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Cari tifosi malpancisti, una domanda: ma chi ve lo fa fare?

Da poco più di 12 ore si è chiuso il calciomercato, e da poco più di 12 ore assisto allo spettacolo di tifosi-ragionieri che fanno i conti in tasca al Presidente, ovvero al Pappone che manco se gli punti una pistola alla tempia tira fuori il milione; che si è messo in tasca ben 40 dei 120 milioni che aveva promesso di spendere per il nuovo Napoli di Rafa; che pagherà di tasca sua quasi tutto l’ingaggio di Donadel, pur avendolo prestato al Verona; che anche quest’anno non ha mantenuto le promesse, è arrivato solo vicino a costruire la squadra perfetta per vincere e lascia ancora una volta l’amaro in bocca per l’occasione perduta. Assisto, insomma, allo spettacolo di tifosi che sono diventati esperti di bilanci (ahimè, Max, avevi ragione tu: la mutazione antropologica del tifoso del Napoli si è definitivamente compiuta…), pessimisti dei primi di settembre, a volte persino nostalgici dei bei tempi di Mazzarri e della Champions con Aronica.
Cari colleghi di tifo, non voglio ergermi a maestro di saggezza perché davvero non potrei, né a castigatore della morale altrui, quindi non scrivo queste righe per dirvi cosa dovreste o non dovreste fare a mercato chiuso e con la palla al centro; scrivo queste righe per farvi una semplice domanda: ma chi vò ffa fa? Perché vi dovete intossicare già il 3 settembre? Perché dovete recriminare su un mercato certamente imperfetto, ma comunque ottimo?
Mi sembra di rivivere l’indomani dell’addio di Walterone il Magnifico, quando pareva che senza i suoi schemi magici e senza i suoi straordinari titolarissimi il Napoli sarebbe praticamente retrocesso a triste comparsa della Serie A. Predicavo calma ed equilibrio all’epoca, predico calma ed equilibrio dopo le prime due vittorie, avrei predicato calma ed equilibrio anche se contro Bologna e Chievo avessimo fatto zero punti. L’avvento di Rafa è stato una rivoluzione in piena regola; questo Napoli non è perfetto ma ancora perfettibile; certamente, per essere imbattibili, ci manca un buon centrale di difesa, un centrocampista alla Mascherano e una punta più affidabile dello sconosciuto Zapata; ma ci possiamo lamentare di quel che fino a ieri hanno fatto il buon Bigon e l’ottimo Benitez sul mercato? Io credo di no.
Ma credo soprattutto che tutti, dal presidente all’allenatore, abbiano le idee estremamente chiare, e che certe scelte siano state prese con consapevolezza assoluta: per ora si punta su chi c’è, poi a gennaio si vedrà. E a gennaio ci saranno 30/40 milioni disponibili per eventuali, e mirati, rinforzi.
Per il momento la parola d’ordine dovrebbe essere una sola: pazienza. Il campo ci ha detto che la rivoluzione-Rafa ha dato frutti che forse nemmeno i più ottimisti di noi sognavano di vedere così presto (e con questo non voglio cedere ad entusiasmi eccessivi, facendo in parte mio il richiamo di ieri di Valentino Di Giacomo). Il cammino è lungo e le possibilità di crescere e migliorare, soprattutto dietro, sono tante. Anche con una rosa in parte incompleta. Solo il tempo ci dirà se tutte le scelte fatte sono buone; nel frattempo, servono fiducia e tifo. Tanta fiducia e tanto tifo.
E ve lo dice uno che, da anti-mazzarriano della primissima ora, si è intossicato tutta la passata stagione: perché l’anno scorso ho lasciato che il cervello prevalesse sulla pancia (mai sul cuore, perché altrimenti non mi sarei più potuto dire un tifoso del Napoli), e ho passato un anno lacerante, disperandomi nel vedere come gli errori di sempre, i difetti di sempre e i limiti di sempre tarpassero le ali a una squadra che, con poco in più, avrebbe potuto finalmente spiccare il volo. Non lasciate anche voi che il cervello prevalga sulla pancia: lasciatevi prendere dagli entusiasmi che questa nuova squadra, questo nuovo allenatore, questa nuova mentalità ci hanno già fatto in parte assaggiare. Godiamoci questo Napoli, con tutti i suoi innegabili difetti, perché questo Napoli può realmente spiccare il volo.
Altrimenti, se volete solo recriminare sul mercato e sui soldi di Aurelio, sulla rivoluzione incompiuta e sulle vittorie che già sapete non arriveranno, lasciate che la testa abbia la meglio sulla pancia, e state male come sono stato male io l’anno scorso. Oppure, se siete nostalgici dei tempi in cui il mister non sapeva neppure dove giocasse Radosevic, in cui se un giocatore non era italiano, almeno ventottenne ed ex-Reggina non poteva far parte del gruppo, dei tempi dei titolarissimi, del turnover totale in coppa e delle vittorie risicate e sofferte contro le medio-piccole, dei tempi in cui, col Maghetto di San Vincenzo in panca, già si sapeva da settimane tutto quello che sarebbe accaduto in campo, e nulla poteva più sorprenderci; se siete nostalgici dei bei tempi andati, e che per fortuna oggi sono solo un ricordo, beh, allora ho pronto un bel suggerimento per voi: fatevi l’abbonamento all’Inter.
E lasciate pure che altri vivano tutta la passione e tutte le sofferenze che solo chi risica, e quindi non rosica, quest’anno è pronto a vivere per il Napoli di Aurelione e Rafè.
Andrea Manzi

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