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Se Lavezzi e altri vanno via, è per una scelta di De Laurentiis

Quello che mortifica la città di Napoli e un’intera tifoseria non è tanto il mancato approdo in Champions nell’ultima di campionato (quello era già stato messo in conto) ma i fischi riservati a Lavezzi da una parte della tifoseria. E’ assurdo trattare in questo modo uno dei giocatori simbolo degli ultimi anni, quello osannato giustamente per le sue gesta, quello a cui si voleva dare la numero 10 di Diego, quel campione che ha avuto la “colpa” di decidere di andare in un’altra squadra dove guadagnerà il doppio e dove magari potrà anche vincere qualcosa di importante.

Alzi la mano chi, lavorando in un’azienda, rifiuterebbe una proposta di crescita professionale ed economica per far contento qualcun’altro. Ma stiamo scherzando? Forse se Lavezzi, Quagliarella e qualcun’altro (perchè ci sono almeno altri tre giocatori in partenza) decidono di andare via la verità è un’altra, forse qualcuno ha dimenticato che questa squadra, purtroppo, non parteciperà alla Champions l’anno prossimo, forse ci si dimentica che questo è un club il cui presidente ha stabilito un tetto ingaggi che non autorizza l’arrivo o la permanenza di un campione, tutto per salvaguardare il bilancio di quella che evidentemente è per lui più un’azienda che non una passione.

E’ una scelta quella di De Laurentiis, condivisibile o no ma è una scelta. Così come quella di Lavezzi e di chiunque altro. Tutti hanno il sacrosanto diritti di difendere i propri interessi. Guardate cosa è successo a Torino e Milano: allo Juventus Stadium tutti in piedi a piangere ed applaudire la propria bandiera, quel Del Piero che fosse stato per lui avrebbe continuato a giocare ma ha accettato la scelta di un presidente, Andrea Agnelli, anche lui in piedi ad applaudirlo nel giro d’onore.

A pochi chilometri di distanza altri campioni: Seedorf, Zambrotta, Nesta, Gattuso e Inzaghi lasciano il Milan dopo tanti anni in maglia rossonera con Galliani che saluta in campo i campioni osannati dal pubblico. Perchè le storie d’amore possono anche finire, ma questi campioni che sono soprattutto uomini meritano un saluto affettuoso e dignitoso per tutte le emozioni che hanno trasmesso ai propri tifosi. Dovunque, evidentemente, tranne che a Napoli. Ultima chance domenica sera: lì, a prescindere da come andrà la finale sarebbe bello sentire un coro tutto per il Pocho. Un gesto che laverebbe l’onta di una sera da dimenticare e cancellare. Napolisport.
tratto da calcionapoli1926.it

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