ilNapolista

Ho fatto la fila, comprato il biglietto e visto i corvi sulle grate organizzare l’assedio

Ore 17.30 di domenica 4 marzo. Degli amici mi hanno detto che ci sono già delle persone in fila e così decido di passare vicino allo stadio con la macchina. In effetti si sono formate due piccole code davanti agli ingressi del pre-filtraggio. Sono ragazzi normali, hanno panini, sgabelli, sembra quasi che siano in fila per un concerto.

Ore 22.00 Un ragazzo che è in fila mi manda una foto. Ci saranno un centinaio di persone, ma la situazione sembra tranquilla e anche gli articoli che leggo sui siti non parlano di problemi.

Ore 2.15 di lunedì 5 marzo. Suona la sveglia. Mi preparo in silenzio per non svegliare mia moglie e penso “che pazzie che si fanno per il Napoli”!!

Ore 2.45 Passo a prendere il mio amico: lui non voleva venire, ma l’ho convinto che stiamo facendo la storia.

Ore 3.05 Siamo in fila, quella del botteghino 5. La situazione è subito chiara. Davanti a tutti ci sono alcune persone che gestiscono la situazione. Sono arrampicate sulle grate e da li decidono chi può stare in fila e chi deve stare dietro. Sono tranquilli perché nessuno fa nulla. Ci sono un paio di blindati della polizia e diverse volanti sia dei carabinieri che della polizia, ma sono li ad osservare anche quando per la tensione volano insulti e spintoni.

Ore 3.30 Chiamo sul telefonino il mio amico che è in fila dalla sera prima. Decidiamo di raggiungerlo all’altra coda, quella del botteghino 3. Mi racconta che lui è arrivato alle 20 e a quell’ora la situazione era ancora tranquilla, poi sono arrivati quelli dei gruppi e si sono sistemati davanti a tutti. Insieme agli amici è appena fuori le strutture in ferro che servono per canalizzare i tifosi e si allontanano solo uno alla volta per mantenere la posizione. Ci mettiamo vicino a lui: in realtà saremmo fuori dalla fila, ma tanto sappiamo che la situazione è solo provvisoria e che all’apertura dei cancelli ci sarà l’inferno.

Ore 4.05 Si parla della partita di Parma, dei 3 punti “rubati” e un ragazzo dice “per una volta abbiamo fatto come gli juventini” e tutti a ridere. Ci sono ovviamente commenti tecnici e previsioni per le prossime partite, d’altronde in qualche modo devono passare queste ore.

Ore 4.45 Lascio il mio amico in fila e decido di farmi un giro per vedere cosa succede. E’ una situazione incredibile. I gruppi presidiano gli avamposti delle due file e ogni tanto fanno inserire altri loro amici, con la conseguenza che li davanti si inizia a stare stretti. Quelli che dall’alto controllano tutto, chiedono al resto della fila di farsi indietro, prima solo con le parole (qualcuno cerca anche di essere gentile), poi con spinte e urla.

Lontano dalle file ci sono invece gruppetti di persone che solo con il passare delle ore ho capito essere altri membri dei gruppi che non si “sbattono” a fare la fila, tanto c’è chi la fa per loro. In giro ci sono venditori di ogni cosa: birre, pizzette al pomodoro, cornetti con la nutella. Gli spinelli vengono fumati a profusione, tanto che un ragazzo ha un collasso, gli amici chiamano l’ambulanza ma quando arriva il ragazzo si è già ripreso ed evita di farsi visitare.

Ore 6.00 Si spengono le luci dello stadio, inizia ad albeggiare Non so da quanto non vedevo un’alba, al San Paolo poi non l’avevo mai vista e per qualche istante mi fa dimenticare che a breve comincerà la battaglia.

