Il Mattino, Lavezzi e una società che si disinteressa della comunicazione

Querelle Lavezzi-Mattino. Sono due giorni che ci si affanna a rincorrersi tra smentite e contro smentite su un’intervista di Carmelo Prestisimone a Lavezzi, che il Pocho dichiara non essere mai avvenuta e che invece il giornalista (insieme al suo capo redattore Iavarone) dichiara di aver effettuato. Al di là della circostanza in sé, sulla quale […]

Querelle Lavezzi-Mattino. Sono due giorni che ci si affanna a rincorrersi tra smentite e contro smentite su un’intervista di Carmelo Prestisimone a Lavezzi, che il Pocho dichiara non essere mai avvenuta e che invece il giornalista (insieme al suo capo redattore Iavarone) dichiara di aver effettuato. Al di là della circostanza in sé, sulla quale tutti i protagonisti hanno detto la propria e sulla quale, soprattutto, tanto si è già discusso, il problema di fondo resta probabilmente sempre lo stesso. Un interrogativo, soprattutto. Perché molto di quello che riguarda il Napoli diventa quasi sempre – da un punto di vista mediatico – un semplice e avvilente scontro tra smentite e contro smentite? Non sarebbe più semplice per De Laurentiis dire che c’è una trattativa in corso per Lavezzi, che si sta definendo l’accordo e che entro la tal data la Società informerà i suoi tifosi? Perché, quando c’è qualcosa che riguarda il Napoli, la Società si chiude a riccio e i giornalisti sono costretti ad arrampicarsi come meglio possono (e anche peggio) per avere delle notizie? Non dovrebbe spettare ad un giocatore chiarire la propria posizione contrattuale o il proprio futuro, soprattutto in un’era come quella di De Laurentiis, in cui, a detta degli stessi giornalisti, ai calciatori è proibito avvicinare i cronisti se non sono autorizzati dalla Società ed in cui, invece, paradossalmente, i calciatori possiedono un sito Internet attraverso il quale comunicano con il grande pubblico e passano tutto il tempo residuo dagli allenamenti su Twitter, a scrivere poche battute che poi diventano link e articoli di giornale. Non dovrebbe spettare alla Società essere chiara sul futuro dei propri giocatori, piuttosto? Anche perché i calciatori ci mettono il loro, finiscono per essere spesso banali e, con le loro frasi scontate, per rendere tutto meno molto chiaro. Insomma, viene da pensare che forse l’ottica della questione andrebbe un attimo spostata: è vero che la Società Calcio Napoli è cresciuta tanto, negli ultimi anni, in immagine e in fondo cassa, però Aurelio, da buon imprenditore, dovrebbe anche capire che, per la totale riuscita di un’azienda, una buona parte dei soldi andrebbe spesa in comunicazione, e in quella, il Napoli è ancora fermo al punto di partenza. Forse, però, Aurelio già lo sa, è che ha talmente in pugno i napoletani e l’opinione pubblica da poter fare a meno di una comunicazione: semplicemente, se la fa da solo. Ilaria Puglia

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