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I giovedì dello zainetto, il Napoli torna ad allenarsi al San Paolo

Lo zaino a tracolla, rigorosamente verde militare, in qualche caso marrone bruciato. Oppure la molla, di quella che aveva i ganci di ferro per raccogliere i libri. Verde anche quella per scrivere W (e non Forza) Napoli non so perché. Forse era più cool, faceva più fico. Per quelli più giovani lo zainetto Invicta, il primo brand scolastico post sessantottino che se mettevi più quaderni dentro lo ritrovavi bucato in quegli angoli dove l’inchiostro delle penne senza tappo si accumulava lasciando una macchia blu. Appuntamento sotto scuola. Ovviamente non si entra. Meglio se è giorno di sciopero. Due le scelte: partita a pallone sui campi della Tangenziale. Vietatissimo, reato prescritto. Erano ancora senza alberi, ideali per formare le squadre con i più scarsi (io) scelti per ultimi. Forse per questo mi piace il meccanismo delle scelte Nba. Sette contro sette: se ero scelto al terzo-quarto giro significava due cose, o che la squadra era veramente scarsa o che attraversavo un buon periodo di forma e simpatia.

Lungo il preambolo perché l’altra scelta era andare al san Paolo per l’allenamento del giovedì. C’era Diego che palleggiava con la spalla, c’era Marchesi prima, Bianchi e Bigon poi che volevano mantenere la pressione della folla sul Napoli. Bene così. Non c’erano contestazioni se le cose andavano male ma solo ricordare che il Napoli giocava per i suoi tifosi e non per le tv. Dal bunker del Centro Paradiso, che oggi se la gioca con il Mario Argento su chi sta peggio (e dentro ci metterei anche il complesso di Marianella), si usciva il giovedì per la classica partitella di allenamento. Distinti pieni, per la maggior parte di studenti. Pioggia, sole e vento. Qualcuno con la marenna per quella che spesso era l’unica occasione per vedere da vicino i giocatori. Il san Paolo era sempre esaurito. L’unica volta in cui il settore inferiore dei Distinti era più completo di quello superiore.

Poi tutto si è interrotto. Con De Laurentiis il primo anno il Napoli ha effettuato le operazioni simpatia ad Aversa, Palma Campania, Marano, giocando sempre una partitella prima di emigrare a Castelvolturno. Tutto chiuso, tutto blindato. Solo qualche eccezione. Reja nel 2008 (“Tanque portaci in Uefa”), Mazzarri nel 2011 alla vigilia del Trofeo Gamper, ancora il toscano nel 2013 prima della finale di Coppa Italia Primavera. Ora Benitez. Alla fine di Napoli-Sampdoria ha salutato la Curva A. Dicono perché generalmente la squadra esce sotto la B e non passa negli altri settori. Forse perché espressamente glielo hanno chiesto in settimana. Operazione simpatia. Si comincia alle 10.30, i Disinti apriranno alle 10. Sugli spalti ci sarà qualche zainetto in meno (perché oggi la tendenza è di non portarli proprio i libri in classe) ma la passione sarà sempre la stessa. Ci vediamo sotto scuola. E poi il 181 fino a piazzale Tecchio.
Gianluca Agata

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