Il Napoli perde al San Paolo la sfida-Champions con la Lazio e retrocede al quinto posto

Vogliamo chiamarla delusione? Vogliamo chiamarlo fallimento? Il Napoli cede alla Lazio (2-4) nello spareggio per il terzo posto al San Paolo, ultimo pass per la prossima Champions. Va avanti la Lazio. Il Napoli retrocede al quinto posto, sorpassato dalla Fiorentina. Lassù, nel cielo di Fuorigrotta, si spegne il sorriso del petisso. Il Napoli gioca col […]

Vogliamo chiamarla delusione? Vogliamo chiamarlo fallimento? Il Napoli cede alla Lazio (2-4) nello spareggio per il terzo posto al San Paolo, ultimo pass per la prossima Champions. Va avanti la Lazio. Il Napoli retrocede al quinto posto, sorpassato dalla Fiorentina.

Lassù, nel cielo di Fuorigrotta, si spegne il sorriso del petisso. Il Napoli gioca col lutto al braccio. In avvio, il minuto di silenzio per Bruno Pesaola. Un grande striscione a centrocampo: “Ciao petisso”. La curva B espone immensi cartelli in ricordo dell’indimenticabile napoletano “nato casualmente a Buenos Aires”.

Il Napoli dovrebbe avere l’emozione, la tensione, la forza proprio in memoria di Bruno Pesaola, per onorarne tutta la storia azzurra. Non ci sarà niente. Nel primo tempo, non c’è proprio niente. Il solito primo tempo del Napoli regalato all’avversario.

Sarà anche la tensione per la vittoria da raggiungere a tutti i costi, ma il Napoli è incerto, lento, troppo preoccupato di subire in contropiede. Avanza per linee orizzontali. Incide poco. Il Napoli del primo tempo, con l’ultima partita di Benitez, è proprio il Napoli insignificante che ha fallito la stagione.

Ma è una sfida pazza. Prima palla-partita fallita da Callejon (24’). Lazio al doppio vantaggio (33’ e 45’). Sembra spacciato, il Napoli. Sembra tutto perduto. Ma la serata degli azzurri deve ancora cominciare.

Comincia dopo un’ora di gioco, a un passo dall’impresa di capovolgere il risultato e strappare alla Lazio il terzo posto Champions. Comincia con la “doppietta” di Higuain. E lo stadio (cinquantamila?) si infiamma. Invoca il Pipita.

Quando il sogno sta per avverarsi, proprio il Pipita fallisce l’impresa, battendo alto il rigore della possibile vittoria (76’), quarto fallimento di Higuain dal dischetto.

L’impresa tramonta qui. Sul 2-2 la Lazio, che aveva tremato di fronte al possibile sorpasso del Napoli, ritrova slanci per colpire con un punteggio finale che mortifica il Napoli.

Nel finale, l’espulsione di Parolo (65’ secondo “giallo”) consentiva al Napoli di giocare in superiorità numerica (e acciuffava il pareggio), ma solo per otto minuti perché anche Ghoulam beccava il secondo “giallo” e doveva lasciare il campo (70’).

Dieci contro dieci gli azzurri hanno tentato ancora di vincere con i cambi di Benitez: 53’ Gabbiadini per Inler, 77’ Insigne per Mertens, 88’ Zapata per Callejon, un cambio inutile quest’ultimo a partita definitivamente compromessa.

La Lazio gioca un primo tempo saggio, accorto. Chiude le corsie raddoppiando sugli azzurri. Mauricio e Basta chiudono su Mertens. Lulic e Gentiletti sbarrano la strada a Callejon. La Lazio è raccolta nella sua metà campo. Felipe Anderson su Maggio è più terzino che attaccante. Candreva galleggia su tutto il fronte del centrocampo. Cataldi primo marcatore su Hamsik. La difesa della Lazio è continuamente nutrita così anche le discese di Maggio e Ghoulam non trovano sfogo. Il 3-4-3 della Lazio è subito un 5-4-1.

E’ un Napoli lento che porta palla, che non trova spazio, che non ha vivacità. Higuain tocca pochi palloni, la fisicità di De Vrij l’opprime. La Lazio protegge il pareggio che la qualificherebbe per la Champions e aspetta il contropiede per colpire. Gli azzurri sono timidi, incerti, imprecisi. Le corse di Maggio sulla destra si spengono presto. A sinistra Mertens non passa mai. Manca la “luce” di Hamsik.

La Lazio (favorita da due risultati su tre) gioca nel primo tempo la sua partita perfetta. Non più pressing alto, ma intensità a centrocampo e difesa super-protetta. Djordjevic solitario in attacco.

Il Napoli ha la prima palla-partita dopo un precipitoso tiro alto di David Lopez (22’). La palla non sfruttata da Callejon sembra il segnale che inchioderà il Napoli all’Europa League. Sull’apertura rapida di Higuain, Calleti dopo avere evitato Marchetti concludeva fuori di un soffio a porta spalancata (24’).

