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Napoli-Sampdoria: la “prima” di Sarri al San Paolo tra presunti integralismi, modelli Samsung e fuga di spettatori

Napoli-Sampdoria: la “prima” di Sarri al San Paolo tra presunti integralismi, modelli Samsung e fuga di spettatori

La parola al campo. Stasera si gioca. Dopo la sconfitta inaugurale a Reggio Emilia contro il Sassuolo, il Napoli torna in campo. Contro la Sampdoria di Zenga che ha vinto la prima (5-2 al Carpi) e che dopo una giornata può vantare anche la coppia di cannonieri del campionato: Eder e Muriel. Dati non rappresentativi si direbbe in tempo di spoglio elettorale. Come spesso accade dopo una sconfitta, la settimana non è scivolata via agevolmente. Si sono sprecate le polemiche nei confronti di Sarri accusato di integralismo (oggi basta avere un’idea per essere definiti integralisti) dopo appena novanta minuti. Ma ci sono anche segnali positivi. Nessun procuratore ha detto nulla. E da Higuain non è filtrato nemmeno un mugugno dopo la sostituzione di domenica scorsa. Un segnale importante forse sottovalutato.  

La doppia prevendita (abbonamenti-biglietti) sembra procedere a rilento. Questa sera sono attesi 25mila spettatori e potrebbe essere il record negativo per la prima partita di stagione. Ci si è interrogati a lungo sulla disaffezione del pubblico napoletano. Fenomeno cominciato già da qualche anno e che si è accentuato nell’ultima stagione. Tante le ipotesi: dalla critica a De Laurentiis, considerato dalla vulgata un presidente che pensa principalmente al proprio profitto invece che alla crescita della squadra, dalle lamentele per lo stadio (i bagni rotti, l’impianto obsoleto, eccetera), fino alla presunta impossibilità di vincere che il nuovo tifoso, ormai diventato tifoso-cliente, considera motivo più che giustificabile per disertare: se non vinco, non partecipo. Del tema ci occupiamo da tempo qui sul Napolista, il nostro pensiero è sufficientemente noto: il pubblico del San Paolo è solo la pallida fotocopia di quello che per anni ha sospinto la squadra ed è entrato nel luogo comune del giornalismo italiano. E spesso, purtroppo, il giornalismo arriva buon ultimo a intercettare le trasformazioni della società. Altrove, all’estero, i tifosi sostengono realmente la squadra al di là del risultato. L’ultimo dei tantissimi esempi è quello del pubblico di Bruges. Ma per chi ci legge è storia vecchia.

Al di là delle motivazioni, resta il dato: la fuga degli spettatori dal San Paolo. Ieri in conferenza Maurizio Sarri ha detto che dev‘essere il Napoli, col suo gioco, a riportare il pubblico allo stadio. Un’affermazione che sarà piaciuta ai tifosi. Ne ha rilasciate di dichiarazioni interessanti ieri l’allenatore toscano in conferenza stampa. Ha finito col parlare di mercato: ha detto che a centrocampo manca di fatto un sostituto di Hamsik. Per quel ruolo, al momento, c’è Dezi. Ha fatto autocritica pr la partita col Sassuolo, soprattutto perché giocata sotto ritmo. Ha parlato della difesa, di Ghoulam (non gli piace come difende) e ha fatto l’esempio del passaggio dall’iPhone al Samsung (la settimana scorsa si rifugiò nel Televideo) come esempio di apertura mentale, di duttilità (lui, ha detto, questo passaggio lo ha fatto ed è riuscito ad adattarsi alla nuova realtà proprio perché ha apertura mentale, ha detto tra il serio e il faceto). Una risposta che ha dato a chi gli ha chiesto quanto tempo occorresse per assimilare i nuovi automatismi. Un’affermazione che probabilmente ha l’obiettivo di scuotere lo spogliatoio. Una squadra che – parola di Sarri – si è allenata molto bene, a ritmi elevati. Non sottovaluta l’avversario, Sarri, anzi ne ha parlato piuttosto bene: ha sottolineato come la Sampdoria di Zenga sia avanti con la preparazione visto che ha partecipato (perdendoli) ai preliminari di League.  

Sarri si è soffermato anche sul modulo con una dichiarazione di buon senso: non cambio modulo dopo una partita. Poi si vedrà. Stasera non ci sarà Chiriches. E probabilmente giocherà Koulibaly al fianco di Albiol. Vediamo cos’accadrà con gli esterni: ce ne sono quattro (Maggio, Hysaj, Strinic e Ghoulam) per due posti. Dovrebbe rientrare Allan. E resta l’incognita del giocatore che affiancherà Higuain davanti a Insigne. L’obiettivo, come ha detto lo stesso Sarri, è giocare a ritmi sostentuti per più di venti minuti. Bisognerà fare attenzione alle loro ripartenze. Eder (convocato in Nazionale da Conte come Gabbiadini) e Muriel possono far male. E a centrocampo sono discreti palleggiatori. Per il resto, non bisognerà lasciarsi assalire dalla fretta e dall’ansia. Le partite sono lunghe. L’ultima volta che incontrammo la Sampdoria in casa dopo una sconfitta all’esordio fu 31 anni fa. La seconda partita di Maradona col Napoli reduce dalla sconfitta di Verona. Finì 1-1, rete di Diego su rigore e pareggio di Salsano. Ma sono, appunto, passati trentuno anni.
Massimiliano Gallo

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