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Siamo sinceri, dietro le parole dei procuratori (Higuain e Gabbiadini) c’è il timore per un Napoli non ancora definito

Siamo sinceri, dietro le parole dei procuratori (Higuain e Gabbiadini) c’è il timore per un Napoli non ancora definito
Sarri e De Laurentiis in una foto di Matteo Ciambelli

Hanno fatto scalpore, ieri, le parole del procuratore di Gabbiadini volte a “tutelare” il giocatore da un possibile sottoutilizzo nella stagione che verrà.

Il giorno prima era stato il procuratore/fratello di Higuain a conquistarsi i titoli dei giornali con una intervista sul mancato prolungamento del contratto. 

Le dichiarazioni rese dai procuratori sono oramai una consuetudine del calcio italiano, loro hanno il ruolo degli “infami”, quelli che parlano di soldi, quelli che contestano gli allenatori, quelli che si lagnano con i presidenti. I giocatori fanno finta di non sapere niente di quelle dichiarazioni, ovviamente concordate, e si trincerano dietro il nulla delle risposte prestampate alle quali si attengono scrupolosamente: “quello che decide il mister per me va bene”, “ora penso solo al Napoli”, “l’importante è la squadra”, etc. etc.

Il gioco delle parti, insomma, al quale oramai siamo abituati ed al quale, da osservatori e tifosi, finanche partecipiamo.

Una cosa, però, queste uscite di agenti e procuratori ce la dicono. Il progetto Napoli appare ancora troppo poco definito. Nelle prime amichevoli Sarri non ha mostrato di avere un’idea precisa di squadra. Ha ruotato tutti gli elementi a disposizione, ha cambiato due o tre moduli e in questo modo non ha trasmesso certezze ai giocatori.

Fossi in Gabbiadini (ma anche in Mertens e Callejon, per dire) mi chiederei anch’io quale sarà il mio ruolo nella stagione che si concluderà con i campionati europei. E se Manolo ha chiesto al suo procuratore di intervenire (perché è andata così, facciamocene una ragione) vuol dire che ha paura di non potersi giocare le sue carte.

Con questo, naturalmente, non sto sostenendo che quella di spararla grossa sui giornali sia la scelta migliore che i due potessero fare, magari sarebbe stato meglio parlarne con Sarri (ma magari è successo e noi non lo sappiamo) e non cercare la sponda della stampa, ma mi pare che il tema ci sia.

Il Napoli non ha ancora una fisionomia evidente, il che ci può anche stare dopo due anni in cui Benitez aveva imposto il suo credo, ma prima Sarri e De Laurentiis si e ci chiariscono le idee e meglio è per tutti, a partire dai giocatori che, ci piaccia o meno, vogliono avere un quadro il più preciso possibile.

p.s. Ieri Mimmo Carratelli ha salutato il Napolista. Una delle cose che racconterò ai nipotini sarà di aver scritto qualche riga per la stessa testata che ha ospitato i suoi articoli. In bocca al lupo Maestro.
Fabio Avallone

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