Benitez ritrova un’altra bestia nera del Napoli: il turn over

Ci siamo. Si comincia a fare sul serio. Siamo alla vigilia del trittico “de fuego” e francamente è difficile non dare ragione a Vittorio Zambardino che poco comprende tutti questi titoli sulle tre partite in sette giorni e cose simili. In buona sostanza, abbiamo voluto la bicicletta, anzi ce la siamo conquistata, e ora si […]

Ci siamo. Si comincia a fare sul serio. Siamo alla vigilia del trittico “de fuego” e francamente è difficile non dare ragione a Vittorio Zambardino che poco comprende tutti questi titoli sulle tre partite in sette giorni e cose simili. In buona sostanza, abbiamo voluto la bicicletta, anzi ce la siamo conquistata, e ora si pedala. Abbiamo superato più o meno agevolmente i primi due ostacoli, insidiosi in realtà più per la recente tradizione avversa che per una oggettiva complessità sportiva. Tre gol al Bologna in un match senza storia e quattro al Chievo in un incontro che invece ha aperto pericolosi squarci sul Napoli di Benitez e sulla sua solidità difensiva.
Se sono bastati Hetemaj, Paloschi e Tehereau a farci vedere i sorci verdi nel primo tempo del Bentegodi, che cosa potrà mai succedere mercoledì sera contro i gialli del Borussia Dortmund? Benitez ci avrà pensato, e non poco. Le incertezze di Reina, la lentezza dei due centrali, un centrocampo che non sempre è in grado di assicurare la copertura necessaria e i due terzini che a Verona nel primo tempo sono stati messi spesso in difficoltà, soprattutto Maggio.
Si comincia con l’Atalanta, sabato sera, dopo Inter-Juventus (a proposito, io scommetto che vincerà Walter), si proseguirà mercoledì sera nell’esordio Champions contro i vicecampioni d’Europa e termineremo domenica sera al Meazza contro il Milan. Tre partite in otto giorni – elloso – che richiamano il concetto di turnover. Parola che negli ultimi due anni è stato il nostro tormento. Se c’è stata una debolezza inoppugnabile del Napoli di Mazzarri è stata certamente la gestione del turn over. La nostra bestia nera, al pari di Bologna e Chievo. A questa parolina sono legate le sconfitte più brucianti di questi ultimi anni: l’accoppiata Fideleff-Fernandez a Verona contro il Chievo, Santana schierato sciaguratamente a centrocampo a Catania, Cavani lasciato a riposare nel ritorno di Europa League contro il Villarreal alla vigilia del match decisivo di San Siro contro il Milan che pure giocammo con Mascara perché Lavezzi era squalificato. Per non parlare dell’Europa League dello scorso anno.
Ecco, a Rafa toccherà gestire il turn over diversamente. Anche perché, come ha confermato lui stesso, i meccanismi della squadra non sono per niente automatici e una rivoluzione in formazione potrebbe essere pagata a caro prezzo. Personalmente, contro l’Atalanta mi piacerebbe vedere in campo Mertens e Cannavaro. Ma Rafa è il maestro del turn over. Ci affidiamo a lui, ovviamente.
Massimiliano Gallo

Correlate

La lezione di Benitez sull’autolesionismo di Napoli: «La città scelga se lamentarsi o sostenerci»

di - Se qualcuno fino a oggi poteva nutrire qualche dubbio sul reale pensiero di Rafa Benitez a proposito di Napoli e dell’ambiente napoletano, da oggi possiamo dire che qualsiasi dubbio può definirsi fugato. Nella inconsueta sede della Stazione Marittima, il tecnico spagnolo ha tenuto una conferenza stampa che ancora una volta è stata una sorta di […]

Friedkin

Il ritiro punitivo lasciamolo al Borgorosso Football Club

di - Diciamo la verità, questa vicenda del presunto ritiro del Napoli è stata una pagliacciata. Tanto ridicola quanto emblematica. Da qualsiasi angolatura la si inquadri, presenta imperfezioni. E imperfezioni, va da sé, è un eufemismo. A lungo assente, praticamente quasi sempre quest’anno, dalla scena mediatica e spesso anche dagli spalti, Aurelio De Laurentiis irrompe nella vita […]

C’era una volta Gonzalo Higuain, il re che Napoli continua ad aspettare

di - Diciamo la verità, siamo ben oltre i tre indizi di Agatha Christie. Siamo al tenente Colombo, che di prove ne accumula lungo tutta la puntata e lentamente, ma inesorabilmente, incastra il colpevole. Qui non si tratta di un delitto, per carità. Magari di una scomparsa. Dov’è finito Gonzalo Higuain? Non è un caso che nelle […]

Che cosa è successo al Napoli che ha annientato la Roma? Prestazione indecente contro il Milan

di - Che cosa è successo? È francamente inspiegabile. Questo Napoli il primo novembre travolgeva la Roma al San Paolo e sette giorni dopo andava a vincere a Firenze. Il brutto inizio di stagione, contraddistinto dalla prematura uscita dalla Champions, sembrava alle spalle. E invece il Napoli è sparito di nuovo. Sul 2-0 contro il Cagliari sono […]

Immagine non disponibile

Napoli non è consapevole di stare vivendo calcisticamente al di sopra delle proprie possibilità

di - Venerdì sera non ho guardato Fiorentina-Juventus. Un po’, confesso, le partite del nostro campionato non mi appassionano più; un po’ in concomitanza c’era Borussia Dortmund-Hoffenheim. E sì, il caro Borussia Dortmund, quella squadra per cui in tanti ci sfottono perché continuiamo a parlarne e fare paragoni. Venerdì la squadra di Klopp era ultima in classifica. […]

Che peccato Gabbiadini

Gabbiadini, un diamante da sgrezzare. Come Insigne

di - Manolo Gabbiadini. Non si parla che di lui. In modo anche inconsueto. Non ricordo una trattativa di mercato chiusa e pressoché annunciata – come sembra leggendo qua e là – a campionato in corso. Somiglia a uno di quei tormentoni che hanno contraddistinto le recenti sessioni di calciomercato e che spesso si sono conclusi non […]

Il bilancio del Napoli smaschera la leggenda del pappone

di - E insomma, il giorno della presentazione del bilancio del Napoli è arrivato. Il giorno dello smascheramento del pappone che lucra sulla passione di noi poveri altri che gli versiamo migliaia e miglia di euro nelle casse è arrivato. E incredibilmente – meraviglia! – si scopre che Aurelio De Laurentiis ha rasentato il rischio di fare […]

Nel libro di Trombetti, Noè si è trasferito a Castel Volturno e somiglia tanto a De Laurentiis

di - In “Morte di un matematico napoletano”, di Mario Martone, un Toni Servillo non ancora noto al grande pubblico smonta un grande Carlo Cecchi in versione Renato Caccioppoli che parla del metodo che lui utilizzerebbe per togliersi la vita: “Ma il comico non era superiore al tragico?”, lo interrompe citando una sua frase. A quella tavolata, […]