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Le pagelle / Reina è un leader, Benitez un asso di coppe. Callejon e Ghoulam giù di tono

Le pagelle di Napoli-Swansea 3-1 REINA 8 – Bony gli consegna tra le mani un colpo di testa che è la palla-gol sontuosa fallita dall’ivoriano per il mortale 2-1 dei gallesi. Il terzino Tiendalli, invece, gli scocca una fiondata di testa sotto la traversa. Qui Pepe compie il miracolo di una deviazione in corner da campionissimo. Scatto di reni (e la schiena malandata?) che protegge il vantaggio azzurro sul 2-1. Esce di piede su Routledge fuori area (36’). Nell’assedio finale si impone per sicurezza, vero leader della difesa. E quando il Napoli segna impazza, saltella, è felice. Migliore in campo, ma è fuori che si supera, quando, ai microfoni di Sky dice che non è tutto solo merito suo. L’esultanza, poi, è assoluta meraviglia. Leghiamolo, immobilizziamolo: teniamolo qui – 8 MAGGIO 5,5 – Routledge sul suo lato è un pericolo continuo. I compagni lo lanciano a palla avanti e Maggio deve soffrire, recuperare a stento, impegnarsi allo spasimo. Costretto soprattutto a difendere, dà un apporto scarso all’attacco. Forse, sul gol di de Guzman dovrebbe chiudere sull’olandese visto che era sfuggito ai due centrali azzurri. Forse? Diciamo che chiudere su de Guzman era proprio l’unica cosa che doveva fare. E che non ha fatto – 4,5 HENRIQUE 5,5 – Preferito a Fernandez, denota l’impaccio del giocatore appena inserito in squadra. Spesso in lotta contro Bony che ha fisico, arretra e fa sponda per i compagni. Qualche lancio per nessuno. Appare incerto quando porta palla. Se la cava in più di un contrasto (uno su Bony, un altro su Routledge). Non avrei mai pensato di rimpiangere Fernandez, mai – 4,5 ALBIOL 6,5 – Sotto l’assedio dello Swansea se la cava come può. Però è determinante il salvataggio su Hernandez (9’), ma soprattutto quello sulla linea a ricacciare il pallone di Emnes che aveva saltato Reina in uscita (11’). Viene avanti senza la solita sicurezza perdendo qualche volta la palla. Mi basta il salvataggio su Hernandez. Erano venuti già giù tutti i santi del calendario sull’uscita di Reina – 6,5 GHOULAM 5,5 – Emnes lo mette continuamente in difficoltà e lui non l’anticipa mai, ma lo subisce. Si proietta in attacco nella ripresa. Batte male le punizioni dalla distanza. Si fa saltare anche da Dyer. Si è fatto risucchiare da una difesa che peggiore non si può. Il fatto che la difesa contagi anche i nuovi mi preoccupa non poco – 4,5 BEHRAMI 5,5 – Per lottare, lotta, rincorre, pressa. Ma portandosi avanti rimane lontano dalla metà campo azzurra sguarnita. Insieme a Inler non sa chi marcare dei centrocampisti gallesi, de Guzman ed Hernandez hanno sempre la meglio. Un tiro pretenzioso alle stelle. Nel finale e nella bagarre dell’assedio gallese, fa muro. Un asino in mezzo ai suoni. Solo che gli strumenti del centrocampo erano tutti scordati. ’O tenimm ‘nu regist’, o no? – 5 INLER 6 – Il voto è per il gol nel finale che vale il 3-1. Ci tenta qualche volta dalla distanza, ma fuori bersaglio. Perde il dribbling contro de Guzman che se ne va in contropiede (Reina para). Spara una pallonata sul viso di Chico. Torna a giocare con passettini lenti, girandosi e rigirandosi. Non è mai incisivo ed è incerto nel fare filtro. Al secondo centro, quest’anno, in Europa. Alle prese con quell’ultimo pallone non gli avevo dato due lire in mano, lo confesso. Mi ha strappato un’esultanza che non avrei mai creduto possibile. La pallonata in faccia, se non avesse segnato, l’avrebbe meritata lui – 6 CALLEJON 5,5 – Non ha il sostegno delle sovrapposizioni di Maggio, frenato in difesa, e può fare poco sulla fascia destra, chiuso inesorabilmente da Davies. Serata di sofferenza. Esce nel finale (84’) per far posto a Britos contro gli assalti dello Swansea. Se neppure Josè Maria è in partita sono veramente caz – 5 BRITOS s.v. – Entra al posto di Callejon per la difesa a cinque del finale (Maggio, Henrique, Britos, Albiol, Ghoulam). Nella confusione non riusciamo a notarlo. Il Napoli balla in difesa e libera come può. Britos non può fare il quinto. Britos non può fare manco il quarto. Britos non può fare neppure il terzo. Britos non può – sv PANDEV 5 – Gioca dall’inizio al posto di Hamsik e rimane sulle sue. Non trattiene la palla, non fa salire la squadra. Poche le occasioni in cui batte rapido. Però serve due palle-gol che Higuain non sfrutta. Quando tocca di prima sbaglia l’appoggio e difende poco. Esce dopo un’ora di gioco. Se non altro ha servito due palle. Il problema vero è che su quelle palle Higuain ha fatto cilecca – 4,5 HAMSIK 6,5 – Entra per Pandev (60’) e l’attacco azzurro acquista velocità e incisività. Ma ci voleva poco per far meglio di Pandev. Peccato che, subito dopo Higuain, fallisce la palla-gol al 90’, solo davanti al portiere. Poi appoggia  a Inler il pallone della terza rete. La sua paura davanti al portiere è irritante, da schiaffi. Un capitano non può aver paura, mai. Gambe molli e testa bloccata. E la palla a Inler la poggia, ancora una volta, per paura. Per fortuna Gokhan