Juventus-Napoli per me, bianconero che nel 1987 si emozionò

C’è voluto stamattina l’ambulante che vendeva sul marciapiede affollato di via Toledo rotoli di carta igienica incelofanati con il nostro stemma per restituirmi al clima del big match. Da quando lavoro e trascorro gran parte del mio tempo sociale a Potenza la percezione è assai affievolita. Vivo infatti la condizione dello juventino medio, essere il […]

C’è voluto stamattina l’ambulante che vendeva sul marciapiede affollato di via Toledo rotoli di carta igienica incelofanati con il nostro stemma per restituirmi al clima del big match.
Da quando lavoro e trascorro gran parte del mio tempo sociale a Potenza la percezione è assai affievolita. Vivo infatti la condizione dello juventino medio, essere il più consistente gruppo di minoranza, in una realtà in cui la maggioranza indigena non vive in una condizione permanente di inimicizia assoluta nei nostri confronti.
Stasera un amico napolo-lucano (assai nemico su questo fronte) mi ha invitato a un importante appuntamento elettorale, domenica pomeriggio a Potenza (domenica 17 si vota per la Regione Basilicata): tanto lo sai che tu è meglio che a Napoli non ci stai, ha motivato. Nel suo sentire, insomma, mi faceva un piacere. So per certo che invece il dover mancare all’appuntamento gli strazia il cuore.
In realtà per molti anni l’appuntamento io non l’ho mancato. Eravamo in tre i giornalisti tifosi della Juve nella seconda metà degli anni Ottanta, gli anni trionfali del Napoli di Maradona, gli anni del trauma e della vergogna per noi. Ben presto fui epurato e mi invitarono ad andare a ricongiungermi ai miei simili, che venivano ospitati nella tribuna Vesuvio, un piccolo settore dei distinti riservato ai tifosi della Juve (all’epoca la gestione della sicurezza negli stadi era molto meno paranoica)
Ero talmente schifato della dirigenza e dei tifosi che avevano festeggiato l’Heysel che mi sarei messo in sonno come patuto. Ancor’oggi sono convinto che non puoi rivendicare la terza stella (che ci meritiamo) se non hai il coraggio civile di restituire la Coppa del 1985, chiedendo scusa per l’inciviltà dimostrata. Mi sembrava però altrettanto vigliacco buttare il bambino per l’acqua sporca.
E così, in occasione degli scontri diretti, continuavo a scommettere, e a perdere. Oggi grazie a Google posso ricostruire che l’1-3 a Torino nell’anno dello scudetto mi costò 40 flessioni in classe (all’epoca insegnavo in un Itis a San Giorgio a Cremano) mentre il 3-5 di due anni dopo una cena luculliana con amici in un ristorante di Baia (mi ero trasferito di casa a Bacoli e di scuola a Pozzuoli)… Della partita di ritorno, che lanciò invece il Napoli verso lo scudetto, ho preciso, formidabile ricordo. Il Napoli dopo una corsa in testa aveva rallentato il passo e l’Inter si era ravvicinata riaprendo i giochi. Al vantaggio iniziale di Renica (ci avrebbe fatto ancora male) aveva risposto Serena ma pochi minuti dopo il piccolo Romano decise il match con un guizzo. L’incrocio con il risultato della diretta inseguitrice (un pareggio? Una sconfitta) gasò il pubblico in maniera straordinaria. A una decina di minuti dalla fine partì dalla curva e si diffuse all’intero stadio, Oi vita oi vita mia. E non la smisero più, convinti, a giusta ragione, che finalmente il cielo sarebbe caduto sulla terra. Mi sarei messo a cantare anch’io, pensando alla felicità dei miei amici… E ancor’oggi, che sono passati più di 25 anni, al ricordo mi vengono i brividi. Perché, a ben vedere, la Juventus è una squadra fortissimi (e comunque chi rinnega una volta non è più buono per niente) ma i tifosi del Napoli lo sono molto di più…
Ugo Maria Tassinari

