Mi ero illuso su Hamsik, pensavo al nuovo Di Stefano

Il 28 giugno del 2007 ebbe inizio un sogno. Per molti tifosi napoletani. Certamente per chi scrive. Il sogno di vedere nuovamente giocare a Napoli un fuoriclasse immenso. Di quelli da classificare tra i primi cinque o sei giocatori al mondo. La fantasia correva …vedrai, il tempo di crescere ancora un poco, di maturare…scommetto arriverà […]

Il 28 giugno del 2007 ebbe inizio un sogno. Per molti tifosi napoletani. Certamente per chi scrive. Il sogno di vedere nuovamente giocare a Napoli un fuoriclasse immenso. Di quelli da classificare tra i primi cinque o sei giocatori al mondo. La fantasia correva …vedrai, il tempo di crescere ancora un poco, di maturare…scommetto arriverà al pallone d’oro. Questi voli pindarici non erano fondati sul nulla. Lo slovacco tocca la palla con due piedi in modo sopraffino, come raramente capita di vedere. E tira con due piedi in modo sopraffino. Hamsik ha lo shoot dei grandi campioni. Per di più ottimo colpito re di testa. Dotato di una finta naturale, secca e perentoria. Capace di accelerazioni fulminanti. Di tagli perfetti. Rifinitore delizioso, mette la palla in corridoio con il contagiri. E allora? E allora purtroppo, come ormai tutti sanno, il ragazzo non é riuscito ad acquisire la continuità necessaria a farne un fuoriclasse. Continuità tra partita e partita. Continuità nell’ambito di una stessa partita.
Tic toc palla a tre metri, scatto fulminante, tre avversari seduti per terra, poi di nuovo tic toc…
Si accende e si spegne come un albero di Natale diceva un opinionista molto noto.
A Napoli, in particolare con Mazzarri, i giocatori dotati di talento sono cresciuti. Penso a Lavezzi. A Zuniga. Allo stesso Cavani che arrivò da Palermo accompagnato da un certo scetticismo. Lui no. Perché non aveva nulla da imparare tecnicamente. Nel suo caso per crescere doveva acquisire una cosa molto difficile. La continuità. Una dote che o te la regala madre natura o non la acquisti. Una dote che deriva da una complessa miscela di fattori. Fisici e psicologici.
Quanti dubbi intorno alla sua posizione in campo. Dovrebbe giocare alla Falcao. Ha i numeri di Totti. É un grande trequartista. Deve giocare dietro la prima punta. Deve giocare più sulla fascia. Bisogna arretrarlo di venti metri e fargli organizzare il gioco. Lavezzi lo disturba perché gli sale sui piedi…. Ma nulla è valso a nulla. Forse perché Hamsik è semplicemente come appare. Una meravigliosa, incantevole incompiuta. E così resterà fino a fine carriera. Ormai ha quasi 27 anni. Un’età in cui sei o non sei. Temo quindi, e lo dico con infinita tristezza, che il mio (il nostro) sogno si sia dissolto. Il ragazzo arrivato da Brescia con il suo straordinario bagaglio di qualità tecniche non diventerà mai Di Stefano come io, con molta ingenuità, mi ero illuso potesse accadere.
E adesso? Adesso qualcuno ipotizza che Benitez lo metta nella lista dei possibili partenti. E poiché il Presidente De Laurentis ha scommesso con decisione sul tecnico spagnolo è giusto e ragionevole che sia lui a fare le scelte. Il progetto Napoli è oggi il progetto Benitez. E Rafa, molto probabilmente, considera Hamsik un lusso che la squadra non può permettersi.
Il suo Napoli ha già degli atipici che fanno in parte il gioco (e i goal) di Marek. Mertens. Callejon. E quando gioca, Insigne (a proposito vedo anche lui in lista di sbarco). Le pause dello slovacco possono diventare un peso insopportabile. Benitez lo sa bene e deciderà per il meglio. Nell’interesse suo e della squadra.
Una domanda mi viene naturale. Ma Hamsik ha mercato? Per Lavezzi e Cavani c’era la fila.
Come mai intorno a Marek mai nemmeno un bisbiglio? Forse per via dei suoi limiti di personalità?
Ovviamente il risveglio dopo un bel sogno è cosa sempre triste. Tanto più se riguarda un ragazzo che alle doti tecniche somma qualità umane rarissime. Serietà . Compostezza. Sobrietà. E un attaccamento commovente alla nostra città. Dovesse veramente partire lo saluterei con tanta tenerezza.
Guido Trombetti

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