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Quattro assenze e una domanda: che Borussia sarà?

Quattro assenze e una domanda. Che Borussia sarà? Mancano i due centrali difensivi (Hummels e Subotic), manca il terzino sinistro (Schmelzer), manca come già a Napoli il faro di centrocampo (Gundogan). Significa che Klopp dovrà inventarsi tutta la difesa. Inventarsela nel vero senso del termine giacché contro il Bayern, sabato scorso, ne ha mandata in campo una che sapeva in anticipo di non poter replicare: fra i titolari c’era Friedrich, ex nazionale, ex Bayer Leverkusen, 34 anni, ripescato nella lista dei disoccupati per far fronte all’emergenza. Ma non è nella lista Champions, perciò stasera non ci sarà.
Inventarsi una difesa vuol dire piazzare Kehl accanto all’ex genoano e milanista Papastathopoulos al centro dell’area, affidare al giovane Durm la corsia di sinistra e piazzare a destra Piszczek, al rientro a sua volta dopo una lunga assenza per infortunio, oppure ancora l’adattato Grosskreutz. Attenzione, perché con queste scelte Klopp si gioca la partita, con il giusto dosaggio di giocatori già in condizione e altri da verificare. Un’alternativa consiste nel portare al centro della difesa Bender, sottraendolo ai suoi consueti compiti di mediano. Klopp l’ha già fatto, ed è un’idea. Se Piszczek offrisse garanzie, lo farebbe di sicuro: piazzando Grosskreutz a centrocampo.
Qualunque sarà la formazione, Klopp se la giocherà alla sua maniera. Con il 4-2-3-1 che a Napoli qualcuno critica. È questo il motivo che potrebbe spingere Benitez a non cambiare formula: una squadra avversaria sistemata a specchio in campo. Giocarsela alla sua maniera significa anche scaraventare addosso al Napoli la pratica consueta del contro-pressing. Altro non è che un pressing molto alto, nella metà campo degli avversari. A Napoli non funzionò. Benitez la disinnescò con una partita di grande attenzione e con un vigore sugli esterni che stremò la squadra di Klopp. Il Borussia è la squadra che in questa Champions ha vinto più tackle di tutti e ha intercettato più palloni di tutti. È questa la proiezione in numeri di un atteggiamento di grande energia che Klopp chiede in fase difensiva. Prima di uscire terrorizzati da questa lettura, sarà però bene chiedersi per quale motivo con tanti tackle e tanti contrasti vinti il Borussia sia dietro di noi nel girone. Risposta: perché tanto vigore poi va trasformato in calcio. Benitez a Napoli, Wenger (e Guardiola in campionato) a Dortmund hanno smontato il meccanismo. È una partita che Rafa ha già preparato e che sa come affrontare, l’incognita semmai sta nella attuale capacità fisica e mentale del Napoli.
Cosa fare. Attaccare gli esterni. Costringere Mkhitaryan a scalare in copertura sulle fasce laterali, come ha già fatto il Bayern (è un espediente con cui Klopp risparmia a Reus le rincorse sugli avversari). Giocare in anticipo su Lewandowski senza commettere fallo al limite dell’area, dove Sahin e Reus sono temibili da fermo. E occhio al nuovo schema sui calci di fermo dalla tre quarti: palla lunga sul palo opposto, sponda di testa di Bender verso il centro, verso l’area piccola.
Ma la prima cosa da fare è vincere il sorteggio a metà campo all’inizio della partita. Vincerlo e scegliere di battere la palla al centro significa avere la possibilità di congelare un po’ la partita nei minuti iniziali, far girare la palla, magari appoggiandola su Reina e obbligando il pressing del Borussia a farsi altissimo. In questo modo si potrebbero anche trovare molti spazi davanti per far partire le nostre ali o lo stesso Higuain. Serve l’Higuain di Fuorigrotta, quello che da solo mise fuori uso i due centrali. Serve non prendere gol nei minuti iniziali, com’è invece successo a Londra e a Torino. Serve crederci. E noi tutti intorno, diamoci la mano.
Il Ciuccio

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