Non è che Insigne sarà un’eterna promessa come Musella?

Tutti hanno sentito parlare delle storie delle Mille e una notte. Le piú celebri della letteratura orientale di ogni tempo. Con personaggi che hanno fatto sognare bambini di tutto il mondo. Penso ad Alì Baba e i quaranta ladroni. Penso ad Aladino ed alla sua lampada magica. Ieri sera sfogliavo a caso la raccolta. E […]

Tutti hanno sentito parlare delle storie delle Mille e una notte. Le piú celebri della letteratura orientale di ogni tempo. Con personaggi che hanno fatto sognare bambini di tutto il mondo. Penso ad Alì Baba e i quaranta ladroni. Penso ad Aladino ed alla sua lampada magica. Ieri sera sfogliavo a caso la raccolta. E ad un tratto mi è saltato all’occhio un racconto dal titolo intrigante. Il sogno di Lorenzino. Non ne avevo mai sentito parlare. Cosí ho cominciato a leggerlo. Trattava della vicenda di un ragazzino che viveva su un tappeto volante. Un enorme tappeto verde. Dalle dimensioni di un campo di calcio. Insieme a Lorenzino un nugolo di coetanei. Uno alto e magro. Uno grassottello. Uno chiaro. Uno scuro. Uno loquace. Un altro taciturno… Tutti con una sola passione. Giocare a pallone. E lì si giocavano interminabili partite di calcio. Non vi erano porte sul campo-tappeto. E i punti erano assegnati in negativo. Ogni volta che qualcuno faceva volare la palla giù dal tappeto la sua squadra veniva penalizzata di un punto.

Giocando in quel modo le qualità tecniche si raffinavano.

E tutti i ragazzini erano molto bravi. Ogni tanto si udiva il suono di un campanellino. La partita si arrestava come in un fermo immagine. Si udiva una voce sussurrare nell’aria non chiedere mai per chi suoni il campanaellino. Esso suona per te. E spariva uno dei calciatori in erba. Due aquilotti lo rapivano in volo per portarlo sulla terra a giocare in serie A. Lorenzino era il più bravo di tutti. E aspettava con ansia che il campanellino suonasse per lui. La natura non gli aveva regalato un grande fisico. Ma classe tanta, da vendere. In particolare era capace di dribbling ubriacanti. Un bel giorno, era, sabato 17 novembre, Lorenzino si era svegliato di buon ora. Con la sensazione che per lui quella fosse una bella giornata. Una “ bella giornata” come la intende Raffaele La Capria. Una giornata in cui ti aspetti che accada qualcosa. Il vero piacere delle gioie della vita è negli istanti che le precedono. Il bello è nell’attesa.

Battè ogni record quel giorno Lorenzino. Inanellando 134.568 dribbling di fila. Senza che la palla volasse mai giù dal tappeto. Quando d’improvviso si udì il suono del campanellino. Poi la voce di sottofondo non chiedere mai per chi suoni il campanellino. Esso suona per te. La partita si fermò. Il fotogramma restò immobile per un istante. Apparvero due aquilotti . E lo portarono in volo al centro dello stadio San Paolo. Per giocare nella squadra azzurra contro il Milan.

Era la sua occasione. Quella che aspettava da tempo. Con a fianco Cavani ed Hamsik tra le linee è chiamato a formare un trio dalle potenzialità enormi. Solo che gli altri due già sono. Lui deve ancora dimostrare di essere. Mazzarri gli ha chiesto di non strafare. Ma a lui sembra di sentire echeggiare il verso qui si parrà la tua nobilitate. In effetti è così. Ed il campioncino azzurro ben lo sa. Questa sera è la sua grande occasione.

Comincia la partita.

Il Napoli gioca un bel primo tempo. Con la regia di un Inler finalmente autorevole. E con Hamsik ad ispirare il gioco d’attacco. Maggio e Zuniga un poco in ombra sulle rispettive fasce. E Cavani che sembra non al meglio.Il Napoli trova il primo goal su tiro da fuori di Inler grazie ad uno svarione del portiere milanista. E raddoppia con un delizioso movimento di Insigne. Che forse per dar ascolto alle raccomandazioni del tecnico scarica su Cavani una palla che doveva depositare in fondo al sacco. La difesa appare sicura. Fin quando Campagnaro si distrae colpevolmente. Ed El Shaarawi rimette il Milan in partita a due minuti dal riposo. Il secondo tempo vede il Napoli in grande sofferenza. Subisce in mezzo al campo. E non riesce a ripartire. Insigne balbetta. Cavani è l’ombra di se stesso. Hamsik si divora un goal già fatto. Mazzarri toglie il ragazzino e si copre con Mesto. (Io avrei tolto Maggio, ma io non sono il tecnico). A dimostrazione che vede la squadra in gravissima difficoltà. Mai ricordo una mossa difensiva simile da parte del tecnico toscano. Per altro inefficace. Il Milan infatti continua a chiuderci senza pietà . L’ansia cresce. Eppure quello rossonero non sembra uno squadrone! Ed arriva il pareggio del Milan. Meritato ma amarissimo. Ancora El Sharawi . Ed ancora un pessimo Campagnaro.

Che dire? Un Napoli inguardabile nel secondo tempo butta al vento un’altra occasione d’oro per avvicinare la Juve. Mazzarri ha le sue fissazioni. Maggio, Campagnaro…. Ma forse la verità è che questo vale e non di piú .

Ci dispiace da morire per Lorenzo Insigne. Ma forse dovrà tornare per un poco sul tappeto volante. A dribblare e palleggiare. In attesa che maturi ancora . Ma insomma, esploderà mai il ragazzino? O sará una eterna promessa come lo fu il talentuoso Musella tanti anni fa? Noi continuiamo a crederci. Ma con sempre minore convinzione.

Guido Trombetti (tratto da Il Roma)

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