Benitez parla (sin troppo) chiaro. Ora tocca a De Laurentiis rispondere

Ci perdonerete se parliamo un attimo di calcio. Giusto un attimo, però, perché tante – troppe – cose abbiamo ancora da dire su Fiorentina-Napoli, Ciro, il tentato omicidio, Genny e tutto il resto. Ma torniamo al calcio. Parlato, per ora. Quello giocato, di fatto, è terminato per il Napoli. E commentiamo la conferenza stampa che […]

Ci perdonerete se parliamo un attimo di calcio. Giusto un attimo, però, perché tante – troppe – cose abbiamo ancora da dire su Fiorentina-Napoli, Ciro, il tentato omicidio, Genny e tutto il resto. Ma torniamo al calcio. Parlato, per ora. Quello giocato, di fatto, è terminato per il Napoli. E commentiamo la conferenza stampa che ha tenuto Benitez alla vigilia di Sampdoria-Napoli.

Una conferenza stampa non banale. La parola più utilizzata da Benitez è stata “struttura”. Ha ricordato l’anniversario del primo scudetto, Rafa. Ormai ventisette anni fa. Un secolo fa. “Bisogna creare una struttura che permette al club di andare sul mercato e rinforzare la rosa sempre, attrarre i giocatori, stare sempre ai vertici”. E, ancora: “Cosa intendo per struttura? Tutto, dalla società, agli spazi che abbiamo qui, alla struttura vera e propria. Per portare qui giocatori come Albiol ed Higuain devi anche poterli trattenere e dobbiamo migliorare sempre”. Più quest’altra risposta: “Ognuno ha la sua responsabilità, io come primo anno sono sulla prima squadra, ma sono in contatto con Grava e Saurini dei ragazzi. Oggi vengono con noi Lasicki e Romano, li guardiamo e per loro deve essere uno stimolo la prima squadra. Se noi cresciamo per loro è più difficile arrivare da noi, ma siamo in contatto con Bigon per ogni cosa”.

Insomma, Rafa è stato chiaro. Fin troppo. Del resto, chi un po’ conosce Castel Volturno sa che sin dall’inizio tra il tecnico madrileno e il presidente c’è stata una diversità di vedute sul futuro del Napoli, sulla crescita del club. Benitez vorrebbe insegnare calcio. Vorrebbe una struttura degna in cui potersi allenare, come ha visto in tutti i club che ha allenato. Una struttura che comprendesse anche le formazioni giovanili. È così che si costruisce una società in grado di vincere nel tempo, di diventare realmente competitiva.

Orami è noto: Benitez aveva un anno di contratto con opzione sul secondo. Sia pure in una serata nera per il calcio italiano, Rafa ha portato a casa un trofeo al suo primo anno. Checché ne dicano i suoi non-estmatori (non diciamo detrattori altrimenti si risentono), Rafa è un tecnico che troverebbe un’altra squadra (di rango) nel giro di trenta minuti. Benitez vuole capire quali sono realmente le intenzioni del presidente. Il pensiero non può non andare al boiler della struttura di Castel Volturno, alle voci che vogliono i calciatori andare ogni tanto a casa senza aver fatto la doccia per mancanza di acqua calda.

Rafa è uno tosto. Lo ha dimostrato. Porta a casa il risultato. Non si lascia influenzare dall’ambiente. Ma se capisce che è tempo perso, saluta e se ne va. “Albiol e Higuain devi anche saperli trattenere”. Ora i fatti di Roma coprono tutto. Ma oggi Benitez ha parlato in maniera inequivocabile. Ha lanciato un messaggio a Zuniga: “Il giocatore sa che ha sbagliato”. In riferimento alla sua protesta per non essere entrato in campo contro il Cagliari. Rafa sa usare il bastone, altro che pacioccone incapace di imporsi. Ora tocca a De Laurentiis rispondere.
Massimiliano Gallo

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