Promotore della campagna per il fair play finanziario, Michel Platini, presidente dell’Uefa, si rallegrerà scoprendo che nel calcio italiano c’è una società che presenta il bilancio in utile per il sesto anno consecutivo. Questa società è il Napoli. Il bilancio 2011-2012, terminato sul campo con tre importanti risultati firmati Mazzarri (ottavi di finale di Champions, qualificazione in Europa League e conquista della Coppa Italia), segna un attivo di 14.720.757 euro per il club di De Laurentiis. È vero che nella scorsa stagione sono aumentati gli stipendi dei calciatori (da 45.6 a 52.7 milioni), ma sono lievitati i proventi di sponsor e diritti televisivi: 130.825.453, +21,4 milioni rispetto alla stagione 2010-2011, soprattutto grazie alla partecipazione ad otto partite di Champions. Il totale del valore di produzione è stato di 155.929.550 mentre il totale del costo di produzione è stato di 129.683.970. Registrato un aumento per le spese di consulenza dei procuratori (4,9) e amministrative (6,4), comprese quelle per gli onorari dei componenti del Cda.
I conti del club – capitale sociale 501.000 euro, 500 azioni detenute dalla controllante Filmauro e una da Aurelio De Laurentiis – hanno consentito di creare un fondo riserva volontario molto solido: un tesoretto da 25.823.437 euro, tre milioni in più rispetto al 2011. Nell’assemblea del 27 ottobre per l’approvazione del bilancio, presieduta da Edoardo De Laurentiis perché suo padre era in America per impegni cinematografici, è stato fatto notare dagli amministratori del club: «Le ragioni che hanno consentito di mantenere sostanzialmente costante, nonostante il perdurare dell’attuale crisi economico-finanziaria europea, il livello dei proventi rivenienti dalla gestione caratteristica ed ordinaria continuano ad essere rappresentate dall’ottimo andamento dei risultati sportivi conseguiti dalla prima squadra e dall’analisi e dallo sfruttamento delle possibilità economiche che il mercato di riferimento continua ad offrire».
Il progetto di De Laurentiis è chiaro: «La Ssc Napoli continua ad essere una società con moderni e ambiziosi programmi che, dal punto di vista sportivo, si pone l’obiettivo di riuscire a competere sempre più stabilmente nell’ambito delle competizioni internazionali e di raggiungere una dimensione adeguata al bacino di utenza del club». La società «continuerà a puntare allo sviluppo delle attività esistenti ma anche ad investire ulteriormente su settori capaci di generare proventi, quali ad esempio il merchandising, anche attraverso l’apertura di temporary shop, l’e-commerce e le Academy. Saranno rafforzate le iniziative finalizzate al potenziamento della prima squadra e del settore giovanile, mantenendo inalterata la filosofia dell’investimento capace di dare frutti nel tempo».
La preoccupazione, forte, riguarda la vendita dei diritti televisivi, dato che i contratti stipulati dalla Lega scadono nel 2015 e più volte DeLaurentiis ha manifestato dissenso sulle cifre sottoscritte. «La società, alla stregua delle altre di A, lega i suoi principali proventi al mercato dei diritti radiotelevisivi e, ove il mercato dovesse subire una grave flessione degli introiti, anche la situazione della Ssc Napoli potrebbe subire ripercussioni negative», è sottolineato nella relazione degli amministratori: 85,8 milioni i proventi per diritti tv e radio per il Napolinella scorsa stagione. Ufficializzate le cifre del mercato estivo 2012 (entrate per 32 milioni e spese per 23,3) e della campagna abbonamenti . Il Mattino.