o stanno tutti quanti fermi? Questo campo è talmente piccolo che non riesco a fare manovra, stasera ci sarebbe voluto il drone della Smart, ma io col cambio automatico sono negato, quindi niente. Traversa del Pipita, campo piccolo ma porta più alta, vabbè non voglio essere polemico. Io guardo i nostri difensori e non li riconosco più, ed è così bello non riconoscerli. Va detto che in un campo più piccolo Mertens e Insigne si vedono pure a occhio nudo. Subbuteo a Carpi. E quindi gli idranti, ma tu vedi, sembrerebbe un vecchio trucco per perdere tempo, almeno nel mio Manuale dei giovani droni è scritto così, ma non può essere, suvvia. Sarà uno spiacevole incidente come ne capitano di frequente nei campetti degli Oratori. Sto facendo lo snob? Avete ragione, ma mi sto annoiando, qua non si segna nemmeno se stiamo fino a domani. Mr, passame ‘na sigaretta. 

Notizie dall’Inghilterra (Quei bravi ragazzi)

In attesa di Leicester – Arsenal di sabato prossimo, dove mi aspetto un Inler da 5, non possiamo rovinarci la media, e una sua sostituzione nel secondo tempo, scopro che gli hanno dedicato una birra artigianale, la Waller Beer, doppio malto, retrogusto molto amaro, aromi naturali (meglio non chiedersi quali). Pare sia molto buona, l’unica controindicazione è che è molto pesante, scende lentamente (chissà da chi avrà preso) in pratica, tu bevi e ti uallarei. Come sapete, il peso della uallera non ci lascia mai, esattamente come l’esperimento per la Dickinson. Non ho notizie di Britos e Behrami, ci faranno sapere.

Note a margine:

–  Odio il turno infrasettimanale

–  Abbiamo finito con le trasferte emiliane?

–  Abbiamo un problema con le “piccole”? Uno solo? Foss’ ‘o ddio

–  Ho scoperto che Ormezzano esiste ancora e recita poesie calcistiche

–  Pure Orrico esiste ancora

–  #IoStoConSarri.
Gianni Montieri

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