Caro Benitez, Callejòn che non fa tirare la punizione a Insigne non è una bella scena

Ventotto punti in undici giornate, mai così bene nella storia del Napoli. Secondo posto in classifica. Qualificazione in Champions ancora aperta. Gestione quasi eccellente della rosa, con la rivalutazione di Mesto, la rigenerazione di Fernandez, l’esordio di Uvini, il coinvolgimento di Zapata. E il quasi è relativo a Cannavaro: l’ex capitano che rischia di essere […]

Ventotto punti in undici giornate, mai così bene nella storia del Napoli. Secondo posto in classifica. Qualificazione in Champions ancora aperta. Gestione quasi eccellente della rosa, con la rivalutazione di Mesto, la rigenerazione di Fernandez, l’esordio di Uvini, il coinvolgimento di Zapata. E il quasi è relativo a Cannavaro: l’ex capitano che rischia di essere l’unico emarginato, innanzitutto per responsabilità del suo procuratore.

Insomma, non è certo il Napolista a dover elogiare il lavoro di Benitez. Lo facciamo da tempi non sospetti, da quando stavamo belli larghi nella difesa del tecnico spagnolo. Oggi siamo troppi. Ecco perché stavolta ne approfittiamo e nel momento degli osanna facciamo notare al nostro Rafa qualcosa che in Napoli-Catania non ci è piaciuto.

Forse sarà una nostra suggestione, visto che qui a Napoli siamo particolarmente sensibili al tema “clan” nello spogliatoio. Però una fastidiosa sensazione l’abbiamo provata ed è giusto esternarla. Ebbene, Rafa, a noi Callejòn che per due volte sul finire del primo tempo ha ignorato Insigne non è piaciuto. Ecco, l’abbiamo detto. Lorenzo gli ha chiesto un triangolo nemmeno così stretto e lui ha preferito servire Higuain sul primo palo. Per carità, azione di gioco, ci sta. Pochi minuti dopo, c’è una ripartenza, termine che piace ad Arrigo Sacchi, e Callejòn non riesce a servire al centro un liberissimo Insigne. E ci sta anche questo, basta un attimo che si perde il tempo e l’azione sfuma.

Ci sta meno, invece, quel che è successo nel secondo tempo quando Insigne si è procurato un calcio di punizione al limite dell’area. Da quello spicchio di campo, dieci metri più dietro, Lorenzo fece partire la magnifica traiettoria che mise in ginocchio il Borussia Dortmund. Lorenzo fa per alzarsi, chiede quel pallone che non otterrà mai. È nelle mani di Callejòn che gli dice che non toccherà a lui. La punizione la tirerà Gonzalo. Insigne un po’ protesta, ma invano. Hamsik si allontana. L’ultimo a consolare Insigne è Behrami. Per fortuna, Insigne ha continuato a giocare bene. Anzi, è persino cresciuto e ha continuato a servire il pallone ai due come se nulla fosse successo. Insomma, ha provato anche lui a far sbloccare Higuain. Che poi, Rafa, diciamolo, ma di cosa si deve sbloccare? Higuain è il nostro centravanti, il nostro leader. E noi di leader cannibali ne abbiamo già avuti.

Ovviamente, caro Benitez, se queste inezie le abbiamo notate noi spettatori esterni, figuriamoci un uomo di calcio e di spogliatoio come lei. Può succedere, per carità. Succede probabilmente in ogni squadra. Questa, però, è una ferita ancora aperta per noi tifosi del Napoli. Troppe ne abbiamo vissute negli ultimi anni per problemi di spogliatoio: calciatori che non si parlavano, gestione “gerarchica” delle punizioni, e situazioni simili. Qualcuno ci dirà che non vogliamo il bene della squadra, ma è l’esatto contrario che ci porta a scrivere queste righe.

A noi, Rafa, piacerebbe che in ogni situazione, al primo posto, ci fosse l’interesse del Napoli. E se una punizione è più probabile che la segni Insigne, è bene che la tiri lui. Così come quando il ragazzo si intestardisce e perde la palla, è bene che venga strigliato e magari anche sostituito. Tutto, però, deve basarsi su quel che avviene in campo; non altrove. Ma questo, Rafa, lei lo sa meglio di noi. Sin prisa pero sin pausa, arriveremo a un gran gol su triangolazione Callejòn-Insigne-Higuain. Ne siamo certi.
Massimiliano Gallo

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