Il Corriere della Sera elogia il Benitez paziente e lavoratore

La notizia di oggi, ovviamente, è il ritorno di Balotelli in Nazionale. Ritorno che non ha entusiasmato i quotidiani. Per quel che riguarda il Napoli, oltre all’infortunio di Insigne, va certamente segnalato un pezzo del Corriere della sera, l’unico giornale nazionale che si accorge della rimonta del Napoli. “Benitez, calma e lavoro. Così decollato il […]

La notizia di oggi, ovviamente, è il ritorno di Balotelli in Nazionale. Ritorno che non ha entusiasmato i quotidiani. Per quel che riguarda il Napoli, oltre all’infortunio di Insigne, va certamente segnalato un pezzo del Corriere della sera, l’unico giornale nazionale che si accorge della rimonta del Napoli. “Benitez, calma e lavoro. Così decollato il Napoli. Ma c’è lo choc Insigne”. Milano ancora una volta si accorge del Napoli – lo aveva fatto ieri la Gazzetta.

“Come Sant’Agostino e i Pink Floyd – scrive Alessandro Pasini -, Rafa Benitez ci parla spesso del Tempo. Lo chiede ai critici da quando è arrivato a Napoli, dice che gli serve per capire, lavorare, modificare una cultura italiana che non condivide, trasformare gli errori in opportunità, lucidare i muscoli, scalare la classifica, eventualmente vincere. Dopo le buche prese a inizio stagione, di tempo stavamo per non concedergliene più. Invece aveva ragione lui, che non a caso in carriera qualcosa ha combinato”. E snocciola un po’ di numeri: “Nelle prime 4 partite 4 punti, 6 gol subiti, poco gioco, tanti problemi. Nelle successive 7 partite 17 punti, 0 sconfitte, 2 scalpi nobili (Roma e Fiorentina), squarci di calcio show, media punti da 1 a 2,42, media gol subiti più che dimezzata (da 1,5 a 0,54). Sono aumentati i gol fatti (da 5 in 4 partite a 15 in 7) e sono arrivati quelli di Higuain, 6 negli ultimi 4 match dopo un digiuno assurdo per uno come lui. Con Callejon, capocannoniere con Tevez a 8 (ma senza rigori), il Pipita forma la coppia più calda della serie A: ha un senso, visto che il Napoli è secondo per tiri in porta a partita (18,2) dietro la Juve (19,4)”.

Il Mattino, invece, evidenzia come il Napoli sia tra le squadre con minor percentuale realizzativa in serie A: la percentuale realizzativa sui tiri totali è del 26,1%, dato che colloca il Napoli all’undicesimo posto. La speciali classifica è guidata dal Milan col 46,5%. Le statistiche, in realtà, vanno anche lette con la giusta lente, non solo per cercare di portare acqua al proprio mulino. Non a caso la Juventus – l’unica che tira in porta più del Napoli (165 contro 141) – ha una percentuale di trasformazione prossima alla nostra: 29,8% ed è nona in questa speciale graduatoria. Da segnalare, sempre sul Mattino, il titolo della pagina dedicata alle opinioni dei lettori: “Dal tiki-taka al contropiede, ora Benitez gioca all’italiana”.

L’edizione napoletana di Repubblica sdogana addirittura la parola scudetto ed evidenzia la rimonta della squadra di Benitez dalla quarta all’undicesima giornata. Mentre il Corriere del Mezzogiorno dedica un articolo all’insostituibile Koulibaly.  

Non solo Napoli, ovviamente. Bella la storia – raccontata dal Corriere dello Sport – di Davide Colomba che gioca in India nella squadra allenata dal papà Franco. Sempre il Corriere dello Sport, fronte Roma, segnala come il rientro di Castan sia sempre più un mistero.

Interessante la pagina che la Gazzetta dello Sport dedica all’anniversario della partita farsa Salernitana-Nocerina. È n’anno, ’nce piense che è n’anno. Con le dichiarazioni dell’allenatore Gaetano Fontana (ex Napoli) che è stato squalificato tre anni dalla giustizia sportiva che dice: “Eravamo ostaggi del tifo, perché abbiamo pagato noi?”.

Un anno dopo, nulla è cambiato. Come evidenzia Il Mattino che dedica una pagina al dopo partita di Savoia-Paganese, con la contestazione ai calciatori e due giocatori che gettano la maglia forse dopo aver subito intimidazioni. Così attacca il pezzo di Massimo Corcione dalla prima pagina: L’immagine è di quelle a luci rosse, di vergogna: il capitano del Savoia seminudo con le braccia aperte e la maglietta lì per terra. Maglietta come bottino di guerra consegnato a chi l’avrebbe pretesa da tutti i calciatori della squadra che aveva appena perso il derby con la Paganese. Lui, Francesco Scarpa, che a quella curva aveva consacrato il suo ritorno a casa dopo aver girato l’Italia segnando gol e inseguendo la fama, è stato così virtualmente crocifisso, sacrificato nel nome dell’onore oltraggiato. Condannato da un tribunale del popolo che nessuno ha mai investito di poteri e che il popolo, quello vero che allo stadio non ci va più, non potrà mai riconoscere, ma subisce quotidianamente”.

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