Sì, lo so, sono giorni che me ne sto in silenzio, da giovedì scorso per la precisione. Non ho commentato, né con i miei amici napolisti, né in pubblico. Ho letto gli articoli, i commenti alla partita, senza fare una piega. Io sono rimasto sul divano con la bandierina alzata, io quel fuorigioco l’ho visto in diretta e l’ho segnalato. Ma io non faccio il guardalinee, faccio il tifoso, quindi soffro (ma spero) e in silenzio, con la bandierina alzata e i piatti ancora da lavare. Da giovedì. Veniamo al Napoli, ovvero al Napoli che spesso ci è capitato di vedere quest’anno. Il Napoli degli errori difensivi, il Napoli che si sveglia dopo, che attacca. Il Napoli che fa duecento tiri e non vince. Prima di parlare delle 4 o 5 grandi parate di Mirante fatemi dire due parole su Andujar. Ma come, non avevamo trovato un portiere? Andujar sarà pure meglio di Rafael, ma come Rafael, ogni tanto, si deconcentra; ma seriamente un portiere di quel livello (o presunto tale) si può deconcentrare quando si sta giocando qualsiasi cosa?
Veniamo a Mirante. Mirante come tutti sappiamo è di Castellammare di Stabia, ma che tengono tutti i calciatori di Castellammare contro il Napoli? Io non ho capito. È evidente che l’acqua portentosa, che sgorga da quelle parti, la bevono prima di giocare contro il Napoli. Il buon Mirante ha passato una mezza bottiglia pure a Palladino, mi pare ovvio. Palladino, uno dei talenti più deludenti della storia del calcio, sembrava, ma è rimasto al sembrare. Un bicchiere d’acqua pure a Nocerino, che ha giocato a calcio solo un anno, l’anno al Milan con Ibrahimovic. Ho cercato di capire cosa sia successo ieri. Se ci limitiamo alla frase di Higuain a Mirante, non sarà bella ma niente di eccezionale, soprattutto se, come sembra la frase sarebbe una conseguenza delle perdite di tempo dei calciatori del Parma, specie nel secondo tempo. Cose che accadono, altro non so, anche se pare che stamattina tutto sia rientrato, tutti si sono scambiati sms (non tengono nemmeno whatsapp). Donadoni oggi più sereno, Palladino no, si vede che ha finito l’acqua. Cose che non mi piacciono, comunque. Come non mi piace non vincere con l’ultima in classifica. Parliamoci chiaro: il Parma è già retrocesso, ne ha appena presi quattro dal Cagliari, passeggiando alla morte, ma fatemi il piacere. Detto questo, ma perché Mirante non lo compriamo? Allargo: ma perché non compriamo Perin? Ma Sepe torna? Possiamo prendere un portiere che faccia il portiere tutto il campionato? Con tutto il rispetto per Andujar, ma le cazzate di ieri sono gravissime. Un applauso comunque ai calciatori del Parma, che vivono una situazione brutta, non per colpa loro.
In mattinate come questa tu che cornetto ti vuoi mangiare. La faccia del barista parlava chiaro e pure la mia. «Vuoto?», mi dice. «Vuoto», rispondo. Sono le due e non l’ho ancora digerito. Il treno è pieno di gente che va all’Expo. Il capotreno mi dice che ci sono due gruppi di sessanta persone che stanno andando all’esposizione universale. Gli domando se i dieci minuti di ritardo siano dovuti a questo motivo. Si mette a ridere, rido pure io. E gli chiedo se i due gruppi siano coordinati da un certo Zuniga. Mi risponde che in effetti le prenotazioni sono state effettuate a nome suo, ma poi lui non si è presentato a Mestre, alla partenza. Zuniga o meno, io l’Expo non lo sopporto e non sopporto nemmeno il Parma, e non parlo dei calciatori e dei tifosi, parlo di una società fallita che sta giocando in serie A, che è completamente allo sbando, che non può pagare i propri dipendenti. Dipendenti che, naturalmente, alternano grandi prestazioni a figura di merda. Il campionato è regolare, si capisce. Va sempre tutto bene.
Il Napoli ha buttato quasi 20 punti con le piccole, dimostrando, ogni tanto, di essere altrettanto piccolo. Ora, scusate, ma vado a sedermi sul divano e non mi muovo fino a giovedì. Sì, i piatti li ho lavati.
Note a margine:
– Ho chiesto a Gabbiadini di entrare nel mio Stato di famiglia.
– Ho chiesto ai calciatori del Napoli di aumentare i gol e di diminuire le jastemme.
– Ho detto ad Andujar: «Frate’, ma che sfaccimme».
Gianni Montieri