Ma davvero il calciomercato vi interessa così tanto?

Ok, noi siamo rafaeliti e non è detto che lo siate tutti. Per l’amore del cielo, è legittimo. È legittimo anche chi è inquieto. Chi si lamenta. Chi sostiene che il Napoli non abbia un gioco e che si affidi alle capacità dei singoli. Tutto è legittimo. Del resto parliamo di calcio. La terra dei […]

Ok, noi siamo rafaeliti e non è detto che lo siate tutti. Per l’amore del cielo, è legittimo. È legittimo anche chi è inquieto. Chi si lamenta. Chi sostiene che il Napoli non abbia un gioco e che si affidi alle capacità dei singoli. Tutto è legittimo. Del resto parliamo di calcio. La terra dei cachi. Ciascuno arriva, pontifica e se ne va.

Però. Ecco, però. Però, attenendoci solo ai numeri, fin qui non stiamo messi poi così male. Per carità, per fortuna, perché non abbiamo ancora tirato le somme in Champions, perché abbiamo incontrato le più deboli in campionato (non è vero ma non fa niente). La realtà è che siamo primi nel girone di Champions, a pari merito con l’Arsenal, e terzi in campionato. Insomma, un bilancio non proprio da buttare.

E allora, mi chiedo: ma perché si parla sempre e solo di mercato come se fossimo all’ultima spiaggia? Giorni e giorni a discutere di Antonelli (con tutto il bene, ma stiamo parlando di Antonelli mentre abbiamo deriso l’arrivo di Réveillère), di Matuidi, di Skrtel. E altri cento nomi. Sì, cento.

Mica stiamo aspettando Maradona, come nell’indimenticabile estate del 1984? Stiamo aspettando Antonelli. E dai. Trasmissioni radiofoniche, giornali on line interamente dedicati a parlare del nulla. Mancano un difensore, un esterno, un centrocampista. Ma quanti di voi hanno mai visto giocare Matuidi? In quanti hanno visto Gonalons? Non sapevamo chi fosse Callejon, e si è visto. Non sapevamo chi fosse Mertens eppure continuiamo a parlare. Ma di cosa? E, soprattutto, perché?

Perché non parliamo del Napoli? Perché non discutiamo di Maggio, di Bariti, di Radosevic? Perché l’erba del vicino, anzi l’erba immaginaria, è sempre più verde? Perché non discutiamo del Napoli di Benitez? Perché non immaginiamo come si possa uscire indenni da Dortmund? Ma davvero il vostro pensiero fisso è sul mercato? Ma davvero pensate che basti spendere soldi per vincere? Capisco che Moratti è riuscito nella titanica impresa di lasciare il calcio da vincente, ma basterebbe pensare a lui per capire che non bastano i soldi per vincere.

Resto della mia idea. Pochi acquisti, mirati. A gennaio. Com’è accaduto quest’estate. Quando non abbiamo sbagliato un acquisto che fosse uno. Quando abbiamo letto che Albiol non era adatto al campionato italiano, che Callejon in Spagna lo prendevano a coppetielli, per non dire di Reina, un signor portiere arrivato a Napoli nel disinteresse generale. E dobbiamo ringraziare Benitez se non è arrivato un pacco milionario di nome Astori.

Insomma, diamoci una regolata. Guardiamoci allo specchio: non capiamo nulla di calcio, non sappiamo nulla. Facciamo i tifosi che è meglio. Sogniamo. Come si faceva una volta che ci si addormentava pensando alla partita perfetta, che poi era quasi sempre una rimonta. Non riusciamo più a godere di nulla. E tutto questo mi mette addosso una tristezza infinita.
Massimiliano Gallo

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