Il turn over è inevitabile, nessuno può fare miracoli

Doveva scegliere e ha scelto. Lui è pagato anche per questo. Così ha deciso di riservare gli uomini migliori e le migliori energie psicofisiche alla coppa europea. Da che mondo è mondo se puntano sulle coppe europee le squadre pagano dazio in campionato. Tranne le grandissime. E non è il caso del Napoli. Secondo Carratelli […]

Doveva scegliere e ha scelto. Lui è pagato anche per questo. Così ha deciso di riservare gli uomini migliori e le migliori energie psicofisiche alla coppa europea.

Da che mondo è mondo se puntano sulle coppe europee le squadre pagano dazio in campionato. Tranne le grandissime. E non è il caso del Napoli. Secondo Carratelli si è trattato di un azzardo.

Infatti scrive “La rotazione di Benitez stavolta ha fatto fiasco. Il madrileno si è giocato il certo di Verona per l’incerto di Mosca. Si spera che abbia ragione almeno a metà.”

Il certo sarebbe stato il terzo posto. L’incerto la coppa. Io mi permetto di dissentire. In Europa possiamo ancora vincere (facendo tutti i debiti scongiuri). In campionato al più arrivare terzi. Con la concorrenza di una Lazio in grande spolvero. E sostenuta dal forte pungolo psicologico di dare la caccia all’odiata consorella, la Roma.

Il Napoli è questo. Altalenante. Incapace di garantire continuità. Ed ancor più non in grado di rinunciare ad Higuain, al miglior Callejon e al miglior Hamsik. I tre giocatori che gli consentono di acquisire molta qualità. Senza di loro …le déluge. Senza le tre stelle al meglio il Napoli diventa mediocre. E la modestia tecnica di Mesto, Lopez, De Guzman, Zapata… diventa esiziale. Se poi aggiungi un certo scadimento della forma fisica hai lo spettacolo di Verona. D’altro canto al ritmo di una partita ogni tre giorni far riposare i giocatori a turno è scientificamente obbligatorio. Ha un bel dire l’inneffabile e sapiente Mauro “io ad Higuain non ci rinuncerei mai”. Affermazione disarmante e banale nella sua ovvietà. Ma se poi il campione argentino si rompe per eccesso di usura il Napoli dove finisce, caro Mauro?

Sapete come la penso. Un tecnico, anche il più bravo, non può far diventare fuoriclasse i giocatori modesti. I moduli e le tattiche in nessun modo possono sostituire la qualità tecnica. Le grandi squadre le fanno i grandi giocatori. Quindi Benitez – eccellente manager, eccellente organizzatore di scuola anglosassone, eccellente conoscitore di giocatori e calcio internazionale – non può fare miracoli. In panchina e in allenamento è un tecnico come altri. Vale Pioli, Di Francesco, Ventura con molta più esperienza internazionale. Ed è per questa dote che è qui.

Io spero ancor che resti qui per un quinquennio. Nel quale far crescere squadra, ambiente e società. Sempre che si compri un poco più di giocatori di qualità. Ricominciare ogni paio di anni da zero è davvero deprimente. Ma illudersi che il tecnico sia mago Zurlí lo è ancora di più.
Guido Trombetti

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