Tanto di cappello al self control di Hamsik di fronte al disastro arbitrale di Napoli-Dnipro

In una serata di amarezza e rabbia una luce. L’intervista ad Hamsik su Premium Calcio. Alla domanda relativa alla scandalosa svista dei sei arbitri in campo ha risposto imperturbabile (più o meno) “che cosa ci vuoi fare mica lo possiamo più annullare quel goal. Pensiamo alla prossima partita”. Tanto di cappello a un signor capitano. […]

In una serata di amarezza e rabbia una luce. L’intervista ad Hamsik su Premium Calcio. Alla domanda relativa alla scandalosa svista dei sei arbitri in campo ha risposto imperturbabile (più o meno) “che cosa ci vuoi fare mica lo possiamo più annullare quel goal. Pensiamo alla prossima partita”. Tanto di cappello a un signor capitano. Che non sbraita e impreca come ho fatto io sul divano di casa. Anche di fronte a un errore che francamente è quasi impossibile considerare casuale, come io lo considero. Non straparla Hamsik. Non urla. Non insulta. Ma dà una lezione di self control e di cultura sportiva. Quella cultura che insegna che nel calcio (nello sport) ci sono anche gli arbitri ciucci. E gli errori da asini matricolati.

Ciò posto, però, non si può non sottolineare la gravità delle conseguenze della cappellata vista ieri sera al San Paolo. Diciamo la verità. Questa volta Pierluigi Collina la ha fatta grossa. Mandare sei personaggi in cerca d’autore ad arbitrare una semifinale di Europa League è quantomeno un atto di superficialità intollerabile.

Che ripropone con forza un problema sempre più urgente da affrontare. L’industria del calcio che muove passioni ed interessi immensi può essere gestita anche a livello internazionale (in modo ad essere benevoli) dilettantesco? Insomma basta con la rappresentazione di questa sera si recita a soggetto.

La serataccia di Callejon, Higuain e Jorginho, Insigne appannato etc etc passano in secondo piano. Ti senti ridicolo a parlarne.

Eppure, suggestionato dalla classe (umana non calcistica intendo) di Marek Hamsik, voglio restare attaccato a una illusione. Che l’errore sia il frutto del caso. Una mostruosità statistica, direbbero i probabilisti che “vede non vedere” sei giovanotti contemporaneamente. Sì il caso. Come un rimpallo, un palo, un soffio di vento, una scivolata…. Mah…

Per fortuna tra otto giorni c’è la rivincita. Storta va…
Guido Trombetti

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