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Dall’omaggio di Mario Luzi al grande Torino, fino a Quagliarella

Dall’omaggio di Mario Luzi al grande Torino, fino a Quagliarella

Premessa: Due minuti di Europa League

Un paio d’ore prima di Slovan-Napoli confesso a Ilaria Puglia che guarderò la partita, essendo la Coppa rubricaesente. Le dico che la guarderò in un pub con altri due amici napoletani, qui a Milano. Ci incitiamo a vicenda e ci auguriamo buona partita. Quello che Ilaria e voi non sapete è che il primo pub si è perso il segnale prima del fischio d’inizio, mentre il secondo aveva Sky e quindi niente Europa League. Alle 18,55 noi e le nostre tre bici decidiamo per lo streaming. Alle 19,10 siamo sul divano di Vincenzo e il pc è connesso allo streaming di Mediaset, e noi beviamo tre spritz in bottiglia. Tre illusioni di spritz, direbbero a Venezia. Tutto è surreale, la partita sembra uscita da un film anni settanta, Massimo dice che “Fuga per la vittoria” era più solare. Per quello che ne so potrebbe esserci la Stasi a controllarci. Siamo in un clima da tardo KGB, lo spionaggio col commento di Agostinelli. Comunque qui negli anni settanta si vince nonostante De Guzman. Come vedete, pure guardarle non è uno scherzo.

Napoli – Torino

Domenica mattina leggo su Il Domenicale del Sole24ore una poesia – fino a oggi – inedita di Mario Luzi, è meravigliosa ed è sul Grande Torino, squadra che è andata oltre il mito e sta in uno di quei luoghi incantati dove altri non potranno mai arrivare. I luoghi dove stanno la Grande Ungheria, il Nottingham Forest di Gordon Banks o l’Ajax dei primi anni settanta. Pensare al Grande Torino nel giorno in cui un normalissimo Torino scenderà al San Paolo mi rincuora: il Napoli non potrà perdere. Bisogna imparare a inchinarci soltanto alla grandezza. Sembrerebbero, i miei, vaneggiamenti che esulano da qualsiasi ragionamento. Eppure, mi domando: perché aspirare alla grandezza sportiva dovrebbe essere irragionevole? Tornando sulla terra e al terra-terra arriviamo a Fabio Quagliarella. Non posso farci niente, non lo sopporto, se ne fosse andato e basta, ma non è stato così, c’entra il modo e c’entra il nemico. C’entrano, poi, le ambizioni. Quagliarella è un buon giocatore che ogni tanto fa cose straordinarie, ecco, ogni tanto. Le prodezze saltuarie vanno bene se giochi nel Torino, nella Sampdoria, nel Napoli di qualche anno fa, non nella Juve e non nel Napoli formato anno passato. A Quagliarella è sempre mancato qualcosa, ma fatti suoi, a noi non riguarda più. La Gazzetta scrive che ha fatto un gol da applausi (in fuorigioco), ma fatti suoi.

Oggi mi interessa parlare di Insigne, che più volte (anche giustamente) ho trattato una chiavica, mi pare di capire che è stato il migliore in campo, al di là del gol e dell’assist. Mimmo Malfitano (che oggi si firma per intero, sarà perché abbiamo vinto) racconta – bene – delle lacrime di Insigne, lacrime di gioia e liberazione. La ragione di esistere del gioco del calcio qual è se non quella di portare gioia e lacrime di felicità? O di dolore e dispiacere, si capisce. I tifosi veri questo lo sanno molto bene, tutto è legato all’emozione, il resto è secondario. Ed è bello quando questa emozione, come in uno specchio, rimanda l’immagine del calciatore a quella del tifoso. Ogni tanto è bello ricondurre le cose a casa e metterle al proprio posto.

In treno c’è uno che mi ha interrotto tre volte per chiedermi i risultati, l’ho messo a tacere con la promessa di cedergli la Gazzetta. Leggo di passi indietro di Albiol, ma ancora di passi in avanti della squadra. Higuain segnerà a breve, non ho dubbi su questo. Invece Callejon (tra parentesi il cornetto stamattina era perfetto) segna pure sbagliando e a noi piace accussì. Scopro che l’Inter in due partite ha reso i sette gol di bonus accumulati col Sassuolo, a prossima vota nun t’attigg’. Britos ha avuto la febbre, bene così. Il buon vecchio Rafa ha avvisato tutti che va un momento a Liverpool e torna. Questo povero cristo quando va a casa deve mettere i manifesti, ma tu vedi un poco, io farei dormire qualche giornalista a Castelvolturno tutta la settimana e poi vediamo.

Note a margine:

–  Sulla Gazzetta oggi stiamo a pagina 19

–  Per una volta la Rosa si merita i complimenti per l’articolo intitolato “Rocchi Horror Picture Show”

–  Marotta nega le irregolarità: ma che volete ci hanno tolto già due scudetti, uffa.

–  Il Frecciabianca è in ritardo, il Napoli pure. Il Napoli recupererà, il treno non credo.

Gianni Montieri @giannimontieri

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