Solo una giornata al San Paolo: l’ennesima decisione all’italiana

La giustizia del calcio ha rimediato l’ennesima figuraccia e ha chiuso la vicenda “finale Coppa Italia” con una prevedibile sentenza all’insegna dell’ipocrisia: parzialmente accolto il ricorso del Napoli contro la squalifica del San Paolo e pena ridotta da due giornate a una. Quindi domenica contro il Verona (partita ad alto rischio incidenti) gli azzurri di […]

La giustizia del calcio ha rimediato l’ennesima figuraccia e ha chiuso la vicenda “finale Coppa Italia” con una prevedibile sentenza all’insegna dell’ipocrisia: parzialmente accolto il ricorso del Napoli contro la squalifica del San Paolo e pena ridotta da due giornate a una. Quindi domenica contro il Verona (partita ad alto rischio incidenti) gli azzurri di Benitez saluteranno il campionato senza pubblico sugli spalti, tranne la presenza dei bambini (su cui ci siamo espressi con Ilaria Puglia e Vittorio Zambardino).

La prima partita del prossimo campionato, invece, il Napoli la giocherà col San Paolo aperto al pubblico. Per quell’occasione i bambini saranno di nuovo relegati nella tribuna family (il luogo dello stadio dove si vede peggio) e pagheranno dai cinque anni in su. Vabbè.

L’obiettivo è raggiunto: al Napoli è stata comminata una squalifica discutibile, frutto soprattutto della gestione mediatica dell’evento (non dimentichiamo che per il ministro dell’Interno non c’è stata alcuna trattativa tra i tifosi del Napoli e lo Stato per dare l’ok allo svolgimento della partita); ma dall’anno prossimo si deve voltare pagina e il sabato nero del calcio (e delle forze dell’ordine) italiano deve restare un lontano ricordo.

È imbarazzante che il calcio italiano in queste due settimane non abbia prodotto nulla di più efficace. Nulla è stato dai dirigenti del nostro calcio in merito ai rapporti tra tifo organizzato e società; non sappiamo chi abbia concesso i biglietti omaggio a tanti esponenti del tifo organizzato napoletano; nulla è stato detto in merito alla medesima trattativa che si è svolta sotto la curva fiorentina col dirigente viola Pradè. Per non parlare di tutto quel che è accaduto all’esterno dello stadio, in merito al ferimento di tre napoletani e il pestaggio di Daniele De Santis, il neonazista che avrebbe sparato. Stanno indagando gli inquirenti e non ci resta che attendere.

La giustizia sportiva, invece, il proprio iter lo ha già completato. In maniera ancora una volta indecorosa. All’insegna del “nascondiamo la polvere sotto il tappeto, tanto l’abbiamo scampata”. Degna prosecuzione di quel sabato che invece in tanti tifosi ha lasciato un dolore che non accenna ad attenuarsi.
Massimiliano Gallo

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