ilNapolista

Napoli-Lazio, le pagelle / Si salvano Maggio e Insigne. Higuain da 4, male Albiol e Ghoulam

Napoli-Lazio, le pagelle / Si salvano Maggio e Insigne. Higuain da 4, male Albiol e Ghoulam

Le pagelle di Napoli-Lazio 0-1, a cura di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia 

ANDUJAR 6 – Due uscite tempestive fuori area, un deciso rinvio di pugno in mischia su corner e il salvataggio su Lulic (75’ colpo di testa) prima di incassare il gol dal bosniaco, tocco vincente nell’area piccola.

Per quel rinvio di pugno merita qualcosa in più. È bella la sensazione di avere in porta un portiere per parare – 6,5

MAGGIO 7 – Se il migliore della serata è Maggio, eternamente criticato, si può immaginare che cosa sia stato il Napoli contro la Lazio. Il difensore azzurro ha concesso poco e niente al temutissimo Anderson finché il brasiliano ha giocato a sinistra. Onnipresente in difesa. Devia con la punta del piede il pallone indirizzato a Klose per il gol (35’). Recuperi difensivi e disinvolta prestazione in proiezione offensiva, ma non c’è l’intesa con Gabbiadini (e non c’è Gabbiadini, in serata opaca). Qualche buon cross nell’area di Berisha non sfruttati dai compagni. Una conclusione, difficile, a lato (60’).

La discesa in area senza palla mi ha ricordato il miglior Maggio del passato. L’ho trovato splendido in tutta la partita. Un toccasana (forse l’unico) in una serata da dimenticare – 10

ALBIOL 4 – Lascia che Lulic tocchi liberamente in gol e, per il resto, una partita senza smalto, spesso portato a ispirare l’offensiva ma con lanci quasi sempre fuori misura. Avanzando lascia la difesa scoperta e un clamoroso errore a metà campo per poco non innesta il contropiede della Lazio. Ammonito dopo mezz’ora. Era diffidato e avrebbe saltato la finale. Ma poi tutto il Napoli salterà la finale di Coppa Italia.

Alla vigilia ho sentito qualcuno dire che non vale la scarpa destra di Cannavaro. Non sono d’accordo, al massimo si equivalgono, ultimamente. Forse Paolo aveva solo un po’ di voglia in più. Detto questo, la responsabilità del gol mi pare distribuita a metà tra lui e Britos (ma forse è solo sua, non ne sono certa) – 4

BRITOS 5,5 – Koulibaly resta fuori e gioca ancora da centrale. Si fa valere nel gioco alto. Buone chiusure su Candreva. Non cede nei contrasti con Klose. Un colpo di testa in attacco, debole, parato (65’).

Una domanda: cosa è successo a Koulibaly? Ad ogni modo non mi è parso male, al netto del dubbio che ho sulla sua responsabilità sul gol di Lulic – 6

GHOULAM 4,5 – Poco ispirato, lento. Controlla in qualche modo Candreva, va in difficoltà nel secondo tempo quando Felipe Anderson si sposta sul suo lato e al brasiliano dà via libera per il cross sul gol di Lulic. Insignificante nelle proiezioni offensive. Non funzionano le sovrapposizioni a Mertens anche per la serata-no del belga.

La pena che mi ha fatto quando si è trovato a marcare quella meraviglia di Anderson è stata troppo grande. Una sensazione di dispiacere, di imbarazzo. Nessuno dovrebbe mai provare una sensazione del genere – 3

GARGANO 5 – Corre, contrasta, si batte come può. Perdendo lucidità commette più di un errore nei disimpegni e perde qualche pallone pericoloso. Esce per far posto a Insigne.

Se ne ha azzeccata una è pure assai – 4,5

INSIGNE 7 – Entra all’85’ per Gargano. È caricato a mille. Entra furiosamente in partita e, all’85’, fa tutto da solo. Lunga corsa in contropiede, evita Basta e conclude a colpo sicuro, ma sulla linea di porta Lulic salva. Poteva essere il pareggio e il rinvio d’ogni responso ai supplementari. Forse andava inserito prima, visto un Mertens vicino all’insufficienza totale.

Strepitoso. Per voglia, fantasia, per averci provato. Per aver messo dentro un pallone splendido. Lulic ha fatto il miracolo e ciò non deve offuscare la bellezza di Lorenzo in campo, ieri – 8

INLER 5 – Comincia come se volesse sbranare il mondo, conquista palla, la porta avanti. Duro e deciso nei contrasti, ma costruire gioco non è nelle sue corde. Una gara generosa da centrocampista di lotta e di contenimento. In avanti sbaglia gli appoggi, qualche cross, è incerto nella giocata decisiva e, all’inizio, conclude male fuori bersaglio.

