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No al pianto preventivo per Mazzoleni (ma cerchiamo di capire che il calcio è potere)

Fa notizia la designazione arbitrale di Napoli-Parma. Arbitrerà Mazzoleni. Non ha bisogno di presentazioni. È quello di Pechino. L’arbitro che più volte ha dato prova di essere “morbido” nei confronti della Juventus. È anche l’arbitro che qualche settimana fa, in qualità di giudice di porta, fece generosamente concedere il secondo rigore contro il Torino. Quello per fallo di mano di Glik su tiro ravvicinato di Fernandez. “Mazzoleni, non abbiamo bisogno di niente”, scrisse Trapani. E in effetti è vero. Così come è vero che non possiamo lasciarci andare a pianti preventivi, decisamente fuori luogo. Almeno a parere di chi scrive.

Infine, un’annotazione: è da un po’ che scriviamo come il calcio (e non solo) sia anche una questione di potere, di posizioni che si conquistano nel Palazzo. Vale per la discriminazione territoriale, per l’astuzia con cui si prova ad aggirare una sanzione e anche per gli arbitri. È inutile continuare a fare le mammolette. Una società dimostra la propria forza anche così. Sbraitiamo di meno, anzi per niente, alla designazione di Mazzoleni e cerchiamo di comprendere che una società cresce anche nelle battaglie di principio. Se si rinuncia a combatterle per interessi personali, poi non ci si può lamentare se non si conta nel Palazzo.
Massimiliano Gallo

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