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Non è la pace delle curve, è la resa del calcio agli ultrà. È diverso

C’è modo e modo di dare una notizia. C’è modo e modo di riferire quel che è accaduto. È l’abc del giornalismo. La Gazzetta dello sport, stamattina, ha scelto questo modo: «La pace delle curve». Grande apertura, sintetizzata dal seguente sommario: “Comunicato congiunto di Milan e Inter per promettere di far cambiare la legge per gli accessi allo stadio, chiedendo ai propri tifosi di non ripetere i cori anti napoletani che potrebbero portare alla chiusura dei settori. La risposta è una tregua ultrà: «Le proteste continueranno, ma quello sfottò (è scritto proprio così, sfottò, ndr) non verrà ripetuto»”.

Insomma, la prima della Gazzetta è paragonabile – con le dovute proporzioni, sia chiaro – alla prima pagina di un quotidiano all’indomani di una tregua tra lo Stato e un movimento eversivo. C’è tutto, soprattutto c’è la legittimazione politica degli ultras e la loro vittoria. C’è il riconoscimento – ahinoi, ma lo sapevamo già – che il casus discriminazione territoriale in realtà è solo la liceità di poter offendere i napoletani. E c’è la resa senza condizioni delle società di calcio e quindi del mondo del pallone agli ultras.

Tutto perfettamente sintetizzato da Fabrizio Bocca nel suo blog, come da noi già riportato.

Le società di calcio hanno mostrato in maniera inequivocabile l’incapacità di liberarsi dal ricatto degli ultrà. Hanno provato a cambiare la norma. In parte ci sono riuscite. Ma solo in parte. Dopo le decisioni di lunedì scorso del giudice sportivo, hanno capito che la Figc non scherza (del resto non può scherzare perché la Uefa da quest’orecchio non ci sente) e quindi hanno deciso di trattare. Di piegarsi. Hanno chiesto, chiesto, praticamente in ginocchio, col comunicato congiunto di Milan e Inter, di non ripetere più qui cori. In cambio hanno promesso di modificare le leggi sull’accesso allo stadio. Di essere meno rigidi sui Daspo e di annacquare ulteriormente la norma sulla tessera del tifoso.

Insomma, quel che la Gazzetta sintetizza come “La pace degli ultrà”, in realtà altro non è che “La resa del calcio agli ultrà”. Una resa vera e propria. Un riconoscimento politico in piena regola che viene accordato ai signori delle curve. La merce di scambio sono i cori contro i napoletani. Probabilmente non sentiremo più “colerosi e terremotati”, ma solo perché gli ultrà hanno ottenuto di più e di meglio.

Una pagina tristissima del nostro calcio. Con questi presidenti, con queste società, era impossibile ottenere di più.
Massimiliano Gallo

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