L’intenzione non fa sempre l’uomo ladro. Ieri non è riuscito a rubare alla Lazio neppure un’idea, oltre che un pallone serio – 5

GABBIADINI 5 – Il voto è per la splendida punizione da 25 metri che poteva cambiare volto alla partita: palla sul palo basso alla destra di Berisha battuto (28’). Poi incide poco sul match pur avendo un avversario (Braafheid) di tecnica rozza. Ma Manolo non riesce proprio ad entrare in partita. All’inizio perché poco servito (il Napoli attaccava a sinistra con Hamsik e Mertens), poi in difficoltà nel governare la palla, liberarsi dalle marcature, puntare la porta. Coprendo poco, con la Lazio che cominciava a puntare l’area di Andujar, veniva sostituito (72’).

Una serie di cross sbagliati. L’incomprensibile incapacità di entrare in partita – 4,5

CALLEJON s.v. – In campo per Gabbiadini a sostenere meglio il centrocampo e a coprire la fascia destra azzurra. Non siamo riusciti a notarlo nei venti e più minuti che ha giocato.

Io l’ho notato. Quando si è messo le mani nei capelli sul salvataggio di Lulic. Solo allora – s.v.

HAMSIK 5,5 – Dopo tre panchine consecutive (e 22 sostituzioni) torna titolare e capitano. Inizia con grande vigore, poi esce lentamente di scena con brevi e rapidi “risvegli”. Tra un pallone perso e l’altro mal controllato, si fa notare per il lancio in gol a De Guzman che l’olandese fallisce (73’) e per la spettacolare conclusione del 77’ che però muore a lato. Nel finale, un salvataggio nell’area azzurra su Anderson.

Non mi è dispiaciuto, ma ormai non so più come giudicare il capitano. Non incisivo, ma neppure è vero fino in fondo. Qualche giocata di fino, ma non sempre determinante. Quel tiro che se l’avesse calibrato meglio staremmo parlando di un’altra partita. Ma un incompiuto. Come il Napoli in generale, ieri – 5

MERTENS 4 – Assolutamente negativo e sovrastato da Basta, il biondone serbo che difende e attacca. Non riesce ad entrare in partita. Si disunisce, perde morale, si eclissa. Sfiora il gol con la punta del piede (15’). Fuori al 67’.

Non la vedo così nera su Mertens. Di certo è stato di gran lunga superiore a De Guzman, anche se poco brillante nella fase difensiva – 5

DE GUZMAN 4,5 – Entra al posto di Mertens per sostenere il centrocampo con la Lazio che comincia a farsi più pericolosa con gli innesti di Mauri e Lulic. Fa più confusione che gioco e manca clamorosamente il gol sul lancio di Hamsik sbagliando il controllo della palla davanti a Berisha finendo col consegnarla al portiere (73’).

Una clamorosa becera figura di niente, dal primo istante in campo all’ultimo. Lo stesso imbarazzo provato su Ghoulam, ma qui ho giudicato incomprensibile il suo ingresso in campo, viste le ultime prestazioni – 3 

HIGUAIN 4 – No, caro Pipita, no. Così proprio non va. La gran parte delle speranze di qualificazione era puntata su un gol, su una prodezza dell’argentino. Clamorosa la rete fallita al 59’ sull’assist di Gabbiadini sbagliando il controllo della palla davanti al portiere. Clamoroso anche l’errore sotto porta (Berisha in scivolata gli soffiava di piede la palla) dopo il retropassaggio di Braafheid, un regalo grandissimo (68’).

Non gli perdono la sufficienza nel giocare. Non gli perdono il mangiarsi tanti gol. Non gli perdono niente, oggi, niente – 3 

