Il Napoli sta perdendo tempo. Mai Cavani alla Juventus

Un furioso girone di ritorno (36 punti in 17 partite), già superiore ai 34 punti della stagione del terzo posto (su 19 partite) e ai 32 dell’anno scorso, proietta il Napoli verso la sua seconda Champions. Formidabile il bottino delle ultime otto gare (22 punti), mentre nel campionato del terzo posto e in quello precedente […]

Un furioso girone di ritorno (36 punti in 17 partite), già superiore ai 34 punti della stagione del terzo posto (su 19 partite) e ai 32 dell’anno scorso, proietta il Napoli verso la sua seconda Champions. Formidabile il bottino delle ultime otto gare (22 punti), mentre nel campionato del terzo posto e in quello precedente si registrò un calo finale con 15 punti nelle ultime otto a due giornate dal termine.

Il Napoli vola. Solo una Juve stratosferica sta davanti agli azzurri (+11) nonostante il miglioramento del Napoli (+17) rispetto ai bianconeri (+8). Ma si è ridotto il distacco dalla capolista che fu di 23 punti l’anno scorso dalla Juve e di 22 punti dal Milan nel torneo del terzo posto. Il Napoli è cresciuto e nella migliore stagione di Mazzarri sta superando le “cifre” del Napoli di Maradona. Calcolando anche per il passato la vittoria da tre punti, la squadra di quest’anno ha già superato il Napoli del secondo scudetto (75 punti contro 72). C’è da dire che quei campionati tricolori erano a sedici squadre.

Dal ritorno in serie A, il Napoli aveva avuto sempre un calo nel girone di ritorno. Il quarto Napoli di Mazzarri ha cancellato il calo, segno di una maturità raggiunta: già 36 punti nel ritorno rispetto ai 39 dell’andata.

Il sogno-scudetto, come ha detto Mazzarri, è tramontato alla 25^ giornata quando la Juve perse a Roma e il Napoli non ne approfittò pareggiando al San Paolo con la Sampdoria. Vincendo poteva portarsi a -1 dai bianconeri, si avvicinò appena a -3 staccandosi successivamente senza potersi avvantaggiare nel confronto diretto al San Paolo (1-1). Ma a quel punto il Napoli aveva rallentato con quattro pareggi consecutivi cadendo infine a Verona col Chievo. La Juve intanto andava di gran carriera infilando nove vittorie consecutive. Storia passata.

Intanto, con la vittoria di Bologna (da grande squadra) e il secondo posto sigillato, il futuro del Napoli è già cominciato. O meglio, dovrebbe già cominciare, ma c’è l’intoppo con l’allenatore. Mazzarri resta? Lo dirà a fine campionato. Dipende da tante cose (potenziamento del Napoli tra l’altro) e da motivi e motivazioni personali. Forse dipende anche dal destino di Cavani. Dopo avere conquistato il secondo posto, la quinta volta nella storia del Napoli, Mazzarri sente l’”obbligo” di migliorarsi sulla panchina azzurra. C’è la possibilità di costruire una squadra da scudetto ritoccando una formazione che gioca ormai a memoria, affiatata da tre, quattro stagioni senza profondi cambiamenti? Il futuro della squadra ruota attorno a Cavani. Se il Matador dovesse andar via (ma dove sono le offerte?) nasce un grosso problema, non solo la perdita di uno dei cinque attaccanti europei più forti, ma la sua sostituzione. Sarà facile (?) incassare i 63 milioni della clausola rescissoria del Matador, sarà difficile impiegare con successo gli stessi soldi (e, intanto, arriveranno anche quelli della Champions). Si fantastica di Dzeko e Jovetic. Ma non sarà facile prenderli. E, una volta presi, bisognerà dare un nuovo volto tattico alla squadra come pretendono le caratteristiche dei due giocatori. Un bel problema, specie se dovesse cambiare anche la guida tecnica. Un nuovo allenatore avrebbe bisogno di tempo per inquadrare il nuovo Napoli.

La soluzione più “comoda” sarebbe la permanenza di Mazzarri e Cavani rafforzando la squadra nei punti necessari (difesa e centrocampo) tenendo presente l’impegno europeo. Il Napoli è a una svolta ed è un peccato che non si possa operare subito in ogni caso. Da qui alla fine del campionato, anche se si tratta solo di dieci giorni, è tempo perso. Alla fine, c’è da augurarsi che, almeno, Cavani non vada a rafforzare una squadra italiana.

Se è reale il desiderio della Juve, le contropartite tecniche del club torinese (oltre a trenta milioni in contanti) sono ridicole. Si tratterebbe di scarti veri e proprio se i nomi sono quelli di Isla, De Ceglie, Matri, Vucinic, a parte l’entusiasmo che questi giocatori avrebbero “scendendo” dalla Juventus. Non scherziamo. Bigon faccia il furbo, ma soprattutto De Laurentiis abbia le idee chiare immediatamente.

MIMMO CARRATELLI

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