La stanchezza si comincia a far sentire, ci sono persone che sono in piedi da 10 ore anche sotto la pioggia. Sono arrivati tutti gli steward: saranno una sessantina, quasi tutti ragazzi che per 20 euro sono li pronti a prendersi insulti e altro. Fanno continue mini riunioni, poi cominciano ad arrivare anche i poliziotti che prendono in mano le redini della situazione.

Ore 6.15 Un gruppo della Curva B, che fino a quel momento si era tenuto fuori dalla fila, avanza verso la fila del botteghino 3. Credetemi, sembrano militari per come si muovono. Sono una cinquantina di persone, che poco alla volta si inseriscono negli spazi mantenuti davanti a tutto.

Ore 6.20 Arriva una famiglia composta da papà, mamma e figlio di 10 anni. Il ragazzo deve aver convinto i genitori a fare questa alzataccia, ma quando il padre vede la situazione, cerca di spiegare al figlio che il suo “sogno” resterà tale. La faccia del bambino dice tutto, purtroppo con il tempo anche lui capirà in che città vive.

Ore 6.30 Tutto quello che mi aveva anticipato una fonte interna è confermato. Il botteghino 1 è riservato ai gruppi, infatti lì non c’è fila. La divisione dei tagliandi (sembra siano 800) è stata già decisa, ogni incaricato va solo a ritirare materialmente quelli a lui riservati. Le liste però sono “aperte” perché alcuni gruppi ti possono inserire (ovviamente se sei amico degli amici e a pagamento)

Agli altri botteghini, le prime duecento persone di ogni fila sono organizzate ed una buona parte è qui solo per affari. Tra qualche ora ogni biglietto varrà almeno 300 euro, ci sono persone che hanno prenotato già aerei, alberghi, interi pacchetti e che quindi saranno disposte a pagare un prezzo maggiorato per essere presenti allo Stamford Bridge.

Dentro di me però scatta l’istinto di sopravvivenza, anche perché io voglio andare a Londra perché amo quella maglia e si sa…alla fine l’amore vince sempre.

Ore 7.10 La polizia ha provato anche a far scendere quelli abbarbicati sulle grate, ma figuratevi se è possibile ragionare con “persone” . Secondo me parliamo di gente che se i biglietti fossero nominativi non sarebbero qui.

Ore 7.35 Sono tesissimo, mi sembra assurdo quello che sto facendo. Penso “questa è l’ultima volta che faccio tutto questo”, ma dentro di me so che se continua l’avventura in Champions sarò di nuovo a battagliare.

Ore 8.00 Aprono i botteghini, ma vista la calca ai cancelli, i poliziotti fanno entrare pochissime persone alla volta. Volano urla e insulti, ma la minaccia di sospendere la vendita non fa degenerare la situazione.

Ore 8.20 Ho preso il biglietto. Emozionato come se avessi vinto alla lotteria, l’ho infilato in tasca senza nemmeno guardarlo per paura che qualcuno potesse fregarselo. In realtà ne avrei potuto prendere altri.

Fatta la brevissima fila interna, quando arrivi davanti al botteghino infili la mano nella fessura con documento originale e fotocopia (ovviamente insieme ai soldi) ma la persona che è all’interno del botteghino non sa se quel documento appartiene a te e nemmeno gliene importa più di tanto. Quindi se avessi avuto altri documenti, mi sarei rimesso in coda alla mini fila e avrei potuto tranquillamente prendere altri biglietti, come hanno fatto alcuni ragazzi davanti a me (una persona è arrivata addirittura a 6).

Io però non ci ho nemmeno pensato (ad esempio per il mio amico rimasto senza biglietto) e mi sono avviato verso l’uscita stanco ma felice per quel maledetto biglietto che poi mi sono guardato a casa in tutta tranquillità.

Dentro di me c’era però tanta amarezza, perché penso a quelle persone normali che vorrebbero semplicemente seguire il loro Napoli e che invece con molta probabilità saranno costrette a guardarlo in tv.

Ore 10.20 Andando a lavoro trovo già i primi bagarini….
Filippo

ilnapolista © riproduzione riservata