La strada è quella giusta e il pubblico lo ha capito

Il Napoli non sfrutta le due partite consecutive in casa e nel giro di quattro giorni vede sfumare due obiettivi di stagione: l’Europa League e il secondo posto. Il dato crudo è questo. Simili a quello di tre anni fa, quando nel giro di quattro giorni fummo eliminati dal Villarreal e dicemmo addio al campionato […]

Il Napoli non sfrutta le due partite consecutive in casa e nel giro di quattro giorni vede sfumare due obiettivi di stagione: l’Europa League e il secondo posto. Il dato crudo è questo. Simili a quello di tre anni fa, quando nel giro di quattro giorni fummo eliminati dal Villarreal e dicemmo addio al campionato con la sconfitta tre a zero a San Siro contro il Milan.

Questi i numeri. Nel merito, il confronto regge poco. Del Porto abbiamo già parlato. Una partita che a nostro avviso Benitez ha giocato non alla Benitez. Una squadra all’attacco per sessanta minuti, punti dal Porto quasi al primo affondo. Ieri sera, contro la Fiorentina, le cose sono andate diversamente. Il Napoli è entrato in campo molto determinato. Attento a tenere bene il campo. E pronto a rendersi pericoloso. Per l’occasione Benitez riporta Henrique (un bel giocatore, si può anche cominciare a dirlo) al centro della difesa al fianco di Albiol; ripropone Reveillere sulla fascia destra; lascia ancora in panchina Dzemaili e piazza sulla mediana Inler e Jorginho; avanti, riposo per Mertens e Insigne in campo.

La Fiorentina non punge. Non c’è traccia della squadra che all’andata ci schiacciò nella nostra metà campo. Borja Valero appare fuori forma. Il Napoli sfiora il gol con Higuain su gran lancio di Reina. E poi con Hamsik che non trova di meglio che sparare su Neto in area di rigore.

Il Napoli sembra esserci. Sia mentalmente sia fisicamente. Poi, al primo errore, siamo puniti. Albiol cade in un contrasto con Gomez (un fantasma) e ancora una volta – come contro il Porto – la squadra crede che l’arbitro fischi. Albiol si ferma un attimo e lascia Ghoulam solo all’inseguimento del viola Bakic involatosi verso Reina: fallo da ultimo uomo ed espulsione. Il Napoli resta in dieci. E Benitez piazza Callejon terzino destro. Lo spagnolo non fa una piega. Gioca una partita di grandissima generosità, addirittura sfiora il gol nella ripresa e dopo l’uscita di Higuain va a fare persino il centravanti. Meriterebbe una statua.

Il Napoli non sembra un uomo in meno. Tiene il campo con disinvoltura e presenza fisica. Manca sempre qualcosa al momento dell’ultimo passaggio.

Nel secondo tempo la musica non cambia. Certo, i viola hanno più spazi a disposizione. E sfiorano il gol un paio di volte. Ma il Napoli c’è. A questo punto sale in cattedra Tagliavento con una serie di chiamate originali che condizionano la partita. Un arbitraggio non felice che culmina nella mancata punizione assegnata al Napoli per fallo su Mertens subentrato a Higuain. Sarebbe stata punizione. Il belga si è infortunato e di lì a poco un Napoli che non ha mai smesso di essere propositivo viene battuto da Joaquin: anche in questa occasione a sbagliare è un uomo cui si può rimproverare ben poco, Pepe Reina. Finisce uno a zero per loro.

Che cosa dire? Come ha spesso scritto col solito tono lieve Mimmo Liguoro, il calcio è materia opinabile. Ieri sera il Napoli ha cercato i tre punti. Non si è accontentato mai. Lo avessimo fatto, forse avremmo pareggiato. Personalmente, stavolta non ho nulla da rimproverare a Benitez e alla squadra, se non che continuiamo a essere poco cinici, come ormai sta accadendo da un bel po’ di tempo a questa parte.

I numeri non sono dalla parte del Napoli. Nel girone di ritorno abbiamo sin qui totalizzato 16 punti contro i 25 dell’andata. Ovviamente all’andata Benitez era subissato dalle stesse critiche. Basta andare a leggere i commenti dopo la vittoria a Firenze. Il campo dice che il Napoli è riemerso dalla fase di appannamento post-Verona (almeno in campionato); quel che manca, e non è poco, è quel cinismo, quella determinazione che risulta decisiva per la conquista della vittoria.

Quel che invece ieri sera non può essere rimproverato al Napoli è la mancanza di anima, di cuore. Come ha testimoniato Gianni Mura stamattina su Repubblica: “Già, Benitez: il secondo posto s’allontana ma questa volta non credo meriti critiche. I suoi hanno giocato meglio di una Fiorentina fin troppo abbottonata quand’erano in undici, e anche dopo l’espulsione di Ghoulam (ci stava) hanno dimostrato carattere e qualche numero d’alta scuola (Callejon, che non è spagnolo per caso).”

Il percorso – lo abbiamo scritto più volte – è ben avviato. A nostro avviso – e non solo, considerati gli applausi di ieri sera – siamo sulla strada giusta. Anche le dichiarazioni post partita di De Laurentiis lasciano ben sperare. Se il Napoli è diventato davvero un club in grado di programmare, ci sarà da divertirsi.
Massimiliano Gallo

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