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Spagna in finale, ma solo ai rigori

A Donetsk, prima semifinale dell’Europeo, ci sono voluti i rigori per aprire alla Spagna la strada della finale. Il Portogallo è stato un avversario fiero, attento, irriducibile che, con una ragnatela difensiva, ha spezzato continuamente il tiqui-taca spagnolo, mantenendo lo 0-0 per due ore.

Cristiano Ronaldo, alla fine dei primi 90 minuti, ha mancato la palla-gol che forse avrebbe dato un destino diverso al match. Poi Rui Patricio, nei supplementari dominati dalla Spagna, sventava una palla-gol di Iniesta. Il portiere portoghese parava anche il primo dei cinque rigori risolutivi. Ma un “cucchiaio” di Sergio Ramos (un difensore!) e il rigore finale di Fabregas, dopo la traversa di Bruno Alves, segnavano la fine della resistenza del Portogallo.

La Spagna, con due giorni di riposo in meno dei portoghesi, ha faticato parecchio. Ma sono state le due compatte linee difensive del Portogallo (4-5-1) a spegnerne gli attacchi riducendole il possesso-palla. Nella giungla difensiva portoghese, la Spagna non riusciva a fare più di tre passaggi di seguito.

Il Portogallo si affidava a Cristiano Ronaldo per la sorpresa. Ma dopo le ripetute conclusioni fuori bersaglio di Hugo Almeyda, Ronaldo mancava la palla-gol che avrebbe costretto la Spagna a una serata durissima. E’ successo alla fine del secondo tempo quando, in contropiede, Ronaldo ha avuto sulla sinistra la palla decisiva, ma la batteva fuori (89’).

La Spagna non aveva in Xavi il solito distributore di gioco. Cercava di sfondare sulle fasce con Silva e Jordi Alba, ma al centro non passava. I centrali del Portogallo, Pepe e Bruno Alves, spazzavano via ogni pericolo. Anche le iniziative di Iniesta non andavano a buon fine. I raddoppi dei portoghesi erano puntuali. Meireles, Veloso, Moutinho, con Nani e Almeyda che rientravano, davano ma forte davanti alla difesa. Il Portogallo si allungava qualche volta con Nani e Crisiano Ronaldo.

La Spagna appariva anche stanca ed era imprecisa nei disimpegni. Il Portogallo giocava tutto nella sua metà campo lanciando avanti la palla senza però fare scattare un vero contropiede. Nella morsa di Sergio Ramos, Ronaldo doveva spesso arrendersi.

Del Bosque per vivacizzare la manovra della sua squadra inseriva Fabregas per Negredo (54’), Jesus Navas per Silva (60’) e Pedro per Xavi (87’). Il tecnico spagnolo aveva rinunciato a Torres puntando sull’acerbo Negredo. L’ingresso di Jesus Navas non gli dava i risultati sperati sulla destra come era accaduto contro l’Italia e la Croazia.

Nei supplementari, la Spagna prendeva decisamente il pallino del gioco. Rui Patricio sventava la palla-gol di Iniesta (103’) e lo 0-0 resisteva sino alla fine dei 120 minuti.

La soluzione ai rigori, seconda volta dopo il quarto di finale fra Italia e Inghilterra, promuoveva la Spagna con lo stesso risultato della lotteria dei penalty fra italiani e inglesi (4-2).

Parati i primi due rigori di Xabi Alonso e Moutinho. La Spagna si portava avanti con una perfetta esecuzione di Iniesta. Pareggiava Pepe con un tiro nell’angolino basso, alla destra di Casillas. Piqué e Nani non sbagliavano per il 2-2. Poi Sergio Ramos imitava Pirlo, cucchiaio e gol. Le speranze portoghesi si infrangevano sulla traversa colpita da Bruno Alves e Fabregas metteva a segno il 4-2.

La semifinale fra Italia e Germania designerà l’avversario della Spagna per la conquista dell’Europeo.

SPAGNA (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Piqué, Sergio Ramos, Jordi Alba; Xabi Alonso, Busquets, Xavi (87’ Pedro); Silva (60’ Jesus Navas), Negredo (54’ Fabregas), Iniesta.

PORTOGALLO (4-3-3): Rui Patricio; Joao Pereira, Pepe, Bruno Alves, Fabio Coentrao; Meireles (112’ Varela), Veloso (106’ Custodio), Moutinho; Nani, Almeyda (81’ Oliveira), Cristiano Ronaldo.

ARBITRO: Cakyr (Turchia).

SEMIFINALI EUROPEI 2012.

Spagna-Portogallo 0-0 (4-2 ai rigori).

Italia-Germania (giovedì 28 a Varsavia).

Finale a Kiev, 1 luglio.

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