Correlate

Il Napoli è spento, stagione deludente, e club con poco appeal sul mercato

di - A prescindere dalla richiesta (legittima) di far disputare in concomitanza il derby romano e Juventus-Napoli, non sarà la squadra di Dnipro e quella contro il Cesena che porteranno buone notizie azzurre da Torino. C’è un clima di resa sottopelle tra le paturnie di Higuain, la lunga linea grigia di Callejon, la difesa che sta a […]

Benitez

Non credo a una permanenza di Benitez a Napoli e mi dispiace. Ma non vorrei né Mihajlovic né Spalletti

di - Appartengo al partito dei Collovati. E dei Ciccio Marolda. Credo che Benitez andrà via. Ormai il rapporto con la proprietà è rotto. Figurati se De Laurentiis gli fa passare la levata di scudi sul problema del ritiro. E poi se avesse voluto restare, avrebbe accettato l’offerta fattagli (secondo i bene informati) a gennaio. Ed anche ripetuta […]

Mazzarri

Caro Napolista, un mazzarriano vi scrive: speriamo di uscire vivi dalla caverna platonica

di - Gentilissima redazione del Napolista, complimenti per l’alto livello letterario più che giornalistico con cui il sito espone le sue tesi. È un piacere leggervi sebbene mi ponga dall’altro lato della barricata. Ebbene sì, sebbene sia un giovane medico del vesuviano, mi picco di appartenere alla corrente dei pre-raffaeliti inglesi che sotto la Queen Victoria contestavano […]

Il Napoli di Vinicio mi emozionava, questo di Benitez no

di - L’analisi del professore Trombetti, apprezzatissimo docente e già rettore della nostra università Federico II°, appare interessante ed arguta come sempre, dimenticando però, questa volta, una persistente incognita (proprio lui?) sempre presente in ogni incontro di calcio: il desiderio di vincere, la volontà di farcela, la forza di confrontarsi al di là delle proprie oggettive capacità: […]

L’importanza per il Napoli di ritrovare Insigne

di - Che Lorenzo Insigne non stia passando un bel periodo è chiaro. Ha iniziato questa stagione con prestazioni non esaltanti che hanno portato ai fischi del San Paolo. Lui ha sbagliato a polemizzare con la tifoseria e avrebbe dovuto accettare i fischi con umiltà. Ma da ragazzo napoletano che ci tiene alla maglia e alla sua […]

Immagine non disponibile

Prandelli non si consegnerà ai senatori, ha dimostrato di avere coraggio

di - Salvo rarissime eccezioni, i tecnici sono conservatori. Fino all’autolesionismo. Lippi si è impiccato ai suoi senatori nel mondiale 2010. Come già prima Valcareggi. E ancora Bearzot nel 1986. Ma i tre c.t. avevano un grande debito di riconoscenza verso un gruppo di giocatori che li avevano portati a grandi successi. Per converso chi, della mia […]

Immagine non disponibile

E se Prandelli si affidasse al trio zemaniano Verratti-Immobile-Insigne?

di - Non sapendo a chi santo votarmi mi sono attaccato alla scaramanzia. Ciò per digerire l’indigeribile prestazione azzurra contro il Lussemburgo. Ho ricordato la pessima Italia vista in allenamento prima di mondiali poi vinti. In particolare l’Italia di Bearzot del 1982.Sia chiaro, non solo di scaramanzia si tratta. Chi conosce un poco il calcio, e più […]

Immagine non disponibile

Più di Reina e Koulibali, conta la risposta della società alle richieste strutturali di Benitez

di - L’anno passato scrissi a proposito della campagna acquisti: “La cosa che mi colpisce molto oggi è il tourbillon di nomi in giro. Una girandola pirotecnica. La maggior parte non ho idea di chi sia. Eppure seguo il calcio in tv assiduamente. Cognomi sconosciuti e spesso astrusi. Difficilissimi da pronunciare. Almeno per me. Leggo i commenti. […]

Immagine non disponibile

Il giudizio del Napoli di Benitez non dipende dalla Coppa Italia

di - Non carichiamo di troppi significati la finale dell’Olimpico. E’ una partita singola . Decide in gran parte il caso. Che é sempre determinante in questo bellissimo sport. Nel quale ci riempiamo la bocca di tattiche e schemi ma poi magari un ciuffo d’erba, un rimpallo o una svista dell’arbitro la fa da padrone. Insomma in […]