segna. Ma di che caz hai paura, 17? – 6 INSIGNE 6 – È il migliore e il più combattivo nella fase iniziale favorevole al Napoli e mette a segno con un pallonetto magico il primo gol azzurro. Poi cerca ancora il gol, ma in situazioni impossibili. Bersaglio mancato. Sulla distanza non regge il confronto con Tiendalli. È spesso solo sulla fascia (Ghoulam avanza poco) e perde palla. Si accentra qualche volta, ma si fa chiudere sempre. Terzo gol “europeo” dopo due in Champions. Esce al 68’. Per gran parte della partita migliore in campo dopo Reina. Non sono assolutamente d’accordo con il 6. Almeno un voto in più. E il gol è stato bellissimo (eccheccazz) – 7 MERTENS 6,5 – Entra per Insigne giocando a destra (Callejon a sinistra) e dà la solita scossa alla squadra. Veemente la penetrazione a destra, scambiando con Hamsik, fino all’assist per il 2-1 di Higuain. Un suo cross basso sfila davanti alla porta gallese senza nessun azzurro a deviare la palla in rete. Incide molto sulla fascia e innesta velocissimi contropiedi. Prende palla dalla squadra che si difende, galoppa per cinquanta metri sull’esterno destro e due volte lancia al gol Higuain e Hamsik che sbagliano. Entra in campo Dries e la partita cambia. Quanto corre su quella fascia, quanto corre – 7 HIGUAIN 7 – Un gol strepitoso in girata che porta il Napoli sul 2-1 dando la svolta alla partita azzurra. Ed è suo l’assist per il gol dell’1-0 di Insigne. Si batte su tutto il fronte. Svaria sulle fasce per liberare spazio centrale a Callejon, Pandev, Inler. All’inizio batte fuori due palle-gol (15’ su assist di Pandev, 20’ ancora palla dal macedone). Nel finale non sfrutta un prezioso contropiede (89’). Ma è l’azzurro che si batte con più grinta e coraggio. Quinto gol in Europa con la maglia azzurra (21 in totale nella stagione). Va tutto bene: il gol strepitoso, l’assist per Insigne, la battaglia fino alla fine, ma non si può divorare gol così. L’ho visto passeggiare più di una volta nell’area avversaria. Quando è crollato in campo, alla fine, avrei voluto abbracciarlo, ma anche strattonarlo, picchiarlo. Immenso Gonzalo, ma se non finalizza di più saremo noi a ritrovarci col culo per terra – 7 BENITEZ 7 – Presenta tre novità: Henrique (per Fernandez), Pandev (Hamsik), Insigne (Mertens). Inizio favorevole alla squadra che entra bene in partita. Ma Higuain spreca due palle-gol e c’è solo la rete di Insigne a sorreggere il Napoli, peraltro pareggiata dopo un quarto d’ora da de Guzman. Vede la squadra in sofferenza, prende appunti, si sgola per qualche richiamo e sente sfumare la qualificazione. Lo Swansea, in Inghilterra, lo aveva già eliminato quand’era alla guida del Chelsea. Muove però bene le sostituzioni perché Hamsik (dal 60’ per Pandev) accende l’attacco e poi Mertens (68’ per Insigne) lo elettrizza. Alla fine è il suo Napoli che attacca, riparte e vince. Difende a cinque negli ultimi dieci minuti inserendo Britos per Callejon. È un asso di coppe ed è in corsa nell’Europa League e in Coppa Italia. Henrique: se lo può tenere. Pandev: pure. Sulla sostituzione di Insigne ho dubitato di lui, e me ne pentirò sempre. Non poss(iam)o dargli la colpa se quegli undici in maglia gialla non si dannano l’anima, se Gonzalo perde tutti quei gol, se Hamsik ha paura anche della sua ombra, se abbiamo una difesa che neppure in 10 è capace di difendere. Certo, la fame di gol e la cazzimma vengono anche da un allenatore, ma non si possono spremere le mucche secche (una metafora senza né capo né coda, come il Napoli di ieri, fatemela passare). Un Napoli inguardabile, pessimo, ma che supera il girone di qualificazione europeo per la prima volta nell’era De Laurentiis. Mi resta questo, della partita di ieri, oltre a un leggero dolore al cuore: abbiamo tutti rischiato l’infarto in più di un’occasione. Ma, per una volta, ce l’abbiamo fatta, con buona sorte e tanto culo. Mi piacerebbe, prima o poi, rivedere una grande partita come quella contro la Roma, dire: “Caspita, quanto giochiamo bene, quanto sappiamo giocare bene, quando vogliamo”. Mi piacerebbe, prima o poi, farmi una ragione del fatto che abbiamo un attacco strepitoso ma che in difesa facciamo schifo, e non andare sempre in pareggio, o in perdita, ma avere un credito di gol. Mi piacerebbe, prima o poi, rivedere l’azzurro, perché ieri ho guardato un po’ della partita della Lazio, in giallo, e mi è venuta l’orticaria. Sin prisa però sin pausa, ma riprendiamoci la nostra identità, che è di un solo colore, il più bello: l’azzurro. Per il resto, amo il Re di coppe e la felicità di tornare nel Portogallo del mio Pessoa, dopo quasi quarant’anni, rende il caffè più buono, stamattina. Non per tutti, naturalmente. I cecchinicontroRafa hanno ancora il colpo in canna. Mi chiedo: se avessimo perso la qualificazione, lo avrebbero gambizzato all’ingresso negli spogliatoi o direttamente fucilato in panchina? Lo vedremo la prossima volta: il campionato, e le coppe, sono ancora lunghe. Poveri voi che non ve le godete… – 7 MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA

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