Mi capita di tornare a Milano, da Venezia, di domenica pomeriggio, con tutta una serie di sconvolgimenti nei programmi, comunque questo è. Il treno lo prendo alle 15.20, quindi ancora prima di arrivare a Mestre, al ventiquattresimo, Mertens segna. Mertens, detto anche: Io segno sempre ai viola. Mertens, colore preferito: il viola. Il treno, in ogni caso, c’entra sempre, ama intromettersi. Arriveremo a Milano con venticinque minuti di ritardo. Scopro grazie al capotreno che lo accumuliamo perché una porta non si chiude. Avete capito bene: la porta non si chiude. E seguendo la diretta sul sito di Repubblica (della partita non del viaggio) deduco che la porta non si chiude per un unico motivo, anche qui sul Frecciabianca, tifosi o non tifosi, italiani o stranieri, stiamo aspettando che quegli sfaccimma di arbitri convalidino il gol di Higuain. La porta si chiuderà soltanto a gol assegnato, e hai voglia di aspettare. Il treno arriverà poi a Milano a tre a zero acquisito e a porta aperta. Va bene così.
Il tifoso, ogni tanto, ha percezione di come andranno le partite, non sempre altrimenti andremo tutti a scommettere. A me è successo nell’ultima settimana due volte. Sentivo che avremmo perso con la Roma, a prescindere dalla prestazione, ed ero sicuro che ieri avremmo battuto la Fiorentina, giocando bene. Il ritiro non c’entra niente, che lo sappia il Presidente, che lo sappiano tutti. C’entra la Fiorentina che si è rapidamente involuta (i miei amici viola – esagerando – accusano Montella di Prandellismo), c’entra la matematica, il calcolo delle probabilità era dalla parte del Napoli, e c’entra il fatto che il Napoli (specie nelle due precedenti partite) non abbia giocato male. Mancava qualcosa, un po’ di cattiveria e i gol. Entrambe le cose erano presenti al San Paolo ieri pomeriggio. Non ho capito se mi sta uscendo un pezzo serio o divertente, mo’ vediamo.
Non ho più notizie di Behrami. Cioè, qualche piccola cosa arriva, ma sono messaggi in codice, roba da controspionaggio. Egli stesso ormai va in giro di sera con giacche di pelle anni settanta tipo Brad Pitt in Spy Game, non essendo Pitt. Poi la domenica scende in campo e torna nei panni a lui più congeniali, tipo quelli di Claudio Vinazzani, Paolo Dal Fiume, eccetera. L’unica cosa che so è che gli hanno rubato la macchina ad Amburgo mentre stava a un Rave. Ha provato a prendersela con i napoletani, ma alla polizia gli hanno detto che aveva parcheggiato un po’ fuori mano rispetto a Via Caracciolo e lo hanno mandato a casa. Uè Brad, si scherza, t’aviss’ offendere?
Altre cose sparse sulla partita di ieri, la gente è divertente. Prendiamo in esame la questione Gargano. A settembre, ma pure a ottobre inoltrato, tutti (o quasi) abbiamo scassato la uallera che “nientedimenoteniamoaGarganoacentrocampochedobbiamofaresenzaspazi”. Poi, abbiamo riscassato la uallera per mesi e mesi “menomalechecistaGarganoinmezzoalcampo”. Appena giocava male una partita, eccoci di nuovo “nonc’ènientedafarenunènisciune”. Eccetera. Ieri sera ho letto un commento che diceva che la partita ieri l’ha vinta Gargano. Diciamo che Gargano è stato tra i migliori in campo, forse il migliore. La partita l’hanno vinta i giocatori, continuava il commento. Quando il Napoli perde le perde tutte Benitez. Ieri hanno vinto i giocatori. Hanno vinto Hamsik e Mertens. Ma come il primo non era diventato una chiavica? Noi tifosi siamo strani, non mi vengono altri commenti.
Stamattina il cornetto l’ho chiamato Benitez, è la prima volta che non lo dedico a un calciatore. L’ho mangiato tra contentezza e malinconia, il primo cornetto (e forse ultimo) Rafa, in una bella mattina di sole, un cielo blu Napoli su Milano e vafancul’.
Note a Margine:
– La non lettura della Gazzetta fa bene alla salute, sto pure già abbronzato.
– Il gommista ha voluto 10.000 euro per la convergenza a Callejon, soldi ben spesi
– Se davvero Mertens ha detto che vuole un figlio napoletano ha dimostrato un’intelligenza superiore alla media.
– Non c’entra niente ma stamattina a Milano si sente un bellissimo odore di pizze fritte.
Gianni Montieri