Il fattore Quagliarella può aiutare il San Paolo a tifare Napoli

L’ultima vittoria ufficiale del Napoli al San Paolo risale allo scorso 18 maggio. Ultima di campionato: Napoli-Verona 5-1. Gli azzurri di Benitez abbattono il muro dei cento gol in campionato. Il Napoli vince davanti al proprio pubblico. O meglio, non proprio. Per quell’occasione, infatti, il San Paolo venne squalificato. Una decisione discutibile della prima sezione […]

Quagliarella

L’ultima vittoria ufficiale del Napoli al San Paolo risale allo scorso 18 maggio. Ultima di campionato: Napoli-Verona 5-1. Gli azzurri di Benitez abbattono il muro dei cento gol in campionato. Il Napoli vince davanti al proprio pubblico. O meglio, non proprio. Per quell’occasione, infatti, il San Paolo venne squalificato. Una decisione discutibile della prima sezione della Corte di giustizia federale in seguito agli incidenti della finale di Coppa Italia. Il Napoli seguì il modello juventino e aprì il settore dei Distinti alle scolaresche. Noi del Napolista inizialmente ci schierammo contro questa decisione, poi però quel tifo genuino, chiassoso e realmente slegato dal risultato ci commosse.

Da allora il Napoli ha disputato quattro partite ufficiali al San Paolo. Una sola vittoria, in uno stadio semivuoto. Due pareggi e una sconfitta. Innanzitutto la gara di andata dell’ormai famigerato preliminare di Champions con l’Athletic Bilbao. Col coro delle curve “meritiamo di più” mentre al centro del campo sventolava il telone della Uefa. È finita come sappiamo. Fischi a fine primo tempo, al termine della partita, e anche a Insigne. Il Napoli è tornato a Fuorigrotta contro il Chievo, dopo il successo esterno di Genova. Sconfitta casalinga e fischi finali. Quattro giorni dopo, di nuovo al San Paolo: Napoli-Sparta Praga. Davanti a pochi intimi, nemmeno 15mila spettatori. E finalmente un tifo decente, per la serie “pochi ma buoni”. Poche anime in più per Napoli-Palermo, finita 3-3, forse la peggior partita del secondo Napoli di Benitez, insieme con quella di Bilbao. Persino in curva qualcuno è riuscito a guardarla comodamente e tristemente seduto. Sul 2-0, a partita che forse erroneamente si è ritenuta archiviata, sono partiti i soliti cori contro De Laurentiis. 

Poi ci sono state le due trasferte vittoriose. Reggio Emilia e Bratislava. In entrambe le occasioni, il tifo è stato percepito anche da chi era a casa a guardarla in tv. 

Insomma, un problema San Paolo c’è. Come altri, sarà superato. E l’occasione ci sarà domenica sera. Arriverà il Torino di tanti ex. Da Giampiero Ventura, primo allenatore del Napoli di De Laurentiis. Fu lui a guidare il Napoli Soccer nel girone d’andata della stagione 2004-2005 in serie C-1. Diciannove panchine: sette vittorie, sei pareggi e sei sconfitte. Venne esonerato dopo l’1-1 casalingo contro la Fermana. Col senno di poi, possiamo dire che Ventura era un nome giusto per il Napoli. Dopo di lui, ne arrivò un altro con un profilo simile, meno sbarazzino e ancor più solido: Edy Reja. L’altro ex sarà El Kaddouri che in realtà è ancora del Napoli in prestito al Torino. Ma, soprattutto, a caricare il pubblico ci sarà Fabio Quagliarella, un tempo profondamente odiato per il suo addio nell’estate del 2010 con destinazione Torino, sponda bianconera. Magari sarà lui a dare una mano al Napoli. La sua presenza potrebbe indurre i tifosi a evitare polemiche, almeno per una serata. 

È giunto il momento che Napoli, almeno il San Paolo, provi a far pace col Napoli. Ricordiamo perfettamente i venti minuti in cui il Napoli si ritrovò contro il Bilbao. Fu un’altra partita, un altro pubblico. I baschi ne furono travolti. Ecco, torniamo a quei venti minuti. A quegli ululati che costringevano le squadre avversarie a gettare il pallone in fallo laterale perché stordite. Siamo appena agli inizi di ottobre. È presto per tracciare giudizi definitivi. E anche per decidere se questa squadra è da fischiare o meno.
Massimiliano Gallo

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