La Lazio, impassibile, raccolta in trenta metri, è veloce nell’invadere la metà campo del Napoli. La Lazio guardinga della prima mezz’ora comincia ad osare. E cala due mazzate sul Napoli.

Lulic intercetta un pallone di Koulibaly spintosi avanti e lancia Candreva da centravanti, palla indietro a Parolo che dal limite insacca di sinistro (33’). Poco reattivo Andujar, ma c’è anche una deviazione di Inler. Stadio ammutolito. E ancora Lulic lancia Candreva in gol per il raddoppio (45’). Chi marca Lulic, decisivo nel suggerire i due gol?

Sembra tutto finito. Fischi di amarezza, stadio gelato. Ma non è finita. Incredibilmente, non è finita. Perché il Napoli esce dal suo guscio di incertezze, paura, tensione. La Lazio barcolla. Ora il Napoli l’aggredisce.

E’ entrato Gabbiadini per Inler (53’), è quasi un 4-2-4 quello del Napoli. Hamsik retrocede e gioca tutta un’altra partita. Il “miracolo” sta per compiersi.

E’ Hamsik che avvia l’azione, è di Callejon il cross per Higuain davanti alla porta, un tocco facile ed è gol (55’). Il Napoli si infiamma. Era morto, risorge.

Non ha fortuna quando, sul tiro di Mertens, De Vrij salva sulla linea (56’). Ma la squadra azzurra non s’arrende, ora è sostenuta da un sacro impeto. Ora è più veloce, convinta, agile.

Va fuori Parolo, espulso (62’). Koulibaly ruba palla a Felipe Anderson e invita Mertens al cross. E’ un cross basso per Higuain in area e il Pipita pianta un avversario e acciuffa una fantastica rimonta (64’). Due a due. Ora il Napoli può addirittura vincere?

Sì che può. Pioli, con la Lazio in dieci, rinuncia a Felipe Andreson (meglio al fantasma di Felipe Anderson) e rafforza gli argini con Ledesma (65’). Ma va fuori, espulso, anche Ghoulam (70’). Dieci contro dieci. Il Napoli è sempre più pronto a rubare palla e a portare l’attacco all’area laziale.

Maggio, ancora uno slancio generoso, penetra in area e viene steso da Lulic. Rigore. E’ il possibile 3-2, è il possibile incredibile sorpasso. Ma Higuain dal dischetto sbaglia ancora, battuta alta (76’). Qui finisce tutto. Resta il 2-2 e il pareggio sta bene alla Lazio.

Pioli fa cambi fortunati: Klose per Djordjevic (77’) e Onazi per Cataldi (83’). Sono i due laziali che siglano il punteggio definitivo, troppo pesante per il Napoli.

Marchetti oppone i pugni su un tiro insidioso di Insigne (79’) ed è l’ultimo squillo del Napoli. Hamisk perde palla a centrocampo, ma forse subisce fallo da Lulic, e Onazi fila in gol senza che Albiol e Koulibaly hanno il tempo di chiuderlo (85’).

Insignificante l’ingresso di Zapata per Callejon (88’), ormai l’impresa, il sogno, la rimonta sono finiti. Sulla punizione lunga di Candreva, Albiol salta a vuoto in area e Klose segna indisturbato (92’).

Il Napoli s’è arreso sul rigore mancato da Higuain. Con le forze in calo e il sogno svanito, la squadra perdeva slancio e convinzione. Finish. 
Mimmo Carratelli

NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Maggio, Albiol Koulibaly, Ghoulam (70’ espulso); David Lopez, Inler (53’ Gabbiadini); Callejon (88’ Zapata), Hamsik, Mertens (77’ Insigne); Higuain.

LAZIO (3-4-3): Marchetti; Mauricio, De Vrij, Gentiletti; Basta, Cataldi (83’ Onazi), Parolo (62’ espulso), Lulic; Candreva, Djordjevic (77’ Klose), Felipe Anderson (65’ Ledesma).

ARBITRO: Rocchi (Firenze)

RETI: 33’ Parolo, 45’ Candreva, 55’ Higuain, 64’ Higuain, 85’ Onazi, 92’ Klose.

 

SERIE A – ULTIMA GIORNATA.

Verona-Juventus 2-2, Atalanta-Milan 1-3, Cagliari-Udinese 4-3, Fiorentina-Chievo 3-0, Inter-Empoli 4-3, Napoli-Lazio 2-4, Roma-Palermo 1-2, Sampdoria-Parma 2-2, Sassuolo-Genoa 3-1, Torino-Cesena 5-0.

CLASSIFICA: Juventus 87; Roma 70; Lazio 69; Fiorentina 64; Napoli 63; Genoa 59; Sampdoria 56; Inter 55; Torino 54; Milan 52; Palermo e Sassuolo 49; Verona 46; Chievo 43; Empoli 42; Udinese 41; Atalanta 37; Cagliari 34; Cesena 24; Parma 19.

Juventus campione d’Italia.

Parma, Cesena, Cagliari retrocessi in B.

Per la Champions: Juventus e Roma; Lazio ai preliminari.

Per l’Europa League: Fiorentina, Napoli, Genoa.

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