BENITEZ 5 – La musica è sempre la stessa. Il Napoli ha più occasioni-gol, la punizione sul palo di Gabbiadini, le reti fallite da Higuain (due) e De Guzman e, alla fine, sul secondo tentativo della Lazio, la squadra perde e lascia la Coppa Italia. Così non va e tramonta la leggenda del mister di coppa. Il Napoli non ha più brillantezza confermando il precario stato di forma di molti protagonisti, né Gabbiadini inserito dal primo minuto (Callejon in panchina) manda lampi di luce. È mancata anche la fortuna nel tenere fino in fondo lo 0-0 della qualificazione e quella palla del pareggio di Insigne ribattuta sulla linea da Lulic per rilanciare le ultime speranze nei supplementari. La squadra, pur giocando onestamente, con impegno, non brilla più, da tempo non brilla. Perché sono venuti a mancare Callejon, Mertens, Hamsik, Insigne per l’infortunio e il gioco d’attacco si è liquefatto quando poi anche il Pipita fallisce la zampata della salvezza. Opportuni cambi con le difficoltà crescenti a centrocampo nel finale di gara: De Guzman per Mertens e Callejon per Gabbiadini. Ma quelli che entravano non facevano meglio dei sostituti. Forse era meglio lanciare prima nella mischia Lorenzo Insigne, magari subito dopo il gol di Lulic perché Lorenzo aveva tanta energia, voglia, attaccamento alla maglia da promettere un buon risultato e per poco non riusciva a pareggiare nell’unica grande azione d’attacco del Napoli. Adesso, sin pausa pero sin prisa, risolviamo il problema del contratto. Te ne vai o no, si chiedeva una volta a un altro allenatore (ma in tono diverso, da addio auspicato).

Ieri non mi è piaciuto. Non tanto per la formazione, che almeno su carta credevo azzeccata, ma per i cambi, soprattutto per l’ingresso in campo di De Guzman: mi è sembrata una dichiarazione di resa. Come ha fatto a non accorgersi delle ultime prestazioni in campo di Jonathan? Com’è possibile che gli ha fatto vestire la maglia del difensore quando eravamo così in difficoltà? E poi la marcatura su Anderson: Pioli ha vinto azzeccando i cambi, ma noi ne avevamo davvero da fare di migliori? A parte non fare entrare De Guzman, intendo. Chi poteva entrare dalla panchina a marcare degnamente Felipe? Strinic che non si sa perché, al pari di Kulibaly, non giochi più? Me lo chiedo da ieri. Comunque, Benitez non mi è piaciuto soprattutto nel dopo partita. Sono stanca di un Napoli che crea 87 occasioni gol (ieri solo 7) ma che non segna, e non vince. Sono stanca del ritornello ripetuto davanti alla tv. Il mister è stato abbandonato da tutti: calciatori (anche su questo non lo so: possibile che dei professionisti si lascino andare così solo perché non sanno chi li allenerà l’anno prossimo? Possibile che non abbiano orgoglio e amor proprio per entrare nella storia nell’anno in corso?), Presidente (una paraculata enorme la decisione del ritiro fino a fine stagione, presa per carezzare la piazza ma che di fatto non fa che scaricare le colpe su Benitez e su una squadra che ha messo in piedi lui e sulla quale, ahimè, finora non mi sembra sia mai intervenuto in alcun modo), tifosi (perché oggi, nella disperazione generale, non si chiede altro che la testa dell’allenatore, cosa che continuo a ritenere assurda e immotivata, nonostante le colpe che sicuramente ha anche il tecnico, poiché le colpe, nelle sconfitte, sono sempre – come è giusto che siano – ripartite in modo uguale su tutte le teste coinvolte). Insomma, non mi è piaciuto il leit motiv ripetuto ancora una volta. A Di Marzio – tenero, nel suo essere tifoso prima che vecchio allenatore – devi spiegare perché creiamo tante occasioni e non vinciamo più. Ai commentatori devi spiegare quale credi che sia il problema in campo. Perché se non lo dici e ripeti sempre il ritornello, mi fai stare male peggio del risultato. Non voglio che Rafa faccia questa figura. Non voglio che sia un signore. Preferirei non sentirlo parlare. Silenzio stampa di tutti e lavoro duro. Preferirei questo, oggi, al tiro al bersaglio e al considerare ingiusto quel mantra ripetuto che fa male al cuore, visto il risultato. Mi fa sentire sola. Detto questo, continuo a non considerarmi un allenatore, per cui non so perché i giocatori che restano in panchina non giocano più, né perché quelli in campo, in attacco più che in difesa, facciano una figura così barbina. Non mi interessa neppure sapere se resterà o andrà via, non lo reputo determinante per finire bene una stagione: non dovrebbe esserlo, sapere che cosa ha deciso di fare. Continuo, però, a imprecare contro De Guzman, però. Fa male anche questo – 4

p.s. La Lazio non ha rubato niente, abbiamo meritato di perdere, nonostante non abbiamo giocato male, anche se con la testa totalmente altrove, però non si può sentire il commento Rai sui 40 secondi dell’azione e sulla leggerezza del fuorigioco ai fini del risultato. L’azione può durare anche 20 minuti ma se parte con un fuorigioco è viziata in partenza. Va fermata. Oggi scopriamo che esiste il fuorigioco a tempo. Eccheccazz.

MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA

 

ilnapolista © riproduzione riservata